Una vittoria che conta

Avevano intentato causa dopo la pubblicazione, il 13 luglio scorso, della legge 107 sulla riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione ovvero la cosiddetta “Buona scuola”. Diciotto insegnanti, dopo aver comunicato ufficialmente nei giorni scorsi alle scuole di appartenenza il proprio trasferimento nelle sedi richieste facenti riferimento al piano di stabilizzazione nazionale, si apprestano ora ad affrontare l’udienza conclusiva il prossimo 12 gennaio. I fatti: i docenti non avevano potuto inoltrare la domanda di inserimento nel piano in questione; il sistema informatico nazionale non lo permetteva ricevendo esclusivamente le richieste degli insegnanti inseriti nelle graduatorie nazionali.
Lo scorso agosto i docenti hanno presentato ricorso d’urgenza, accolto dal Tribunale del lavoro di Bolzano che ha ordinato l’ammissione degli insegnanti al programma nazionale del Miur, il quale a sua volta ha presentato reclamo al collegio di Bolzano, poi respinto. A seguire il giudice ha nominato un commissario ad acta presso lo stesso Miur, che a dicembre ha dato disposizioni di inserire i ricorrenti nel piano nazionale. Gli insegnanti sono dunque stati indirizzati alle sedi disponibili dopo l’assegnazione delle cattedre, destinazioni che non coincidevano con quelle selezionate inizialmente sebbene gli interessati fossero in possesso dei punti per puntare alle cattedre d’elezione, ma hanno comunque accettato il trasferimento. Se questo verdetto potrà valere anche per altri insegnanti - spiega l’avvocato trentino Andrea Valorzi, legale dei ricorrenti, sul Corriere dell’Alto Adige - non è dato saperlo, esiste tuttavia la possibilità che altri precettori esclusi dal piano nazionale della riforma renziana possano far riferimento alla pronuncia del del Tribunale del Lavoro di Bolzano - che di fatto costituisce un precedente - per ottenere il ruolo.
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