Politica | I fondi Ue

Recovery Plan, ancora troppe ombre

Gli ambientalisti: “Serve chiarezza sui criteri”. Kompatscher rassicura: “Riferiremo non appena avremo elementi concreti”. Oggi il confronto Draghi-Regioni.
Arno Kompatscher
Foto: ASP/Fabio Brucculeri

Sulla faccenda dei test fai-da-te per poter frequentare la scuola il presidente della Provincia Arno Kompatscher tiene la barra dritta e difende l’ordinanza della giunta nonostante l’altolà di Roma. Mentre è atteso per oggi (8 aprile) il pronunciamento del Tar sulla richiesta di sospensiva del provvedimento avanzata da alcune famiglie altoatesine, prosegue l’ordinaria amministrazione per Kompatscher che ieri ha incontrato in videoconferenza le associazioni ambientaliste per fare il punto sul Recovery Plan, in vista del meeting odierno fra le Regioni e il premier Mario Draghi. “In Italia - ha specificato il governatore dell’Alto Adige - non è ancora chiaro come sarà strutturato il Recovery Plan che lo Stato presenterà alla Ue, così come non sono chiari i criteri di valutazione dei progetti e soprattutto in che termini le singole Regioni potranno formulare le proprie richieste”.

Difficoltà sono infatti state riscontrate dagli stessi presidenti delle Regioni e delle Province autonome nell’ottenere informazioni esaustive sul modo di procedere e sulla possibilità di sottoporre i propri progetti in vista dei finanziamenti europei dal Recovery Fund. Detto questo Kompatscher ha fatto presente che alcuni progetti, come ad esempio nel caso di Water management e Piano tutela acqua, ma anche di Scuola digitale, sono frutto di processi partecipati, ma per altri, data la complessità dell’iter decisionale e l’urgenza della comunicazione, ciò non è stato possibile.

 

Il confronto

 

In rappresentanza delle 11 associazioni ambientaliste, che si erano ritrovate agli inizi di aprile, sia Andreas Riedl, direttore della Federazione protezionisti sudtirolesi (Dachverband), che Gabriele Crepaz di Zukunftspakt, avevano ribadito la critica di deficit informativo in merito al Recovery Fund e l’assenza di un modus operandi partecipativo autentico, necessario per concretizzare l’auspicata svolta verde, rinnovando la richiesta di delucidazioni sui criteri adottati dalla Provincia nella scelta dei progetti sottoposti alla valutazione governativa per ottenere i finanziamenti Ue.

Particolare interesse è stato dimostrato dal presidente Kompatscher verso uno studio realizzato dall’associazione Klima Club Südtirol. Come ha spiegato Thomas Egger, l’associazione ha preso in esame i progetti presentati dall’Alto Adige avvalendosi delle informazioni disponibili e secondo i criteri per il raggiungimento degli obiettivi per il clima della Conferenza di Parigi; ne è emerso che solo il 31% di questi progetti avrebbe un effetto positivo o molto positivo. Nonostante ciò, l’esame ha evidenziato che, nel raffronto con i progetti degli altri Stati Ue quelli altoatesini avrebbero un indirizzo analogo.

La volontà del Landeshauptmann è ora quella di programmare un incontro informativo con i rappresentanti delle associazioni ambientaliste non appena disporrà di elementi concreti in riferimento al Recovery Plan nazionale. In merito ai possibili finanziamenti, Kompatscher ha ricordato che delle risorse destinate allo Stato italiano, ad oggi, non si sa ancora se ne siano previsti per le Regioni e in che quantità.

Ultimo tema affrontato quello della strategia della giunta provinciale sulla sostenibilità e il piano per il clima che ne è parte integrante. “Il nostro obiettivo è la presentazione della strategia prime dell'estate; l’intenzione è quella di fare riferimento agli obiettivi di sostenibilità indicati dall’ONU e nel rispetto di tutte le generazioni”, ha spiegato Kompatscher. Da quel momento sarà anche avviato il processo di coinvolgimento partecipativo dei vari stakeholder.

 

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Karl Gudauner Gio, 04/08/2021 - 11:56

Was für die Sozialpartnerschaft gilt, trifft auch auf den sozialen Dialog als erweiterte und von der EU auf allen Ebene propagierte Einbeziehung der gesellschaftlichen Interessenvertretungen zu und ist auch Voraussetzung für eine echte Bürgerbeteiligung: Die Mitsprache muss strukturell verankert sein und klare Regeln aufweisen, die auf Information und Transparenz bauen, einen respektvollen und konstruktiven Umgang fördern und Garantien dafür bieten, dass die Stimme der Interessensverbände und der Bürgerinnen und Bürger ernst genommen wird.

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