Politica | LIBRI DI SCUOLA

Rimborsi: una promessa mantenuta a metà

Nonostante l'indicazione arrivata la scorsa estate, non tutte le scuole di lingua italiana garantiscono alle famiglie il rimborso dei libri del triennio. Ecco i perchè.
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Foto: (c) pixabay

Quella che garantisce agli studenti e alle loro famiglie la possibilità di avere, ogni anno, i libri in comodato d’uso fino alla seconda classe delle scuole secondarie di secondo grado, è una fortuna non da poco che abbraccia a pieno il concetto di diritto allo studio. Ma mettere in evidenza tutti i privilegi che si hanno ad abitare in Alto Adige-Südtirol non è lo scopo di questo articolo, perché, alle volte, anche quei meccanismi che dovrebbero funzionare si inceppano. È il caso della sospensione dell’assegno dal valore di 150 Euro, rivolto alle famiglie degli studenti del triennio per l’acquisto dei libri di testo, e la sua sostituzione immediata con un rimborso, previsto dagli Assessori provinciali già a luglio 2021. Il piano, nel caso le scuole non fossero riuscite a comprare i libri già a settembre, sarebbe dovuto essere questo: gli studenti del triennio avrebbero acquistato i libri richiesti per l’anno 2021/22; le scuole, successivamente, avrebbero rimborsato le spese acquistando a loro volta i libri di seconda mano dai propri studenti. Questo processo avrebbe garantito agli studenti di avere i testi in comodato d’uso fino al quinto anno di superiori. Una promessa mantenuta a metà: nella scuola in lingua italiana, qualcosa non è andato come doveva…

Siamo a mercoledì 8 giugno quando a tutti gli studenti del Liceo Torricelli arriva la comunicazione, tramite registro elettronico, che: “a causa di una indicazione centrale non congruente con gli ordinamenti amministrativo-contabili […] non è più applicabile la procedura che prevedeva il rimborso alle famiglie di parte delle spese di un acquisto dei libri di testo”. Sulla stessa linea, stabilita fin dall’inizio vista l’assenza di Leggi chiare, anche il Liceo Carducci. Da qui il caos: alcune scuole rimborsano le famiglie, altre no. Ma, prima di capire il perché, facciamo un passo indietro...

 

Come Dirigenti Scolastici abbiamo chiesto spiegazioni, o quanto meno una norma giuridica che, però, non è mai giunta. - Crepaldi (Dirigente Liceo Carducci)

 

“Negli anni passati – spiega Cristina Crepaldi, Dirigente Scolastica del Liceo Carducci di Bolzano – era previsto un assegno, accessibile presentando gli scontrini che garantivano l’acquisto di un libro nuovo o una auto-dichiarazione per i libri usati. A luglio dello scorso anno uscì la notizia che le scuole avrebbero dato al triennio i libri in comodato d’uso. A causa dei tempi stretti, le scuole non sono riuscite a comprare i libri, cosa che invece è stata fatta dalle famiglie con la promessa – da parte della politica – di ricevere successivamente un rimborso.”
Se la compravendita tra privati è una azione, perlopiù, rapida e quotidiana, la stessa cosa non vale per la Pubblica Amministrazione che ha modalità e tempi più lunghi.
“Come Dirigenti Scolastici abbiamo chiesto fin da subito delle spiegazioni, o quanto meno una norma giuridica, che – continua Crepaldi – non è mai giunta. Dalla ripartizione 40 (Diritto allo studio) sono stati versati alle scuole 130 Euro per ogni studente, questi soldi non erano obbligatoriamente da indirizzare al rimborso, ma potevano essere usati per l’acquisto di libri e altri materiali scolastici; ogni scuola era libera di scegliere come gestire i soldi, rimanendo sempre trasparente.” La stessa trasparenza che, secondo Crepaldi, è necessaria anche per rimborsare le famiglie. “Noi Dirigenti applichiamo le norme, se queste non ci sono è difficile procedere. Come P.A. dobbiamo rendere conto delle nostre spese, nel caso del rimborso non è arrivato nessun conforto giuridico, solo una circolare e qualche verbale della Giunta Provinciale, ma nessuna delibera. Abbiamo contattato anche l’Agenzia per i contratti pubblici e, non in modo netto, ci ha risposto che il rimborso non è possibile.”
Le stesse motivazioni ce le fornisce Francesca Maganzi Gioeni D'Angio', Dirigente Scolastica del Liceo Torricelli: "Il rimborso non è mai stato previsto. I fondi sono stati stanziati per l’acquisto di libri e materiale didattico. In autonomia e nel rispetto della trasparenza e degli obblighi normativi, ogni scuola ha deciso come organizzarsi".

