Cultura | Ciclo di conferenze

Un patrimonio fragile

Il “secondo moderno” in Alto Adige e dintorni.
Avvertenza: Questo contributo rispecchia l’opinione personale del partner e non necessariamente quella della redazione di SALTO.
Othmar Barth, Internatsschule für Schisportler, Stams, 1977-82
Foto: Internatsschule Stams | Günter Richard Wett

In collaborazione con STUDIUM GENERALE UNIBZ e Piattaforma Patrimonio Culturale e Produzione Culturale, Facoltà di Design e Arti, Libera Università di Bolzano

Responsabili: Gerhard Glüher, Waltraud Kofler Engl

Programma [PDF]

 

Il ciclo di conferenze “Un patrimonio fragile. Il ‘secondo moderno‘ in Alto Adige e dintorni“, organizzato nell'ambito dello Studium Generale del semestre invernale 2021/22, vuole essere un proseguimento del discorso iniziato la scorsa primavera con il ciclo “Un patrimonio fragile. Conservare l’architettura del XX secolo“, dedicato alla conservazione e al restauro di una serie di opere moderne di rilevanza nazionale e internazionale. Le conferenze e le visite guidate si concentreranno su casi studio esemplari nell’ambito della regione europea Tirolo-Alto Adige-Trentino e della Svizzera e affronteranno le manifestazioni regionali del modernismo del dopoguerra, compresi il verde e gli spazi aperti, così come le strategie volte alla loro protezione, conservazione, restauro e ulteriore costruzione. Il ciclo si propone di porre una serie di questioni sulla qualità architettonica e tecnica di queste opere, sul loro adattamento alle esigenze d'uso contemporanee, sul loro valore – spesso poco accettato – come patrimonio culturale, con l’obiettivo di stimolare e promuovere il dibattito sull'architettura del recente passato e di sensibilizzare un pubblico più ampio sul tema. La conoscenza del patrimonio costruito e del suo significato storico, architettonico e urbanistico è infatti un requisito fondamentale per la sua valorizzazione e conservazione.