Cultura | Investimenti

“C’è chi li spende in fuochi d’artificio”

Per Antonio Lampis la scelta di stanziare 1 milione di euro per la Capitale Europea della Cultura era giustificata: “ora siamo anche terra di turismo culturale”.

Nei giorni scorsi sulle pagine dei quotidiani locali è rimbalzata la notizia dei risultati dell’inchiesta della Corte dei Conti in merito ai presunti danni creati alle casse pubbliche a proposito del milione di euro speso dalla Provincia per la promozione della candidatura del Nordest a Capitale Europea della Cultura 2019
In particolare ha suscitato clamore il fatto che a risponderne per un importo di 500mila euro potrebbero essere chiamati l’assessore Christian Tommasini congiuntamente al suo allora capo dipartimento Katia Tenti, al direttore della Ripartizione cultura italiana Antonio Lampis e alla direttrice dell’Ufficio Cultura italiana Marisa Giurdanella

L’inchiesta venne avviata in seguito ad un esposto presentato a fine 2013 da Sven Knoll di Süd-Tiroler Freiheit, mettendo in discussione la legittimità delle tranche di finanziamento stanziate man mano tra il 2011 e il 2014 (573mila nel 2011, 250mila nel 2012, 200mila nel 2013 ed altri 200mila messi a bilancio nel 2014). Ricordiamo che le voci di spesa più cospicue all’epoca furono quelle relative ai 370mila euro assegnati ad Alto Adige Marketing ed ai 247mila euro affidati alla Coop 19 per l’operazione Roadshow container 19x19
Nelle prossime settimane i soggetti interessati presenteranno le loro controdeduzioni alla Corte dei Conti, ma noi intanto abbiamo sentito il direttore di Ripartizione Antonio Lampis per capire qual è il livello di preoccupazione per l’operazione avviata dal procuratore Robert Schülmers. 

salto.bz: Cos’è successo? Come valutate la situazione?
Antonio Lampis: Tecnicamente ci hanno invitati a ‘dedurre’, una cosa che succede prima dell’atto di citazione che avvia l’eventuale processo. La cosa è finita sui giornali anche se in realtà non sarebbe la prassi in nessuna procura che ciò avvenga. Io sono sicuro che gli atti amministrativi siano in piena regola e che i vantaggi dell’indotto della spesa sono altissimi, impagabili rispetto ai 350mila euro all’anno spesi. 

A questo proposito lei ha detto che si è trattato di un ‘prezioso lavoro di rete con le realtà culturali del Nordest’. In cosa è consistito questo lavoro di rete? Oltre alle cene al Museion cosa c’è stato?
Con il Nordest stiamo proseguito l’attività culturale comune ed i progetti firmati dai 4 assessori delle realtà territoriali coinvolte. Ci stiamo lavorando da due anni, sono frutti di quella rete. Voglio sottolineare che si è trattato di un fatto storico. In passato non c’è mai stato nulla, neanche con il Trentino a parte Manifesta che è stata un po’ il capostipite di questa collaborazione. Insomma: per la prima volta ora abbiamo un tavolo comune, politico e amministrativo. L’anno scorso ci siamo trovati a Venezia, quest’anno ci siamo trovati in Trentino e il prossimo anno toccherà a noi organizzarlo. Nel concreto ci sono stati scambi di informazioni sui finanziamenti, sui dati statistici dei consumi e tutta una serie di altri fattori. La base sempre è avere i dati. I progetti sono ancora invece in fase di elaborazione. 

Ma questi tavoli giustificano la spesa sostenuta?
La spesa in tre anni non è stata poi così imponente. 

“Tenete presente che esistono città di mare che spendono quella cifra in un anno tutta in fuochi d’artificio” 

Rispetto alle vostre consuetudini ha destato una certa sorpresa il fatto che sia lei che l’assessore Tommasini abbiate replicato usando toni etnici, quando avete fatto rifermento ai 4 milioni precedentemente spesi per le celebrazioni di Andreas Hofer senza che suscitassero critica alcuna. 
L’aspetto etnico non l’abbiamo introdotto noi. La denuncia penale che era stata a suo tempo avanzata e che poi è stata archiviata era nata proprio per motivi etnici da un partito etnico che non fa nulla senza una ragione etnica. 

Insomma: non siete stati voi a cominciare ma avete semplicemente reagito?
Noi ‘per secoli’ abbiamo cercato di evitare questi discorsi ma di fatto ci hanno tirato dentro per i capelli. Parlando da osservatore devo dire comunque che la risposta di Tommasini è corretta dal punto di vista politico. 

I 4 milioni per Hofer a suo tempo erano stati stanziati però dalla SVP e non da Süd-Tiroler Freiheit. E dunque la presa di posizione di Tommasini potrebbe avergli provocato qualche fastidio nei rapporti con i partner di governo nella giunta provinciale…
Ma appunto è vero che all’epoca il dibattito pubblico in merito è stato inesistente. Nessuno ha detto nulla. In ogni caso dal mio punto di vista se vengono stanziati dei denari per attività culturali, anche solo per celebrare Andreas Hofer, va senz’altro bene. 

“Noi siamo una terra che deve recuperare spesa in cultura”

Un’altra critica è venuta invece dall’opposizione di lingua italiana che ritiene un sopruso l’aver escluso l’associazione La Comune dai contributi provinciali. Si ironizza dicendo: “ma guarda proprio la Provincia che ha fatto le pulci sulla gestione amministrativa dell’associazione ora si trova ad essere sottoposta ad un provvedimento analogo da parte della Corte dei Conti”. 
Cui prodest? Per carità: su questo argomento preferisco sorvolare. Ma è chiaro in ogni caso che il processo di contestazione nei confronti della candidatura a capitale europea della cultura è cominciato tra la fine del 2010 e l’inizio del 2011 da parte di alcuni soggetti esattamente nel momento in cui si agiva sui loro contributi. Le due cose si sono sviluppate in modo parallelo. 

L’accusa è che si sia trattato di soldi tolti a loro.
Non è vero, è stata fatta una legge apposta e i soldi sono stati messi a disposizione dal Consiglio Provinciale.

Lei ha dichiarato che una buona parte dei soldi spesi sono andati nella promozione turistica del territorio e che sono cose che rimangono. Ma non ce n’era già abbastanza di promozione turistica?
Uno dei gap che avevamo da colmare era la promozione dell’Alto Adige non solo come luogo di wellness e di sport ma anche luogo di vivacità culturale. Questa spinta al turismo culturale mancava completamente a differenza di altre regioni. Con quei denari abbiamo stipulato un accordo con SMG che ha fatto un ottimo lavoro di proposta del territorio altoatesino come interessante anche dal punto di vista culturale. E oggi il settore culturale promuove il 40% dell’incremento turistico in Alto Adige.