Lasciati in un mare di documenti - evidentemente - poco chiari, i Dirigenti Scolastici hanno agito come meglio credevano: alcuni hanno scelto di procedere con il rimborso, altri di annullare tutto.
Allo stesso tempo, l’Assessore Provinciale Giuliano Vettorato scrive a Salto.bz: “L'intendenza ha dato comunicazione alle scuole su come procedere. Le singole scuole si danno dei criteri attraverso il Consiglio d’Istituto e poi procedono in considerazione anche dell'autonomia della scuola”. Ed eccole, allora, le indicazioni date dall’Intendenza Scolastica.

 

 

Il Sovrintendente Vincenzo Gullotta, al contrario di alcuni Dirigenti, sembra essere sicuro: “Già il 27 maggio, come intendenza, abbiamo confermato alle scuole, tramite una comunicazione da me firmata, la procedibilità dell'operazione di rimborso dei libri acquistati dalle famiglie degli studenti del triennio. Questa misura è limitata all'anno scolastico 2021/2022. Alcuni Dirigenti vorranno una Legge che forse non arriverà, ma la comunicazione è arrivata e il rimborso è attuabile. A mettere già ora in pratica questa operazione – continua Gullotta – sono, ad esempio, la scuola Gandhi di Merano come il Liceo Pascoli di Bolzano (quest'ultimo - scrive a Salto.bz la Dirigente Laura Cocciardi - "ha già provveduto a rimborsare le famiglie di tutti gli studenti del triennio"). I criteri per stabilire il valore di ogni libro – invece – sono decisi dal Consiglio d’Istituto”.
Secondo Gullotta il rimborso è funzionale a colmare il vuoto lasciato dalla sospensione dell’assegno dal valore di 150 euro, ma il mese di settembre era troppo vicino per acquistare i libri e fornirli in comodato agli studenti. “Chiederò io stesso il perché alcune scuole (Liceo Torricelli e Carducci N.d.R) non si sono attivate” dice Gullotta, che, sulla validità legale della comunicazione inviata alle scuole, conferma: “ha valore legale, è firmata da me in qualità di Sovrintendente. Chi si è già attivato, infatti, si appoggia proprio su questo”.

 

Per gli studenti: oltre al danno, la beffa

 

Come se l'assicurazione (dal mondo della politica) di vedersi arrivare un rimborso, pur sempre parziale (si parla del 40% del prezzo di copertina), dopo aver consegnato le ricevute e gli scontrini, e la successiva revoca non bastasse, si aggiunge pure il dubbio di non poter più vendere i propri libri. Il perché? Dopo essere stati sottoposti a una verifica per valutare l'integrità e il loro effettivo acquisito, ai libri degli studenti del triennio è stato messo un timbro. Libri degli studenti siglati come fossero già della scuola ancor prima di un 'passaggio di proprietà' a tutti gli effetti. A confermarlo sono gli studenti stessi. Non è detto, d'altra parte, che un libro timbrato e, all'apparenza, di proprietà di un Istituto, non si possa vendere ad un altro privato. Ma nelle teste degli studenti, il dubbio ha ragione di sussistere e il caos regna sovrano.

 

A due velocità

 

Il perché le scuole di lingua italiana si trovino, ad oggi, in mezzo a un tale caos, mentre le scuole di lingua tedesca no e, notizia da confermare, sembrano essere riuscite quasi tutte ad acquistare già a settembre i libri di testo nuovi, rimane un mistero - forse più politico che tecnico-burocratico.
Quale sia davvero la cosa giusta da fare e se le scuole siano pienamente giustificate ad acquistare libri dai propri studenti, e per quanti soldi, non spetta a noi deciderlo. A rimetterci, ancora una volta, è l’istruzione, gli studenti e le famiglie. Ciò che è certo è il caos a cui, ora, qualcuno dovrà mettere mano.