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Bici elettrica, il “ritardo” altoatesino

Bonus, negozianti subissati di richieste dai cittadini, ma gli aiuti non sono pronti. “Fate presto” dicono da Pit stop. Alfreider: tra 10 giorni. Trento è già partita.
Pit stop, Kevin Leveghi
Foto: Pit stop

Corre veloce la bici, specie se elettrica, nella ripartenza altoatesina dal coronavirus. Una soluzione sostenibile e individuale, in teoria più sicura rispetto al trasporto pubblico perché evita l’affollamento. Proprio per questo motivo la Provincia di Bolzano ha deciso di promuoverla nella fase 2 attraverso un pacchetto di misure per la ciclabilità, già annunciato. Il problema è che le aspettative generate nei cittadini sono alte (lo dimostra il successo del sondaggio online), mentre gli aiuti ancora non sono pronti. Lo saranno, promette l’assessore Daniel Alfreider, a breve, una decina di giorni, completi e cumulabili con quelli statali. Ma mentre a Trento sono già partiti con i bonus da 600 euro per le ebike, 100 per le muscolari, i negozianti altoatesini si trovano con i clienti che spostano in là gli acquisti. “Fate presto - dicono dal Pit stop in corso Libertà a Bolzano - perché così ci bloccate il mercato”.

 

Ebike, Bolzano insegue Trento

 

Nella delicata gestione della pandemia le due Province autonome hanno cercato di armonizzare il più possibile le misure in un quadro regionale, soprattutto per la ripartenza. Trento, investita maggiormente dal contagio, si è trovata ad inseguire Bolzano, piuttosto che il contrario. Ma nel caso del supporto effettivo alla ciclabilità è ora l’Alto Adige a trovarsi staccato

L’amministrazione provinciale trentina ha promesso che dalla prossima settimana saranno pronti modulo e procedura semplificata per gli acquisti, possibili con tutta probabilità nei negozi della provincia. Il bonus - non cumulabile con quello nazionale - è pensato per spingere l’utilizzo della bici da parte dei lavoratori. Vale nei Comuni “metropolitani”, Trento, Rovereto, Pergine, Riva e Arco, per coloro che ci abitano o vi lavorano (residenti in qualsiasi altro municipio), e copre fino al 50% della spesa, ma fino a un massimo di 600 euro (appena elevati da 500) per le ebike e 100 per le tradizionali.

 

Nel frattempo, cosa fa Bolzano? Palazzo Widmann, conferma Alfreider, sta portando avanti il lavoro per il piano della ciclabilità. Un’elaborazione iniziata già lo scorso novembre, che si sta perfezionando alla luce della Fase 2 e dei suggerimenti dati dalla popolazione nel sondaggio online sulla mobilità sostenibile lanciato dall’amministrazione (ben 7.000 risposte nei primi 4 giorni, aveva detto l’assessore). Il tempo, prosegue, serve per preparare un pacchetto efficace. 

“Non si tratta solo di bonus, che posso anticipare per l’Alto Adige riguarderanno tutti i cittadini e tutto il territorio, dunque non solo le aree metropolitane come a Trento - chiarisce Alfreider -. Il piano per la mobilità ciclistica della Provincia di Bolzano parte da un attento esame dei dati e comprende le misure per gli investimenti per le nuove infrastrutture, per i servizi di supporto, oltre che gli incentivi all’acquisto”. Serve qualche giorno in più dunque, anche per armonizzare i provvedimenti locali con il bonus annunciato dal governo, sempre attorno ai 500 euro. “Memore dell’esperienza per le auto elettriche - continua l’assessore -, questa volta vogliamo concordare la norma con lo Stato per permettere da subito la cumulabilità degli incentivi”. Un po’ di pazienza ancora per i cittadini. “In una decina di giorni o un paio di settimane” si arriverà alla delibera che conterrà il pacchetto.

