Arte | Alpinismo

Immergersi nelle imprese di Bonatti

Al via domani, 8 Novembre la mostra "Walter Bonatti. Stati di grazia - un’avventura ai confini dell’uomo." Tramite una serie di oggetti si ripercorre la vita dell'alpinista.
Walter Bonatti di fronte alla Laguna San Rafael, fiordi patagonici cileni, 1971
Foto: Museo Nazionale della Montagna di Torino/Galleria Civica di Bolzano
  • La mostra, prodotta dal Museo Nazionale della Montagna di Torino e ripresa dalla Galleria Civica di Bolzano, si propone di fare conoscere la figura dello storico alpinista attraverso una selezione di oggetti che ripercorrono la sua carriera.

    Walter Bonatti (22 giugno 1930 - 13 settembre 2011) è stato uno degli alpinisti più famosi e rispettati della storia. Nato a Bergamo, Bonatti è diventato noto per le sue imprese audaci ed il suo coraggio nelle scalate estreme, in particolare nelle Alpi dove ha affrontato alcune delle pareti più difficili e pericolose. Viene definito da Reinhold Messner come uno dei più grandi alpinisti della storia, oltre che “il fratello che non sapevo di avere”, titolo del libro dedicato a Bonatti dall’alpinista altoatesino.

    La mostra, organizzata dal CAI Bolzano, pone il focus sullo spirito di Bonatti, sul suo approccio personale e sperimentale verso l’avventura e la montagna che lo hanno portato a esplorare diverse vette in tutto il mondo, guadagnandosi il rispetto e l'ammirazione della comunità alpinistica internazionale. L’espressione “stati di grazia”, titolo della mostra, è usata da Bonatti stesso per descrivere la sua relazione empatica ed istintiva con la natura, che gli ha fatto vivere momenti di grande ispirazione e consapevolezza.

  • Walter Bonatti: Bonatti fotografato di fronte al Cervino, dopo la sua scalata invernale solitaria del 1965. Foto: Museo Nazionale della Montagna di Torino/Galleria Civica di Bolzano

    La mostra si sviluppa in tre diversi ambienti. Nella prima sala sono presenti diversi oggetti che ripercorrono la sua carriera da alpinista, sia i momenti di grazia che quelli di rabbia delle sue grandi imprese, conclusesi nel 1965. Con l’impresa sul Cervino, infatti, Bonatti decide di ritirarsi dall'alpinismo estremo all'età di soli 35 anni. Tra gli oggetti che riportano agli esordi troviamo alcune parti della sua attrezzatura come il suo casco bianco con una decalcomania di Pietro Gambadilegno, mitico personaggio dei fumetti di Topolino, e due diverse tipologie di scarponi risalenti a quegli anni. “La scelta di Bonatti di utilizzare per le sue imprese attrezzature più tradizionali per fondersi con l’ambiente naturale lo hanno reso celebre. Il suo approccio innovativo ed il suo legame diretto con la natura contribuiscono a renderlo ancora molto popolare, anche tra i ragazzi”, affermano i curatori.

  • La seconda sala è invece dedicata ai viaggi avventurosi che intraprese nel corso dei 15 anni successivi come reporter per il settimanale Epoca. La sua ricerca di un contatto autentico tra la natura e l’uomo si sposta nella natura selvaggia, che Bonatti esplorerà affidandosi solamente ai mezzi umani con l’ausilio delle popolazioni indigene di svariati luoghi. A testimoniare i suoi reportage vengono esposte diverse foto ma anche uno dei machete usati dallo stesso Bonatti nella giungla durante le sue spedizioni.

  • Walter Bonatti: Momento di gioia, dopo la danza in onore dei defunti, nel villaggio funebre di Lemo, a Tana Toradja, nell’isola Sulawesi, Indonesia, 1968. Foto: Museo Nazionale della Montagna di Torino/Galleria Civica di Bolzano

    La mostra si conclude al piano sotterraneo della Galleria Civica in cui si trova un’installazione multimediale che ripercorre il tracciato della via di Bonatti e Ghigo nel 1951 sul Grand Capucin, nelle Alpi del Monte Bianco. Le riprese con i droni proiettate sulla parete della sala, accompagnate dai rumori di attrezzature di metallo, permettono di immergersi nell’impresa di Bonatti. Sono inoltre presenti diverse prime pagine di giornali che celebrano le sue imprese, assieme a lettere di apprezzamento di personalità dell’epoca, tra cui quella del celebre editore Arnoldo Mondadori.

  • La selezione scelta per il piccolo spazio espositivo bolzanino vuole celebrare questo alpinista nazional-popolare che, oltre alle sue imprese in montagna, è stato anche un autore prolifico, scrivendo libri e articoli che documentano le sue esperienze e riflessioni sull'alpinismo. La sua eredità vive ancora oggi, ispirando generazioni di alpinisti e appassionati di montagna a seguire le proprie passioni e a superare i propri limiti.

  • La mostra è ad ingresso libero e sarà visitabile fino al 7 gennaio 2024 dal martedì alla domenica dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18. A corollario della mostra si terranno una serie di eventi collaterali, tra cui la proiezione del film: “Fratelli si diventa. Omaggio a Walter Bonatti, l’uomo del Monte Bianco” il 16 novembre al Teatro Spazio Costellazione, e lo spettacolo “Walter Bonatti – Sognare ancora. Canti, parole e musica per un mito del’900”, Il 24 novembre al Teatro San Giacomo.