Politica | Val Gardena

Il Questore vieta una biciclettata

Annullata la manifestazione di domani a Passo Gardena contro il traffico. La Lia per Natura y Usanzes: “Accusati di raduno sedizioso. Negato il diritto di manifestare”.
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Foto: Lia per Natura y Usanzes
  • La Questura vieta una biciclettata in Val Gardena. Lo denuncia la Lia per Natura y Usanzes in un lungo comunicato, annunciando la cancellazione di una manifestazione ambientalista a Passo Gardena prevista per domani, 10 agosto. “Ci è stato negato il diritto di manifestare”, sostengono gli organizzatori. “Come annunciato nella nostra ultima newsletter, Lia per Natura y Usanzes aveva programmato una manifestazione in bicicletta per richiamare l'attenzione sulle masse di traffico motorizzato che ogni giorno attraversano il Passo Gardena, inquinando l'ambiente e gli abitanti della zona con gas serra, polveri sottili, rumore e puzza. Ora la protesta, un diritto fondamentale di noi cittadine*i, è stata vietata con l'assurda motivazione ironica che il traffico sul passo è troppo intenso e la manifestazione lo ostacolerebbe”.

    Inoltre, secondo l’associazione gardenese, “la Questura ha chiarito in modo inequivocabile, con tono minaccioso, come considerava questa tentata manifestazione ‘manifestazione sediziosa’. Si tratta di una classificazione che, in riferimento al codice penale, ha un problematico peso legale” specifica la Lia. 

  • Il questore di Bolzano, Paolo Sartori: preoccupato per le conseguenze al traffico su Passo Gardena. Foto: Seehauserfoto
  • Nel comunicato si prosegue con un dettagliato resoconto della vicenda, dal titolo “Come la Questura di Bolzano ci ha fatto attendere per settimane una risposta prima di vietare una manifestazione in bicicletta contro il traffico crescente sui passi dolomitici”.

    “Doveva essere una manifestazione ciclistica sul modello di quella di Innsbruck — si spiega nel comunicato — Si sarebbe partiti dal parcheggio di Plan de Gralba a Selva e si sarebbe pedalato insieme fino al Passo Gardena. Il piano originale prevedeva la chiusura di questo tratto di strada a una corsia per 2 ore tra le 9:00 e le 11:00 del 10 agosto. Per agire in modo conforme alla legge e corretto anche dal punto di vista della sicurezza, il 16 luglio abbiamo inviato via PEC alla Questura di Bolzano l'Annuncio di manifestazione pubblica".

     

    "Il passaggio simultaneo di numerosi veicoli e ciclisti potrebbe comportare una notevole minaccia per l'ordine pubblico".


    A questo sarebbero seguite numerose telefonate “in cui non ci è mai stata data una risposta adeguata sulla fattibilità o meno della protesta in questa forma. Le forze di sicurezza erano informate e ci avrebbero accompagnato. Nel frattempo abbiamo iniziato a pubblicizzare l’evento”. La protesta in bicicletta “block the car” aveva lo scopo di chiedere ai politici locali di trovare una soluzione sostenibile al traffico in Val Gardena, incentrato sui passi dolomitici, “non più accettabile per la maggior parte degli abitanti della valle”.

    “Solo a tre giorni prima della protesta è stata data una risposta scritta”. Nella sua lettera, il Questore ha vietato la manifestazione “in quanto, secondo i dati storici del traffico, sabato 10 agosto sulla strada in questione transiteranno diverse migliaia di veicoli. Il passaggio simultaneo di numerosi veicoli e ciclisti potrebbe comportare una notevole minaccia per l'ordine pubblico”. Anche senza bloccare il traffico “è stato negato il permesso di pedalare in fila a lato della strada del passo” e, infine, la presidente della Lia Julia Perathoner e un membro del comitato “sono stati informati delle conseguenze legali per ‘assembramento tumultuoso’. Cosa abbia a che fare questa procedura con la democrazia rimane discutibile”, conclude il comunicato l’associazione ambientalista.

  • La presa di posizione dei Verdi

    "Si vieta una manifestazione contro il troppo traffico perché si teme che il troppo traffico possa collassare. Piuttosto cinico", commenta la co-portavoce dei Verdi sudtirolesi Elide Mussner, assessora a Badia, "se questa è la linea della Questura e dei rispettivi rappresentanti provinciali, allora va intesa come una chiara presa di posizione contro il movimento per il clima. Da 'Block the car' si è passati a 'Block the bike'. Un precedente non tollerabile".