Politica | Parlamento europeo

Spinelli va a Bruxelles, la sinistra si spacca

Barbara Spinelli ci ripensa e decide di accettare il seggio al Parlamento europeo al quale aveva preventivamente detto di non aspirare. Una decisione controversa, che divide i sostenitori della Lista Tsipras accellerandone la decomposizione e mettendo per l'ennesima volta a repentaglio il progetto dell'unità della sinistra.

Forse solo chi è riuscito incredibilmente a sperare che stavolta andasse in modo diverso c'è rimasto veramente male. Il fatto che non si tratti di poche persone acuisce solo il rammarico. Barbara Spinelli, eletta in due circoscrizioni alle elezioni europee ma originariamente intenzionata a non approfittare delle preferenze per lasciare spazio ad altri candidati, ci ha ripensato e, ignorando gli appelli che la invitavano a mantenere la parola data, farà le valige per Bruxelles. La decisione, comunicata ieri sera (7 giugno) con una lettera, ha ovviamente mandato in fibrillazione l'arcipelago della sinistra (come si dice) che aveva sperato in un esito diverso. Anche perché, in questo modo, uno dei due aspiranti parlamentari che avrebbero potuto prendere il posto della Spinelli è stato costretto a rinunciare. Si tratta di Marco Furfaro, di Sel, giacché Spinelli, candidata in due circoscrizioni, ha deciso di vincere in quella di centro, "salvando" il posto a Eleonora Forenza, di Rifondazione Comunista. 

Lapidario il commento di Paola Bucchieddu, la "segretaria" della Lista Tsipras che era stata al centro di un piccolo caso mediatico durante la campagna elettorale: "Questa - a casa mia - si chiama truffa". Ma la "sintesi" emotiva condivisa da molti militanti la dà su facebook il Consigliere comunale di Bolzano Luigi Gallo, il quale ha scritto: "Insomma con il mio voto alla Lista Tsipras , la lista della sinistra unita, ho contribuito a mandare a Bruxelles due giornalisti di Repubblica su 3 eletti; non male come nuova sinistra. Ho l' impressione di aver ancora una volta confuso un malinconico tramonto con una nuova alba. La traversata del deserto è ancora lunga e non so nemmeno se ho voglia di farla".

Adesso è prevedibile che nell'arcipelago della sinistra (come continueremo a dire) si apra un largo e doloroso "dibattito". Fino al varo del prossimo progetto unitario, molto probabilmente destinato, come l'ultimo, a durare lo spazio di qualche settimana. 

 

 

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pérvasion Dom, 06/08/2014 - 15:42

Beh, chi ancora crede (sarei portato a dire: perfino chi spera) in questo genere di progetto, sia a destra che a sinistra, non può essere considerato un credente, ma al massimo un credulone. Alla Bucchieddu direi che anche candidare qualcuno che non siederà in parlamento (a casa mia) si chiama truffa.

Dom, 06/08/2014 - 15:42 Collegamento permanente