Società | Il ricorso

Il giardino sospeso

L’intricata questione del giardino vescovile di Bressanone finisce al Tar. Gli architetti contro la riqualificazione: “Norme violate”. Stop al progetto fino a ottobre.
Giardino vescovile Bressanone
Foto: hiwio.com

Continua il confronto attorno alla discussa riqualificazione del giardino vescovile di Bressanone. Il progetto, assegnato all’artista austriaco André Heller, e sostenuto da curia, Provincia e Comune, non piace né alle opposizioni cittadine né alle associazioni, che finora hanno provato invano a fermarlo. Ora, il ricorso dell’Ordine degli architetti altoatesini, che non hanno smesso di seguire l’argomento, sembra aver centrato l’obiettivo, almeno riguardo ad una sospensione dell’iter. L’impugnazione presso il Tar di Bolzano da parte della categoria, per la presunta violazione delle norme sugli appalti, ha portato nell’udienza di sospensione di martedì 7 luglio. Nella quale il municipio brissinese ha dichiarato, riportano i professionisti, che non darà esecuzione al contratto con la società “Büro André Heller s.r.l.” sino all’esito dell’udienza di merito del tribunale amministrativo fissata per il 14 ottobre 2020. Lo scontro è solo rimandato.

Nel dettaglio, l’Ordine degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori della provincia di Bolzano ha impugnato la delibera del Comune “con cui è stato affidato in via diretta, senza l’espletamento di alcuna gara pubblica, l’incarico di riqualificare e progettare il giardino vescovile di Bressanone alla società Büro André Heller srl di Vienna”. La categoria ritiene infatti che l’affidamento con tale modalità sia “gravemente lesivo dei più elementari principi di trasparenza, economicità e concorrenza in materia di appalti pubblici oltre che lesivo delle norme a tutela della categoria degli architetti”.

L’affidamento in via diretta, senza gara pubblica, alla società André Heller di Vienna è lesivo di principi di trasparenza e concorrenza (Ordine degli architetti)

In particolare l’Ordine contesta il fatto che la riqualificazione e la progettazione del giardino vescovile di Bressanone - “posto peraltro sotto tutela monumentale” ravvisa l’organismo - possa essere considerata “una ‘rappresentazione artistica’ e legittimare, quindi, un affidamento diretto ad un artista”. Si deve infatti considerare, proseguono i professionisti, “che nel 2012, invece, non era stata ritenuta tale ed era stato avviato e concluso un concorso di progettazione internazionale tra studi di architettura (ed ingegneria) che aveva visto vincere, tra quasi cento concorrenti, uno studio di architettura”.

Dal punto di vista dei progettisti quindi le modalità scelte dall’amministrazione avrebbero penalizzato la categoria. Saranno i magistrati del tribunale amministrativo di Bolzano a valutare le accuse, a cui risponderà il Comune. Gli architetti ravvisano la violazione delle norme in materia di pubblici appalti che prevedono “la procedura del concorso di progettazione o del concorso di idee per i lavori di particolare rilevanza architettonica, paesaggistica e storico-artistica”. Ancora, la violazione delle norme del codice degli appalti “che riservano, fra l’altro, agli architetti la partecipazione alle procedure di affidamento dei servizi attinenti all'architettura, a maggior ragione se nella progettazione sono coinvolti beni di rilevante carattere storico e culturale tra cui, evidentemente, rientra anche il giardino vescovile di Bressanone”.

L’Ordine precisa infine di aver sempre voluto evitare la via del Tar di Bolzano. “Ma in questo caso - conclude - la via giudiziaria era l’unico modo per tutelare gli interessi di categoria degli iscritti”.

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Margot Federspieler Ven, 07/10/2020 - 16:17

In Brixen kann man wieder Hoffnung schöpfen auf eine Wende in der „causa Hofburggarten“. Wünsche für die sanftere Erschließung, die unter der vorherigen Stadtregierung unter BM Albert Pürgstaller bereits demokratisch diskutiert und dann durch einen öffentlichen Wettbewerb in die Wege geleitet wurden, landeten ja leider in der Schublade der derzeitigen politischen Vertretung.
Argumente vieler interessierter Bürger*innen gegen dieseVorgangsweise und das hervorgezauberte „Projekt Heller“ stießen bisher auf taube Ohren unserer Gemeindevertretung.
Die Hoffnung steigt nun auch in demokratiepolitischer Hinsicht, nämlich dass die SVP ihre Machtposition,
die sie derzeit in Brixen nur dank der Stimmen der außerstädtischen Bevölkerung hat, bei weitreichenden Entscheidungen zur Stadtgestaltung mit den Bürger*innen der Stadt in Dialog treten möge statt sich wie bisher feudal zu gebärden.

Ven, 07/10/2020 - 16:17 Collegamento permanente