Civati svetta fra le Alpi
Matteo Renzi ha stravinto le primarie del Pd e adesso si prenderà il partito sulle spalle - come si augurano i suoi sostenitori – per portarlo al governo del paese (in realtà il Pd c'è già, al governo del paese, ma sicuramente non nella forma che quegli stessi sostenitori auspicavano). Meritano però considerazione anche gli sfidanti battuti, ad esempio Giuseppe – detto Pippo – Civati, al quale erano affidate le speranze dell'ala più di “sinistra” di un partito che, con l'incoronazione del sindaco di Firenze, sembra invece sempre più “democristianizzato”.
In Trentino-Alto Adige Civati ha chiuso benissimo, certo non riuscendo a scalfire l'egemonia di Renzi, ma battendo comunque il terzo sfidante, Gianni Cuperlo, che è arrivato secondo (con il 18% delle preferenze) a livello nazionale. Abbiamo chiesto ad Andrea Pradi, docente di Diritto privato comparato all'Università di Trento, ma di nascita bolzanino, e soprattutto coordinatore regionale per la Mozione Civati, di spiegarci i motivi di questo consenso.
Salto.bz: Professor Pradi, in Trentino, in Alto Adige ma anche in Val d'Aosta Civati è andato benissimo, è possibile spiegare perché?
Andrea Pardi: Sì, i dati sono questi: in Regione Civati ha superato il 20% dei consensi, in Val d'Aosta è arrivato al 21,2%. E' evidente che la comunicazione effettuata nei piccoli territori è risultata più efficace di quella possibile nei grandi centri, comunque più influenzati dall'azione dei grandi media.
E questo nonostante nei nostri territori non ci sia una spiccata propensione a seguire eventi di marca prettamente nazionale...
Beh, a questo proposito devo dire che Civati è sempre stato un politico disposto a visitare la periferia, raggiungendo i circoli che più si sono dati da fare per discutere le sue idee. Ed è proprio questa, a mio avviso, la carta risultata poi vincente. La sua capacità di ascoltare i territori, di raccogliere le forze che essi liberavano.
Come è successo a Trento?
Sì, a Trento demmo vita, anni fa, a un coordinamento cittadino che aveva proprio il compito di mettere al primo posto questioni di politica concreta. Penso per esempio ai referendum sulla privatizzazione dell'acqua, tutte problematiche che la segreteria del partito fece molta fatica a recepire. E' da questo tipo d'impegno che poi è fiorito il nostro interesse nei confronti di Civati. E il suo interesse nei nostri confronti.
Altri ingredienti del successo?
Mi vengono in mente due strumenti. Youtrend, il progetto di informazione creato da Giovanni Diamanti e incentrato sui sondaggi, i trend sociali, economici e politici, e Morpheus, la piattaforma open-source che raccoglie i nominativi e i relativi riferimenti di contatto per unire e mettere in rete tutti i simpatizzanti di Civati. Nuove metodologie di analisi e aggregazione, dunque, capaci di contrastare o comunque aggirare la tradizionale comunicazione mainstream.
Un progetto con ampi margini di crescita, come si suol dire.
Pensiamo di sì, e – ripeto – una realtà può svilupparsi in territori più piccoli ma caratterizzati da un maggiore dinamismo tecnologico. Una prova – a contrario – è data dallo scarso successo di Civati al sud.
Una domanda provocatoria: adesso che Civati ha perso sbatterà la porta?
Non penso proprio. Queste primarie hanno dimostrato in buona sostanza la sconfitta della vecchia classe dirigente del partito. Quindi Civati, che è stato un protagonista in questo senso, avrà ancora la possibilità di contribuire al rinnovamento del Partito Democratico.
Qui il commento di Pippo Civati all'esito delle primarie.