“Troppo debole l’impegno italiano”
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La Presidente del Gruppo per le Autonomie Julia Unterberger critica l’impegno italiano nel caso di Ilaria Salis, detenuta ingiustamente in Ungheria. La senatrice SVP è intervenuta ieri (8 febbraio) in Senato sull’informativa del Ministro Tajani. Ilaria Salis, attivista antifascista di Monza, è ingiustamente incarcerata da 11 mesi in un carcere di massima sicurezza a Budapest, in Ungheria. Le sue condizioni di detenzione sono state definite "disumane" sia da lei stessa che da chi l'ha visitata, i genitori hanno chiesto l’intervento delle istituzioni italiane per porre fine all’incarcerazione.
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L’accusa che Unterberger rivolge al Governo italiano è di non fare abbastanza per l’insegnante trentanovenne, presente di fronte al Tribunale ungherese qualche giorno fa con mani e piedi legati da catene. “Il Governo la smetta di raccontare che non può intromettersi nella giustizia indipendente di un altro Paese. In Ungheria la magistratura non è indipendente dal potere politico e questo è motivo di costante conflitto con l’Unione europea.”
La procura ungherese ha chiesto 11 anni di detenzione per llaria Salis, l’accusa è di aver causato delle lesioni ad alcuni manifestanti neonazisti l'11 febbraio dei 2023, durante la manifestazione di estrema destra il Giorno dell’Onore.
Le critiche di Unterberger all’Ungheria sono di non rispettare i principi di uno stato di diritto e di non essere uno stato degno di stare nell’Unione Europea: “è un Paese che permette ogni anno il Giorno dell’Onore, una manifestazione che raduna nazifascisti di mezza Europa. Questa storia carica di fascismo e misoginia è degna di un regime totalitario. Si deve alzare la voce – prosegue la senatrice – non si può essere garantisti in Italia e sostenere che ogni Stato ha i suoi metodi, quando vengono calpestati così apertamente diritti di una cittadina italiana”.
Contro l’incarcerazione di Salis e gli interventi insufficienti del governo italiano è stato organizzato ieri (8 febbraio) da Spazio autogestito 77 un presidio in Piazza Università a Bolzano. Gli attivisti criticano fortemente il trattamento detentivo subito da Salis: “Chi si è schierato dalla parte giusta della storia viene inghiottito dal buco nero del sistema penitenziario ungherese: Ilaria Salis è stata per mesi in uno stato di massimo isolamento, in una cella stretta tre metri per tre, tra topi, cimici e mancanza di servizi essenziali”. Proseguono gli attivisti: “Le immagini dure, che hanno fatto il giro dei mezzi di informazione, sono eloquenti, ma è solo l'ultima di tutta una storia assurda quanto estranea ad ogni logica democratica”.