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“Lo sciopero non serve a nessuno”

Dura replica dell’assessora Martha Stocker dopo l’annuncio di sciopero da parte dei medici di famiglia. “I sindacati non hanno mai avuto posizioni unitarie”.

Avevano annunciato due giorni fa la loro intenzione di scioperare i prossimi 16 e 18 dicembre e ancora a gennaio e poi ad oltranza i medici di famiglia, pronti a fare fronte comune. Lo aveva riferito Luigi Rubino, segretario di Fimmg, una delle quattro organizzazioni sindacali coinvolte insieme a Snami, Cisl Medici e Smi. Motivo della protesta i piani di riforma dell’assistenza sanitaria territoriale oltre che un’evidente incomunicabilità tra l’amministrazione provinciale e i medici di famiglia. “Al centro del dissenso - avevano scritto le quattro sigle sindacali in una nota congiunta - non si trova neanche la penalizzazione economica del medico di famiglia, ma il malo modo in cui la dirigenza provinciale tenti di rivoluzionare l’assistenza territoriale negandole ogni tipo di risorsa ed ignorando completamente il punto forte della medicina generale, cioè il rapporto di fiducia tra il cittadino ed il suo medico di famiglia”. L’intento è quello di “scuotere la cittadinanza con una serie di scioperi affinché venga a conoscenza che la medicina generale, finora efficace, poco costosa e molto apprezzata, rischia di essere smantellata nelle sue fondamenta e privata delle necessarie risorse, a dispetto di ogni proposta costruttiva finora fornita dagli stessi medici di famiglia”.

Non si è fatta attendere la replica dell’assessora Martha Stocker che in una nota ha scritto: “prendo atto con stupore della notizia diramata dai sindacati che la delegazione pubblica starebbe trascinando nel tempo le trattative, a fronte del fatto che la consulta provinciale, dall'inizio di settembre, si è riunita nove volte per discutere i punti ancora aperti del nuovo contratto integrativo provinciale dei medici di medicina generale”. L’assessora sottolinea inoltre che non c’è alcun tentativo di cambiare il rapporto di questi medici nei confronti dei loro pazienti, “al contrario - prosegue Stocker - il ruolo dei medici di medicina generale, in un sistema di assistenza sanitaria integrata, dovrà essere rafforzato e non certo indebolito”.

Dall’entrata in vigore del nuovo contratto integrativo - ha spiegato ancora l’assessora - sono stati concordati alcuni punti importanti, come il compenso dei medici di servizio, il finanziamento dei progetti speciali, il conguaglio dell'inflazione e l'adeguamento del contributo incentivante per i medici che operano in zone svantaggiate. Arriva poi l’attacco frontale ai sindacati: “Se alcuni temi come la regolamentazione della medicina di gruppo in rete o il finanziamento di progetti per il sostegno ai giovani medici non sono stati affrontati, ciò ha anche a che fare con il fatto che i sindacati non hanno in merito delle posizioni unitarie e, di conseguenza, sinora non sono state presentate le relative proposte. I sindacati hanno inoltre ovviamente la possibilità di esercitare la loro influenza sui temi che devono essere discussi nel corso delle sedute e di presentare dei punti da inserire all'ordine del giorno”.

Sulla nuova situazione giuridica, contro la quale da tempo la Giunta provinciale ha preso posizione, Stocker interviene affermando che l’esecutivo non può semplicemente limitarsi a mettere a disposizione i mezzi finanziari; tutti i punti che regolamentano il rapporto tra la Provincia e i medici di medicina generale, devono essere concordati nell'ambito di un contratto collettivo. “Proprio per questo - si legge infine nella nota - Proprio per questa ragione un dialogo aperto sarebbe più importante che mai. Uno sciopero non serve né all'assistenza sanitaria della popolazione altoatesina, né rende più facili le trattative”.