Società | INTEGRAZIONE

"Donne in bicicletta!"

Si conclude il corso di empowerment femminile a Maso della Pieve. Assieme 15 iscritte, volontarie e vigilesse. "Ci vuole coraggio per mettersi in gioco". Le immagini.
20180607_113711.jpg
Foto: Vispa Teresa

Quindici donne, quindici storie personali che legano assieme diverse origini geografiche – dall’Albania all’Afghanistan, dalla Nigeria al Pakistan includendo la Moldavia – alla città di Bolzano. Il progetto “lezioni di bicicletta” promosso dall’associazione La Vispa Teresa a Maso della Pieve – che si conclude giovedì 14 con l’ultimo incontro – ha unito iscritte, volontarie e le agenti della polizia locale per le lezioni sul codice della strada, regalando anche momenti di socialità e aggregazione. Il tutto in un’iniziativa volta “ad aumentare innanzitutto l’empowerment personale delle donne attraverso le lezioni”, come spiega Rachele Sordi, educatrice  dell’associazione.

 

Empowerment e aggregazione

Saper andare in bicicletta, insomma, non è solo una questione di mobilità. C’è (molto) altro in gioco. “Le lezioni– nota Rachele Sordi – hanno accolto la volontà di andare in bicicletta da parte delle donne in un’ottica di una maggiore indipendenza, integrazione sociale e culturale, autostima. Infatti per imparare ci vuole una propria dose di coraggio, la voglia di superare le proprie paure e rimettersi di nuovo in gioco”.

Organizzato dall’associazione la Vispa Teresa all’interno del progetto di sviluppo di comunità del rione Maso della Pieve, il progetto è stato promosso dall’ufficio famiglia, donna e gioventù del comune di Bolzano e dall'Assb, in collaborazione con l’ufficio mobilità del comune di Bolzano, la polizia comunale e Sportcity. Il corso è stato possibile anche grazie alla disponibilità delle due volontarie, Sarah e Francesca.

 

"Solidarietà attiva"

“Le lezioni di bicicletta sono state un percorso di solidarietà attiva, che ha visto le donne volontarie come generatrici di welfare per altre donne. L’obiettivo è stato quello di aumentare il livello di autonomia e indipendenza delle partecipanti e di incentivare una mobilità sostenibile a livello ambientale” aggiunge l’educatrice di sviluppo di comunità dell’associazione.

“Speriamo che dopo il corso le donne continuino a usare la bicicletta come mezzo di trasporto individuale, come simbolo di libertà e di indipendenza, come motivo di benessere e salute, per sé e per gli altri” conclude Sordi. Gli organizzatori rimandano al prossimo anno.