Palcoscenico | Teatro

King Lear, la tragedia di un re

Una città, un teatro e due lingue. Nella stessa stagione König Lear e Re Lear, tratti dalla tragedia di Shakespeare, vanno in scena al Teatro comunale. Succede a Bolzano Bozen.
Kent, in König Lear
Foto: Luca Guadagnini
  • Una corona regale per un berretto

    La tragedia di Shakespeare è andata in scena prima in tedesco, in un allestimento delle Vereinigte Bühnen Bozen, e in questi giorni, per la Stagione del Teatro stabile di Bolzano, anche in una produzione italiana con la regia di Gabriele Lavia. König oppure re, comunque lo si voglia chiamare qui a Bolzano Bozen, King Lear cede il suo regno, e al posto della corona regale non gli resta che il berretto del Matto. Benvenuto Lear, nella schiera di chi non conta nulla, degli invisibili, dei calpestati e derisi. Non ti spetta più la fatica del regno, a cui hai rinunciato passando il potere nelle mani delle tue due figlie adulatrici, Goneril e Regan, rinnegando la prediletta Cordelia, che non si è prestata alla piaggeria. Solo il fardello del dolore e l'inutile saggezza del Matto ti restano. Senza la protezione del manto regale, sfarzoso e pesante, sei in balia della tempesta, insieme allo scettro sono sparite le manifestazioni di affetti che ritenevi sinceri. Essere re, non ti ha educato alla fragilità di essere un uomo. La follia, la perdita della ragione, sono ora l'unico rifugio per te, il Matto è la tua ombra, e neppure lui potrà seguirti quando l'abisso è più profondo. 

    Un'altro padre, il conte di Gloucester, solo dopo che gli avranno cavato gli occhi in un gesto efferato, riconoscerà la sua ottusa cecità, che gli aveva impedito di distinguere tra i due, Edmund e Edgar, il vero figlio devoto dal figlio sleale. Un vortice di passioni, tradimenti e intrighi, seguono alla decisione di abdicare di Lear, fino alla guerra, con scontri e morti cruente. Uno ad uno cadono nella spirale di violenza che loro stessi alimentano, il duca di Cornovaglia, Regan, Edmund e Goneril. La stessa Cordelia non si salva, imprigionata insieme a Lear sarà uccisa impiccata davanti agli occhi del padre. L'abbraccio del misero re con il corpo della figlia esanime è l'atto finale della tragedia. Lear non regge al dolore e muore. Solo attraverso un travisamento il fedele Kent [nella foto di copertina, interpretato da Theo Helm, in König Lear] si era salvato, e lo stesso Edgar sfugge alle macchinazioni e alla rabbia violenta del fratello prendendo le sembianze di un povero pazzo vagabondo. A Edgar spetta anche l'ultima battuta del dramma, che placa forse la tempesta: "Non pretenderemo di essere eterni".

    Eterno resta il teatro e Bolzano ha il privilegio di viverlo in due lingue e tradizioni diverse. 

      

  • Re Lear: Gabriele Lavia interpreta Re Lear nell'omonima tragedia di Shakespeare, andata in scena a Bolzano Foto: Tommaso Le Pera
  • Il doppio fascino delle parole

    Impossibile il confronto diretto tra le due produzioni. Più intimo ed essenziale il König Lear con la regia di Rudolf Frey, andato in scena nello spazio scenico ridotto del Teatro Studio. Severi i costumi a ingabbiare le passioni che esplodono poi nelle orribili scene di violenza e negli scontri fisici, aiutate da effetti luminosi e sonori disturbanti, in una scenografia scarna a definire la geometria del palcoscenico e dell'azione teatrale. Quasi brechtiano e surreale lo straniamento con lo scambio di generi tra gli interpreti: Patrizia Pfeifer nel ruolo del conte di Gloucester, Gerti Drassl nelle vesti del Matto e un sorprendente Miguel Jachmann nel doppio ruolo di Cordelia e di Edgar. Potente anche Alexander Ebeert nel ruolo principale. La forza intrinseca del teatro è già tutta nella poesia del testo, tradotto da Kiki Miru Miroslava Svolikova. Le parole restano immortali, indefinite nel tempo, fino alla battuta finale di Edgar "Die Jungen steigen, wenn die Alten fallen". Lo specchio del teatro, ancora una volta, si mostra irrinunciabile.

  • König Lear: Kent, Re Lear, il Matto e Gloster. nell'allestimento di König Lear delle Vereinigte Bühnen Bozen, stagione 2025-26 Foto: Luca Guadagnini
  • Di più ampio respiro e opulenta la produzione di Re Lear del Teatro di Roma, con Gabriele Lavia alla regia e nel ruolo di re Lear, allestita a Bolzano sul palco della Sala grande. Un'altra impostazione e lo stesso fascino. Un re vigoroso e tragico quello di Lavia, che domina il palcoscenico e a più di ottant'anni trascina la vasta troupe di validi attori e attrici con lui, per più di tre ore in una interpretazione memorabile della tragedia shakespeariana. Notevole Ian Gualdani nel ruolo di Edmund, Giuseppe Benvegna nell'interpretare la maschera del pazzo vagabondo, dietro cui è costretto a celarsi Edgar braccato, e tra tutti, il Matto poetico (Andrea Nicolini), l'ombra del re, che nei momenti cruciali traduce la tragedia in una cinica commedia, in cui il pubblico possa riconoscersi.

  • Re Lear: Gabriele Lavia nel ruolo del re e Eleonora Bettazza in quello della figlia Cordelia, imprigionati insieme, nella tragedia, in scena nella stagione 2025-26 del Teatro stabile di Bolzano Foto: Tommaso Le Pera
  • Ancora una volta sono le parole del testo di Shakespeare, qui nella traduzione di Angelo Dallagiacoma e Luigi Lunar, a restare cesellate nelle coscienze, dopo che è calato il sipario su un allestimento perfettamente calibrato e sontuoso, grazie anche agli splendidi costumi ideati da Andrea Viotti, di fattura preziosa con richiami storici accurati.

  • König Lear: Chi è il matto? Gerti Drassl e Alexander Ebeert interpretano der Narr e König Lear nella tragedia di Shakespeare messa in scena dalle Vereinigte Bühnen Bozen Foto: Luca Guadagnini
  • King Lear di William Shakespeare

    König Lear

    Vereinigte Bühnen Bozen Spielzeit 2025-26

    Regie
    Rudolf Frey

    König Lear Alexander Ebeert;  Der Narr Gerti Drassl; Kent Theo Helm; Goneril Jasmin Mairhofer;  
    Regan Swintha Gersthofer;  Cordelia / Edgar Miguel Jachmann; Gloster Patrizia Pfeifer; Edmund / Oswald Martin Valdeig

    ----------------------------

    Re Lear

    Stagione 2025-26 del Teatro stabile di Bolzano

    Regia Gabriele Lavia

    Re Lear Gabriele Lavia,
    e con Giovanni Arezzo, Giuseppe Benvegna, Eleonora Bernazza, Beatrice Ceccherini, Federica Di Martino, Ian Gualdani, Luca Lazzareschi, Mauro Mandolini, Andrea Nicolini, Giuseppe Pestillo, Gianluca Scaccia, Silvia Siravo, Lorenzo Tomazzoni, Alessandro Pizzuto.