Jazz Festival: "un'edizione memorabile"

Il Festival raccoglie ogni anno un considerevole riscontro di pubblico e allarga sempre di più il suo perimetro musicale da Bolzano alle città e ai paesi dei dintorni. Un bilancio di questa edizione?
Molto soddisfacente, negli ultimi anni siamo riusciti ad avere un target sempre più ampio, dalla jazz community agli amateur, ai curiosi, e soprattutto abbiamo potuto coinvolgere i ragazzi che ancora non conoscono questo genere attraverso musicisti giovani, con i quali condividono energia e un certo senso di ribellione. Il fatto che si cominci ad avere questo ricambio generazionale fra gli ascoltatori è fondamentale. In più offriamo uno spettacolo di qualità e scegliamo luoghi suggestivi e originali dove presentarlo.
Come i Chick Corea allo stabilimento della Leitner, un connubio fra luoghi di lavoro e musica.
Esattamente. Luoghi di lavoro, luoghi di cultura, piazze popolari, le montagne, la natura, perché anche il contrasto è un elemento artistico molto stimolante e la musica può adattarsi ad ogni contesto. Ci sono diversi aspetti interessanti nel creare questo progetto: dalla location, alla scelta dei musicisti, a come collocarli e così via.
Magari solo un po’ di sfortuna con il maltempo, quest’anno.
Abbiamo avuto tre giorni di brutto tempo che ci hanno molto limitato ma in linea di massima ci è andata abbastanza bene.
Come riuscite a catalizzare tutta questa attenzione sul jazz che è ancora una forma musicale negletta in Italia o quantomeno non ancora efficacemente celebrata?
Investiamo molto nella promozione, ma occorrerebbero ancora più risorse così da poter esportare il Festival anche fuori dei confini italiani, dove esiste naturalmente più concorrenza. C’è da dire che chi viene dall’estero è entusiasta dell’evento, non solo per il programma musicale ma per la sua unicità. È chiaro, tuttavia, che la manifestazione non è ancora così conosciuta da attirare migliaia di persone, in questo senso c’è ancora molto lavoro da fare.
Con il supporto dei vostri numerosi partner.
Senza dubbio ci facilita il fatto di avere questo tipo di supporto, a volte sono i partner stessi ad essere proprietari di stabilimenti o istituzioni culturali dove poter fare i concerti, conoscono i canali di comunicazione, riescono a mobilitare più facilmente le persone e ottenere quindi più affluenza di pubblico. È una combinazione del Festival come marchio con la sua visibilità globale, degli investimenti pubblicitari e dei singoli partner che lavorano in maniera capillare sul territorio.