Libertà
Foto: Sam Caldwell
Società | finferli e nuvole

Coronadopo

Le sparate di Salvini in astinenza da like, lo strike di Johnson, i serpenti velenosi, e la vita post-virus.

Un amico di chat ama fare previsioni. Tra di noi lo chiamiamo Nostradamus. Vedrete, uozappa Nostradamus, i bar, i supermercati, al cinema, nell'autobus, Tinder, le trombamiche, la nostra partita di biliardo... nulla sarà mai più come prima, ci sarà un prima e un dopo.

Nessuno ha commentato e nessuno ha risposto. L'osservazione è talmente banale che siamo rimasti sorpresi. Non è da lui scoprire l'acqua calda. Si vede che si è fatto travolgere dal momento.

Ovvietà, ma anche buone notizie.

Salvini, per esempio. È sparito dalle prime pagine. Annaspa a fatica in coda. Con i morti prelevati dall'esercito, il suo crocifisso esibito in tv risulta offensivo. Le citofonate ai presunti spacciatori tunisini sono gaglioffate nauseabonde. Inoltre per il virus non può nemmeno incolpare i negri. I cinesi, elettoralmente, non rendono altrettanto. In astinenza da like, ha proposto quindi un'assurda apertura delle chiese a Pasqua. Ha lasciato senza parole tutti, anche i suoi.

Prendiamo Boris Johnson. Capello di saggina e faccia da pub, è comparso in Tv dicendo che sarebbero morti in molti. Parenti, amici, conoscenti. Il giorno dopo ha affermato che per l'immunità ci voleva il gregge. Poi ha ritrattato e chiuso tutto. È rimasto contagiato lui stesso. È comparso in Tv dicendo che stava bene. Quindi l'hanno ricoverato in terapia intensiva. Che strike ragazzi!

Il virus presenta il conto. Subito, non tra due anni. Coronadesso.

A Boris Johnson auguriamo umanamente di sopravvivere. Potrebbe poi magari ritirarsi sulle Highlands con una solida scorta di Caol Ila.

Salvini dovrebbe andare incontro alla frana nei sondaggi prima e a quella elettorale poi. In Italia, però, non si sa mai. La memoria corta è un attributo nazionale.

Il Coronadopo sarà effettivamente duro, e non solo per l'economia. Film, monologhi, fiction televisive, discorsi da bar, teatro, lezioni a scuola, testimonianze...tutto quanto ruoterà attorno al prima e al dopo. Sarà un tema esclusivo. Già adesso è così e la saturazione è vicina

Ci sono ovviamente anche cattive notizie, al di là del virus. Il Coronadopo sarà effettivamente duro, e non solo per l'economia. Film, monologhi, fiction televisive, discorsi da bar, teatro, lezioni a scuola, testimonianze...tutto quanto ruoterà attorno al prima e al dopo. Sarà un tema esclusivo. Già adesso è così e la saturazione è vicina.

Che fare?

Probabilmente l'unica salvezza saranno i classici. Magari la scoperta di autori minori. Opere e intrattenimento lontani dal vicino presente. Tolstoj, Fellini, Pinter... Tv spente, cinema frequentati solo a film sicuro, teatri anche. Quanto durerà? Due, tre anni?

Per distrarmi, su “Internazionale” ho letto un articolo che in altri tempi mi sarebbe forse scivolato via senza quasi lasciare ricordo. “Poche gocce di veleno” il titolo, “Mosaic” il nome della rivista. Un estratto.

“Si calcola che ogni anno in tutto il mondo siano morse da serpenti velenosi 2,7 milioni di persone, e che circa centomila di loro muoiano. La maggior parte delle vittime vive in comunità povere e politicamente emarginate. I dati relativi all'Africa sono frammentari, ma secondo quelli più recenti nella regione subsahariana i serpenti velenosi uccidono circa ventimila persone all'anno”.