Politica | senza dimora

Sarebbe questo l’ordine pubblico?

La Polizia Locale taglia le tende delle persone senza dimora e sgombera una coppia di soggetti fragili gettandone gli effetti personali. La denuncia di chi sta ai margini
Polizia locale taglia le tende delle persone senza dimora
Foto: Salto.bz

Mentre il presidente della Provincia di Bolzano, Arno Kompatscher, si recava a Roma per incontrare il commissario all’emergenza migranti, Valerio Valenti, per discutere della costruzione di un Centro di permanenza per i rimpatri, nel capoluogo si scriveva l’ennesimo capitolo di una saga scritta sulla pelle di chi sta ai margini.

Vicino al fiume, vivono quattro richiedenti asilo. Sono i cosiddetti “fuori quota”, che non vengono presi in carico dall’accoglienza nonostante ne abbiano diritto. Sono giovani e cercano di rimboccarsi le maniche. Tre di loro sono riusciti a entrare nei programmi di formazione finanziati dal Fondo Sociale Europeo. Passano sui banchi circa otto ore al giorno con l’obiettivo di imparare la lingua e le competenze necessarie per il mondo del lavoro. I volontari di Bozen Solidale li conoscono e li seguono da mesi. Sono stati loro ad acquistare le tende per aiutarli a superare le notte.

Ieri mattina sembrava una giornata come le altre. Ci si sveglia un po’ indolenziti e si ritorna a scuola. Al ritorno all’accampamento, l’amara sorpresa: tutte le tende sono state rotte con fendenti da taglio. Ad aggiornare i ragazzi è stato l’amico, l’unico presente perchè non prende parte ai corsi. Mostra la sua tenda: anche la sua è stata colpita. Il racconto che segue fa rabbrividire: due agenti della Polizia Municipale sarebbero arrivati, chiedendo i documenti e controllando l’interno delle tende, senza trovare nulla, se non del cibo e qualche vestito. Prima di andarsene, i due hanno cominciato a tagliare tutte le tende, rendendole inutilizzabili.


 

“Le tende le hanno lasciate lì, rotte, e non hanno preso quello che c’era dentro. Non so perché lo abbiano fatto. Noi non abbiamo fatto nulla, veniamo qui solo a dormire”, ci spiega uno dei ragazzi.

Il giorno prima, uno scenario simile è capitato a una coppia al Parco delle Religioni. Sono soggetti in condizioni di fragilità, da molti anni in Italia. Lei, divorziata, era sposata con un bolzanino. Lui, che racconta di aver frequentato anche l’università, cammina con l’aiuto di un deambulatore. 

Sono per strada da due mesi, le loro difficoltà sono evidenti. Una signora del quartiere, portando a spasso il cane li aveva notati. Da lì, ogni tanto, passa a portare loro qualcosa da mangiare. Dicono di non sapere dove andare e trascorrono quasi tutto il loro tempo al parco, dove si sono accampati. Erano presenti quando un nutrito gruppo di agenti, che riferiscono sempre appartenenti al corpo municipale, sono arrivati a sgomberarli. “Prendete la tenda, ma almeno lasciateci le nostre cose”, hanno supplicato, senza successo. I vestiti e altri oggetti personali sono finiti sul camioncino di Seab, destinati al macero. La notte l’hanno sempre passata in quel parco, questa volta su una panchina, all’aperto. Di separarsi non ne vogliono sapere, anche se questo significa stare all'addiaccio. Lei ha paura, ma non vuole entrare in nessuna struttura promiscua, che teme di più. Lui, una struttura invece l’ha lasciata per non abbandonare lei la notte.  Ad intercettarli sono stati nuovamente i volontari.

Polizia locale taglia le tende delle persone senza dimora
La Polizia locale taglia le tende delle persone senza dimora: "Abbiamo l’impressione che l’obiettivo sia diventato quello di portare la gente all’esasperazione, per giustificare il pugno di ferro" (Foto: Privat)

 

 

“Abbiamo ordinato due pizze perché ci hanno spiegato che non mangiavano da due giorni” spiega un’attivista che si è recata al parco non appena ha avuto notizia dello sgombero. I volontari non hanno potuto che constatare la drammatica situazione, dando indicazioni alla coppia su alcuni servizi essenziali che non conoscevano, come le docce. Ora, ci raccontano, stanno cercando di recuperare un’altra tenda. “In due giorni abbiamo trovato due situazioni da voltastomaco, tra accanimento su soggetti fragili e guerra a chi cerca di costruirsi una vita – commenta un’attivista di Bozen Solidale –. Non è la prima volta che succede una cosa del genere. Ricordiamo ancora lo sgombero della vigilia di Natale, o quando la Polizia Municipale ha gettato le tende dei senza dimora nel fiume. Abbiamo l’impressione che l’obiettivo sia diventato quello di portare la gente all’esasperazione, per giustificare il pugno di ferro”.