Ambiente | climate change

Cos'è successo alla COP21 fino ad oggi?

Dopo una settimana dall'inizio della Conferenza sul Clima delle Nazioni Unite, un breve bilancio sul punto della situazione delle negoziazioni.
Avvertenza: Questo contributo rispecchia l’opinione personale dell’autore e non necessariamente quella della redazione di SALTO.

 

Oggi è il primo giorno di lavoro della seconda e ultima settimana della Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (COP21) a Parigi. Ma cos’è successo di interessante (o meno) nella prima settimana delle negoziazioni?

Sono due i punti molto importanti che stanno richiamando l’attenzione qui alla Conferenza. Il primo, che sembra sia quello più polemico, riguarda il vincolo che il nuovo Accordo globale dovrà avere. Sarà un Accordo legalmente vincolante o un Accordo parzialmente vincolante? Quindi cerchiamo di capire che cosa significa. Se l’Accordo sarà legalmente vincolante, i paesi saranno sanzionati se non raggiungeranno i propri obiettivi. Invece, se non sarà vincolante nessuno verrà “punito” per non avere portato a compimento il proprio obiettivo nazionale che verrà promesso nell’accordo futuro. Ciò che viene detto qui a Parigi è che l’Accordo sarà “ibrido” perché i suoi articoli avranno un carattere di forza di legge ma gli obiettivi che i paesi dichiareranno non avranno questa caratteristica. Il timore è che il Congresso degli Stati Uniti non ratifichi il nuovo Accordo (com’è successo con il Protocollo di Kyoto) e che quindi la manovra di non inserire le mete come “obbligatorie” risolva questa impasse nelle terre del signor Barack Obama.

Mezzo grado fa la differenza

Il secondo punto che richiama l’attenzione qui alla COP21 fa riferimento al limite massimo di aumento della temperature fino alla fine di questo secolo rispetto ai livelli dell’epoca della rivoluzione industriale: prima della Conferenza la probabilità più alta era che le delegazioni concordassero un aumento consentito fino a 2 gradi (tanto che i paesi hanno fissato le proprie mete prendendo come riferimento questo numero), ma già dai primi giorni si sono tenute diverse iniziative per fare pressione sull’abbassamento di questo valore a 1,5 °C.

Fino a sabato scorso, 110 paesi avevano già appoggiato l’ “1.5°C”, ma purtroppo i grandi “players” della negoziazione stanno continuando a puntare ai 2 gradi di aumento della temperatura. Ma perché tutta questa discussione per 0.5 °C? Ciò che gli studi scientifici affermano è che il superamento del valore di 1.5°C causerebbe gravi conseguenze non reversibili alle piccole isole e ai paesi sottosviluppati.

Finanziamento

Le negoziazioni specifiche sul finanziamento climatico alla COP21 non sono ancora cominciate, ma sicuramente è un tema che sta contaminando i dialoghi. Come si può pensare di mantenere le promesse dell’Accordo se, tornati alla realtà, non ci saranno i soldi per farlo? Il problema principale a Parigi è il tanto discusso GCF – Green Climate Fund (Fondo Verde del Clima) che è il fondo dell’ONU per il finanziamento dei progetti sul cambiamento climatico. L’obiettivo del GCF è di raggiungere i 100 milioni di dollari in “promesse” di deposito dei paesi entro il 2020 e di mantenere questo deposito annualmente. Tuttavia, fino ad ora si sono raggiunti soltanto i 10 milioni di dollari. Quindi ora a Parigi si discute sull’inclusione o meno del settore privato per il raggiungimento di questo obiettivo.

Un altro punto importante è che i paesi emergenti come il Brasile e la Cina, le quali economie sono tra le maggiori del mondo e il quale livello di emissione di CO2 nell’atmosfera pure, non hanno la stessa responsabilità storica dei paesi sviluppati, e sembra che non abbiano l’intenzione di fare grandi sforzi di investimento in questo fondo.

Il tema dei diritti umani

Durante la prima settimana è stato evidenziato il dibattito sull’inclusione dei diritti umani, l’uguaglianza di genere, l’equità intergenerazionale e i diritti delle popolazioni indigene. Sarebbe importante che questi termini entrassero nel preambolo (parte debole dell’Accordo)  o nell’articolo 2 (che avrebbe un peso maggiore nel testo) dell’Accordo, ma bisogna aspettare qualche giorno per vedere cosa succederà.

Esistono altre grandi importanti questioni nelle negoziazioni del nuovo Accordo, come l’adattamento, il Loss & Damage (che dovrebbe essere una specie di aiuto immediato per i paesi che già soffrono degli impatti negativi del cambiamento climatico) e il trasferimento di tecnologia, ma stanno andando a rilento per arrivare a un consenso.

Riassumendo: le cose sono abbastanza ferme, le negoziazioni non stanno andando come ci piacerebbe e speriamo che, a partire da oggi, i negoziatori comincino veramente a lasciare la politica da parte e si rendano conto che non c’è più tempo per giocare con il futuro del nostro Pianeta.

 

Questo articolo è stato tradotto dal portoghese da Giulia Motta Zanin.