L'urlo
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Renzi avrebbe deciso di candidare Marco Tardelli alle prossime elezioni europee.
La notizia, anticipata dall'Unità, ha avuto vasta eco su altre testate (tra le quali la mia, contro il muro: non me ne faccio una ragione!).
Gli spunti di interesse sono diversi:
- mi chiedo, ad esempio, se la decisione di candidare il grande statista sia maturata prima o dopo la candida confessione di quest'ultimo ("io in politica non sono molto ferrato"): ogni volta che un ministro scelto da Renzi apre bocca tendo a propendere per la seconda ipotesi, ma è una mera opinione personale;
- mi chiedo, poi, cosa penseranno i parlamentari (seriamente) europei quando si troveranno nel mezzo di uno scambio maggioranza-opposizione condotto a colpi di «prendi questa mano, zingara» e «ha detto "mano"! In base alla mia conoscenza del regolamento, è rigore!». Già immagino orde di occhi pallati che fissano l'auricolare sperando si tratti di una sana sbornia del traduttore, o il povero Schulz che, tirando fuori dal portafogli una foto di Silvio, si lascia scappare una lacrima al pensiero di quando in parlamento sapevano almeno cosa volesse dire "kapò".
- mi chiedo, soprattutto, se il criterio meritocratico ribadito da Renzi non porterà un futuro ministero a Balotelli. È una prospettiva affascinante, se non altro perché contribuirà a tenermi incollato al teleschermo, davanti a "Chi l'ha visto?", quanto pubblicheranno la foto degli incisivi di Calderoli, misteriosamente scomparsi dopo che quest'ultimo avrà provato a rivolgere al neo ministro le stesse carinerie riservate alla Kyenge.
Nel 1990, dall'alto dei miei nove anni, avevo un sogno: Schillaci sindaco del mondo!
Ora i tempi sembrano maturi: FORZA TOTÒ!