Cronaca | Bressanone

Donna trovata senza vita a Bressanone

ll corpo della 56enne è stato trovato da passanti sul ciglio della strada. Gli inquirenti escludono la morte violenta e dispongono l'autopsia, sembra confermata la morte per assideramento.
casa abbandonata bressanone
Foto: Alessio Giordano
  • Il 6 gennaio il corpo senza vita di H.H.O., 56enne di origine somala, è stato ritrovato da alcuni passanti sul ciglio della strada in Via Castelliere a Bressanone. La donna era residente in un appartamento del centro storico della città vescovile dal 2009, ma avrebbe trascorso le ultime notti all’addiaccio rifugiandosi in una casa abbandonata nei pressi della sede della cooperativa sociale Kinderdorf. I carabinieri, che indagano sull'accaduto, hanno escluso cause di morte violenta o tracce di incidenti e hanno disposto l’autopsia. Gli inquirenti, hanno da poco confermato che la donna sarebbe morta a causa dell'assideramento. Il Comune di Bressanone ha precisato che non è stata chiarita totalmente la dinamica del decesso, mancando ancora il risultato l'esame tossicologico della donna.

    H.H.O. viveva in Italia da diversi anni. A Roma aveva ottenuto il riconoscimento della protezione internazionale e si era poi trasferita in Alto Adige, dove fino a due anni fa avrebbe vissuto in un appartamento a Bressanone insieme al compagno. Dopo alcuni problemi la coppia avrebbe perso l’alloggio e quel punto la donna si sarebbe trasferita a Bolzano. Presa in carico dai servizi, nel capoluogo è stata ospite di Casa Conte Forni, struttura di accoglienza gestita da Volontarius, dal 2022 al 2024. “Per far fronte al suo acuto problema di dipendenza da alcol era stato tentato, tra le altre cose, un invio al servizio specialistico Hands, che però non era andato a buon fine”, spiega Anastasia Routou, responsabile del servizio. Nel corso del 2024 l’accoglienza a Casa Conte Forni era giunta al termine a causa delle numerose assenze della donna. In fase di dimissione erano stati presi contatti con il distretto sociale di Bressanone da cui sarebbe stata presa in carico poiché risultava ancora residente nella città vescovile.

    Sara Dejakum, assessora all'Inclusione/Integrazione del Comune di Bressanone, ricorda che “con lei i servizi sociali del territorio avevano provato ad avviare un percorso, ma purtroppo è stato possibile ‛incontrarsi’ solo una volta in videocall, mentre a quanto mi risulta non si era mai presentata agli appuntamenti successivi”. Da fine novembre H.H.O. aveva frequentato il servizio di distribuzione pasti della Caritas “Maria Hueber”. Dejakum riporta, inoltre, che negli ultimi tempi la donna soffriva di problemi di salute e per questo lo scorso 23 dicembre era stata ricoverata in ospedale, da cui si era poi allontanata volontariamente firmando le carte per l'autodimissione dal ricovero. Al momento delle dimissioni dall’ospedale H.H.O sarebbe stata accolta dalle Suore terziarie di via Roncato, poiché “sebbene a Bressanone i dormitori di Emergenza Freddo siano riservati solo agli uomini, abbiamo la possibilità di inserire donne e famiglie in emergenza in quattro pensioni o, appunto, presso le Suore terziarie”, spiega Dejakum. 

    La donna avrebbe però rifiutato questa soluzione, trascorrendo le notti seguenti in una casa abbandonata in via Castelliere, dove, secondo i collaboratori della cooperativa sociale Kinderdorf, “alcune persone senza dimora trovano rifugio”. Proprio lungo questa strada, il 6 gennaio, alcuni passanti hanno ritrovato il corpo senza vita di H.H.O. 

    Gli attivisti di Bozen Solidale hanno commentato l’accaduto con un post su facebook, dichiarando che “al di là del motivo reale che ha portato al decesso, è il morire per strada lascia basiti, esterrefatti e increduli”, mentre Senio Visentin, responsabile del servizio di distribuzione pasti della Caritas, invita l’intera comunità a una riflessione sottolineando come “un evento di questa portata deve farci interrogare su come potersi muovere per essere di supporto a chi vive in una condizione di emarginazione talmente acuta da rifiutare le proposte di sostegno che le vengono paventate. È una riflessione che abbiamo il dovere di fare tutti insieme – pubblico, privato sociale e volontariato –, perché si tratta di un tema davvero molto complesso per il quale vanno trovate risposte”.