Politica | Autonomia

"La riforma è valida ed organica"

"Non vedo ripercussioni negative in ambito sociale ed economico" commenta l'avv. Janes sulla modifica dello Statuto. Kompatscher "amministratore preparato ed equilibrato".
Piazza Magnago
Foto: Ivo Corrà
  • È giudicata con favore da parte di Igor Janes la riforma costituzionale dello Statuto di autonomia al centro del dibattito politico attuale. La valutazione del noto avvocato bolzanino, più mite di quella del collega giurista Palermo, pone al centro della questione la necessità di un adeguamento dello Statuto in un'ottica europeista. Janes argomenta poi in favore della composizione ad undici della nuova Giunta: la presenza del componente ladino è corretta e non deve ledere la rappresentanza degli altri gruppi linguistici. 

    SALTO: Come valuta la proposta di riforma costituzionale dello Statuto di Autonomia?

    Con favore, visto che si tratta di una riforma organica della materia, che coinvolge tutte le Regioni e le Provincie autonome e non solo la Provincia di Bolzano. Lo Statuto speciale di autonomia necessita di essere adeguato, soprattutto in un’ottica europeistica tenuto conto che le norme comunitarie sono di immediata applicazione nell’ordinamento interno nazionale senza necessità di leggi di ricezione ed adattamento (c.d. self executing). Oggi assumono rilevanza non solo le norme nazionali, ma anche quelle comunitarie, che possono direttamente incidere sulla normativa provinciale. Si pensi ad esempio alla legislazione sul commercio che, nel recepire in ambito nazionale la direttiva c.d. Bolkestein sulla concorrenza e libertà di impresa, ha portato all’impugnazione davanti alla Corte costituzionale della legge provinciale di Bolzano che prevedeva, invece, il divieto di esercizio del commercio al dettaglio nelle zone produttive, con inevitabili ripercussioni nei confronti degli operatori economici e dei consumatori. Ci si auspica che vengano introdotte congiuntamente delle modifiche di adeguamento dello Statuto che recepiscano le nuove esigenze e sensibilità europee, anche in ambito ambientale, e facciano finalmente chiarezza sulla ripartizione delle competenze tra lo Stato e le Provincie autonome, senza essere costretti ad attendere le pronunce della Corte costituzionale oppure di altri Organi di giustizia europei.

  • Igor Janes, noto avvocato bolzanino, ha fornito i pareri legali resi ai Gruppi consiliari Uniti per l’Alto Adige - Lega Alto Adige Südtirol e Fratelli d’Italia Foto: fratelli-italia.it

    Come ritiene che la riforma influirà sulla situazione politica e sociale dell'Alto Adige?

    Non vedo ripercussioni negative in ambito sociale ed economico, se le modifiche che verranno approvate saranno improntate al principio della certezza del diritto, che è il corollario della tutela del legittimo affidamento dei cittadini e delle imprese, senza ledere i diritti dei gruppi linguistici presenti in Alto Adige.

  • È corretto parlare di una riforma consistente, quasi di un Terzo Statuto di Autonomia?

    La materia è complessa ed occorrerà approfondire ogni tematica, anche sotto un profilo giuridico, per evitare che le novità si possano tradurre in ingiustificate prevaricazioni di un gruppo linguistico nei confronti degli altri. Le modifiche statutarie dovranno essere condivise da tutti i gruppi linguistici. La partecipazione e la trasparenza dovranno essere i principi cardine della riforma.

    Pensa che su questa riforma Kompatscher possa effettivamente giocarsi la carriera?

    Io mi occupo di questioni legali, amministrative e di contenziosi; ritengo comunque che sia un amministratore molto preparato ed equilibrato.

    Ci può illustrare i punti cardine del suo parere in tema di composizione etnica della Giunta provinciale?

    La norma della legge elettorale sulla composizione della Giunta provinciale di Bolzano è assolutamente chiara nella sua formulazione. Prevede, infatti, l’attribuzione di un incarico di governo ad un componente appartenente al gruppo linguistico ladino in deroga alla sua consistenza all’interno del Consiglio provinciale. Ciò in relazione al risultato elettorale e la ripartizione dei restanti incarichi tra gli altri gruppi linguistici italiano e tedesco.

    Secondo un’interpretazione letterale della norma emerge il significato chiaro ed univoco da attribuire all’inciso “i restanti incarichi di governo spettano agli altri gruppi linguistici in rapporto alla loro consistenza nel Consiglio provinciale”. È necessario suddividere, a seguito dell’assegnazione in deroga di un incarico al componente ladino, gli altri 10 incarichi tra i componenti dei gruppi linguisti tedesco ed italiano in base alla loro consistenza nel Consiglio provinciale come risultante dall’esito elettorale. Il calcolo proporzionale dovrà, pertanto, essere effettuato prendendo in considerazione rispettivamente 29 consiglieri per il gruppo linguistico tedesco (pari al 82,8571 %) e 5 consiglieri per il gruppo linguistico italiano (pari al 14,2857 %) in relazione ai 35 consiglieri di cui si compone il Consiglio provinciale. Le espressioni utilizzate dal legislatore provinciale per la norma in esame sono chiare e precise, anche perché non introducono delle ulteriori e diverse operazioni di calcolo per l’attribuzione dei “restanti incarichi di governo” agli “agli altri gruppi linguistici”.

    E seguendo altri criteri interpretativi?

    Non può accedersi ad una differente lettura neppure a seguito di un’interpretazione logica e sistematica della norma. Infatti, dalla disamina degli atti preparatori che hanno portato il Consiglio provinciale di Bolzano ad approvare la vigente legge elettorale emerge che l’intenzione del legislatore è quella di garantire, attraverso lo strumento derogatorio, al rappresentante del gruppo linguistico ladino un seggio nel Consiglio provinciale. Ciò senza variare la rappresentanza in Giunta degli altri gruppi linguistici (tedesco ed italiano) in conformità alla consistenza data dal risultato elettorale, che non risente di alcuna ulteriore deroga.

    L’esame letterale, logico e sistematico della normativa elettorale, nonché lo scopo del legislatore e la ratio sottesa alla nuova legge elettorale convergono nel senso di tutelare il gruppo linguistico ladino, garantendogli una rappresentanza incondizionata nel Consiglio ed una rappresentanza (condizionata) anche nella Giunta, senza in tale ultima ipotesi ledere i diritti degli altri gruppi linguistici alterando la loro consistenza nel Consiglio come risultante dall’esito elettorale.