 

Il mercato in fermento

 

Intanto il mercato del settore che solitamente si “riaccende” con la stagione calda comincia a far fronte alle richieste dei consumatori. In tanti si aspettano un boom delle due ruote in un’estate che ha molte incognite, in cui occorrerà privilegiare per lo svago mete lowcost e di prossimità. Chi ha già una bici l’ha semplicemente rispolverata dalla quarantena dopo il “via libera” di Kompatscher, chi invece ne vuole una nuova ha già cominciato a fare capolino nei negozi fisici o online.

Anche per i fornitori dell’industria ciclistica - anche a livello artigianale, di piccole aziende - la stagione è ripartita. “Abbiamo riaperto da una settimana e abbiamo avuto in pochi giorni una cinquantina di richieste di batterie” spiega Marco Petrelli della cooperativa Renergize, laboratorio di via Aslago a Bolzano specializzato nella produzione in loco di batterie per le ebike del made in Italy. “Certamente tantissima gente ha ripreso in mano la bici, complice il bel tempo, per diletto o soprattutto per andare al lavoro”. Secondo il produttore non ci sarà un collo di bottiglia per le tante richieste, riguardo ad un tipo di prodotto molto variegato, con un range di prezzo notevole (le ebike, ovvero la categoria di bici a pedalata assistita, possono andare dai 7-800 o 900 euro per una entry level fino a molte migliaia di euro, con una fascia accettabile di buon livello sui 1.200-1.500 euro. Ovviamente il prezzo cambia rispetto al modello, city-bike, mountain bike, bici da corsa).

C’è tantissima offerta - continua Petrelli -, non sarà certo un problema. Una miriade di ditte in Italia che offrono ebike, più i grossi gruppi. Il consumo di questo prodotto è ancora basso nel nostro Paese rispetto alla media europea. Nel continente ci sono qualcosa come 2 milioni di esemplari, in Italia 100-150.000 mila e l’acquisto medio in Germania è di 2.000 euro, da noi ancora basso”. 

 

Pressing dei negozianti: fate presto

 

Qualche timore in più lo manifestano nel punto vendita e riparazioni Pit stop di corso Libertà a Bolzano. I titolari Kevin Leveghi e il padre Andrea soffrono il “ritardo” del bonus provinciale e considerano un’incognita gli stock delle fabbriche di produttori di ebike. “Noi abbiamo riaperto da inizio settimana: in pochi giorni circa 30 clienti sono venuti a informarsi sulle bici elettriche - dice Kevin -. Hanno sentito l’annuncio e sono interessati, ma noi dobbiamo spiegare che ancora non c’è nulla di effettivo. Così abbiamo il mercato bloccato perché si rimanda l’acquisto”. 

 

Peccato perché per i negozi di bici questi sono mesi e settimane cruciali. Le vendite infatti sono stagionali. “Se posso rivolgermi agli amministratori provinciali, chiederei di fare presto - prosegue l’esercente -. Serve una procedura semplice per il cittadino e anche per il negoziante, ad esempio sull’incasso della quota, in modo da non lasciare un’attività anche piccola scoperta di 500 euro per molto tempo (in realtà, almeno a Trento sarà il consumatore ad anticipare tutta la somma, ndr)”.

Il mercato insomma è pronto a soddisfare le richieste dei cittadini. Le ebike sono in crescita (“Ne vendiamo circa 60 l’anno, ancora meno delle muscolari ma la differenza si assottiglia sempre più”, spiega Leveghi), così come molto probabilmente tutto ciò che quest’estate sarà legato alle due ruote. “L’emergenza Covid, la crisi economica faranno sì che le bici saranno molto utilizzate, per una gita al lago, per un’escursione domenicale, anche perché molta gente avrà scarsa capacità di spesa e nessuno sa come si riprenderà il turismo” ragiona il negoziante. Un collo di bottiglia dalle fabbriche? “È possibile - conclude -, vediamo come riprenderà la produzione”.