Economia | Lavoro.

Lavoro contro riforme?

Riforma della Sanità e fusione Sel-Aew avranno conseguenze sull'occupazione. È indispensabile parlarne chiaramente e subito.
Avvertenza: Questo contributo rispecchia l’opinione personale dell’autore e non necessariamente quella della redazione di SALTO.

Chi pensa riforma, deve dire anche posti di lavoro. E se non lo fa, le buone intenzioni rischiano di rimanere aulla carta. Infatti i primi oppositori di certe riforme sono comprensibilmente i dipendenti degli Enti da sopprimere o da ristrutturare, che sentono minacciato il proprio posto di lavoro. Logica vorrebbe quindi che i poliici responsabili si occupassero in anticipo delle conseguenze occupazionali delle loro proposte. Solo cosí determinate idee possono dimostrare la loro validità e trasformarsi in fatti concreti. La politica dei due tempi, prima si ristruttura e poi si ragiona di lavoro, non funziona: la paura degli addetti non è una buona alleata dei cambiamenti. Ciò vale in questi giorni anche per la nostra provincia: riforma della Sanità e fusione tra Sel ed Aew sono due prove molto importanti per l’Alto Adige e determineranno certamente una nuova organizzazione del lavoro nei rispettivi settori. È indispensabile parlarne ed elaborare da subito piani occupazionali chiari. Evitando cosí che si possa giocare il lavoro contro le riforme, ma anche togliendo l’alibi ai politici responsabili per una eventuale rinuncia a portare a termine le riforme stesse.