Crescere nell'era dell'ansia

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Secondo i più recenti report dell’Istituto di Medicina generale e Public Health di Bolzano, i disturbi d’ansia tra bambini e adolescenti sono quasi raddoppiati: nel 2023 il 28% dei giovani altoatesini ha dichiarato di soffrire di ansia, nervosismo o insicurezza legata al futuro, contro il 15% del periodo pre-pandemia. Se è vero che oggi abbiamo più strumenti per riconoscere il disagio mentale, dove stiamo sbagliando nella cura delle nuove generazioni?
Come spiega lo psichiatra Elio Dellantonio: "I giovani avranno meno possibilità della generazione che li ha preceduti, sia dal punto di vista economico che della realizzazione individuale. Questo a fronte di una spinta genitoriale a voler che i giovani raggiungano dei risultati importanti, nonostante le possibilità siano minori”.
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Si stima che in Alto Adige siano quasi un migliaio i casi di ritiro sociale tra giovani. Sono quelli che, spiega Alberto Malfatti, “lasciano tutte le attività extra scolastiche e tutto quella cosa spontanea di vedere gli amici fuori da casa che è un aspetto importantissimo”. Ma esistono differenze tra città e valli, tra comunità linguistiche? La ricerca mostra che "nelle valli, dove nei piccoli paesi le relazioni sono più forti, se un ragazzo non va più a scuola ce ne si accorge subito e c'è un amico vicino di casa che fa subito qualcosa, è un po' più facile intervenire ai primi segnali di ritiro", spiega Malfatti.
A Bolzano i numeri dei disturbi sono più alti, è solo una questione di comunità più piccole o anche la cultura della salute mentale è diversa? Eduardo Ramirez, educatore di strada, evidenzia un paradosso sociale: "Si parla tanto di salute mentale, ma sembra che la salute mentale sia qualcosa che appartiene a quelli già avvantaggiati. Mentre la malattia mentale è relegata alle persone già emarginate." Il disagio può colpire tutti, ma chi proviene da contesti svantaggiati lo vive in modo amplificato e stigmatizzato.
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Internet e smartphone hanno un ruolo in questa epidemia di solitudine? Malfatti pone un paradosso: "Oggi abbiamo dei genitori molto più tranquilli a sapere loro figlio in camera con lo smartphone, piuttosto che saperlo al parco sotto casa, nonostante internet sia un luogo molto più pericoloso". E' possibile invertire la tendenza e delegittimare l'uso di questi device tecnologici o sono in primo luogo gli adulti a dover dare il buon esempio?
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I dati mostrano che le ragazze adolescenti soffrono di ansia e depressione più dei coetanei maschi. Quanto pesano i ruoli di genere che la società ci impone sui disturbi delle giovani generazioni? E, soprattutto, come si inverte la tendenza facendo diminuire i disturbi?
Abbiamo cercato di rispondere a queste domande con gli ospiti:
Elio Dellantonio: psichiatra bolzanino in pensione, ex primario del Servizio dipendenze, per anni attivo nei reparti provinciali di psichiatria.
Eduardo Ramirez: referente del progetto di educativa di strada StreetworkBz, a contatto con giovani e marginalità.
Alberto Malfatti: psicologo-psicoterapeuta-musicoterapeuta e coordinatore del progetto “Invisibili” che si occupa di ritiro sociale.
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In der Streitergasse - Die aktuelle Debatte auf SALTO -
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