Società | Gallery: Roberto Vengoni

Fotografie dell'abbandono: luoghi invisibili

I Luoghi invisibili, sono quei luoghi che si trovano in ogni centro città e in ogni periferia, sono quei luoghi che ogni giorno sfioriamo andando a lavorare o a fare la spesa, sono quei luoghi che ormai fanno parte del panorama e che per questo raramente degnamo ancora di un semplice sguardo.
Avvertenza: Questo contributo rispecchia l’opinione personale dell’autore e non necessariamente quella della redazione di SALTO.
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Foto: Salto.bz

I luoghi invisibili sono le nostre fabbriche abbandonate, le nostre vecchie case ormai disabitate, i nostri ospedali dimenticati, edifici una volta brulicanti di vita e di storie, ormai affidate solo al ricordo di chi quei luoghi e quelle storie le ha vissute.

Eppure, se ti fermi un attimo ad osservare, se ti prende la curiosità di sapere e decidi di varcare la soglia che divide questi edifici dal mondo, ti rendi subito conto che di storie da raccontare questi luoghi ne hanno ancora molte. 
Storie scritte sui muri, storie diverse di stanza in stanza, storie raccontate dagli oggetti abbandonati. Storie di vita, storie di lotta e spesso storie di dolore.

Entrare, magari saltando un muro, magari chiedendo il permesso, e ritrovarsi isolati dal mondo, testimoni tardivi di luoghi e vite altrui che potrebbero benissimo essere le storie di tutti noi, storie collettive del nostro passato. Vivere per qualche ora lasciandosi alle spalle tutto, concentrandosi nella difficile opera di recuperare, attraverso le immagini, quello che i Luoghi Invisibili ancora sono in grado di raccontarci. Entrare e scoprire ogni volta luoghi diversi, luoghi che sembrano sospesi nel tempo. Stanze, capannoni, corridoi rimasti esattamente come l'ultimo giorno prima di essere abbandonati. 

La differenza, ovviamente, la fa il passare del tempo, che inesorabile scrosta i muri, fa marcire il legno, inumidisce le pareti, sfonda i tetti, riempie tutto di polvere e cambia i colori. E rende terribilmente affascinante attraversare la soglia che divide questi luoghi dal mondo.

 

Roberto Vengoni

 

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