Fratello maggiore
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Peter B., il fratello minore
Nel suo libro del 2018 Fratello minore. Sorte, amori e pagine di Peter B. (Ed. Arkadia) Stefano Zangrando, scrittore, traduttore e docente di Bolzano aveva fatto conoscere ai lettori italiani la figura del più giovane dei tre fratelli Brasch (Peter B. nel suo romanzo).
Thomas, Klaus e Peter Brasch, nati rispettivamente nel 1945, nel 1950 e 1955 e cresciuti nella Repubblica Democratica Tedesca, sono segnati dalle contraddizioni della storia tedesca del dopoguerra e dal conflitto generazionale con il padre Horst Brasch, alto funzionario governativo della DDR.
Critici e insofferenti verso le degenerazioni del regime realsocialista e in egual misura del sistema capitalistico dall'altra parte del muro di Berlino, i tre talentuosi rampolli Brasch -Thomas, scrittore, drammaturgo e regista considerato tra le voci più significative della letteratura tedesca del dopoguerra, Klaus, attore affermato, e il fratello minore Peter anche lui scrittore- sono accomunati anche dal destino della morte precoce legata agli eccessi nel consumo di alcol e farmaci. Klaus attore di talento era stato il primo ad andarsene, dopo aver assunto un cocktail di alcol e antidolorifici, appena trentenne nel 1980. Seguiranno in circostanze analoghe, Peter e, a pochi mesi di distanza, Thomas nel 2001.
Abbastanza per accostare la storia della famiglia Brasch ai classici della tragedia. Nel film documentario Familie Brasch del 2018 il sottotitolo recita 'Buddenbrocks des Ostens' (I Buddenbrocks dell'Est). Marion Brasch che compare nella pellicola e racconta la sua testimonianza, è la sorella minore dei tre e quarta figlia di Gerda e Horst Brasch, entrambi ebrei, fuggiti in esilio a Londra durante il nazionalsocialismo, prima di tornare e diventare parte dell'élite politica della neo fondata Repubblica Democratica. Marion, giornalista radiofonica e scrittrice, si è confrontata ripetutamente con la storia della sua famiglia a partire dal romanzo d'esordio Ab jetzt ist Ruhe. Roman meiner fabelhaften Familie (D'ora in poi è tutto tranquillo. Romanzo della mia favolosa famiglia) e in diverse pièce teatrali.
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Halts Maul, Kassandra! (Stai zitta, Cassandra!)
Tom Kühnel e Jürgen Kuttner firmano ora la regia di un nuovo spettacolo teatrale che vuol essere un omaggio a Thomas Brasch nell'anno in cui il maggiore dei fratelli Brasch avrebbe compiuto 80 anni. Fin dal titolo, tratto da una delle sue innumerevoli poesie, Halts Maul, Kassandra! (Stai zitta, Cassandra!) si nutre delle parole dello scrittore.
Sul palco del Deutsches Theater un caleidoscopico e stridente teatro di rivista tratto dai suoi testi, prende vita quando ad alzarsi nel proscenio, prima del drappeggio tradizionale in pesante tessuto rosso, è un sipario che ha le fattezze di un muro, e l'allusione è chiara: il pensiero va subito al muro di Berlino che materialmente tra il 1961 e 1989 ha segnato e diviso la città e le coscienze; il cui tracciato correva a poca distanza dal teatro dove oggi si recita.
Ma anche al 'Wortgefängnis', il carcere di parole in cui lo stesso Thomas Brasch si era rinserrato, in una produzione compulsiva di migliaia di pagine. "Thomas Brasch -afferma Jürgen Knutter, tra gli interpreti nelle vesti di conférencier del cabaret- non da una parte o dall'altra del muro, ma solo su quel muro aveva casa". E con lui una giovane generazione cresciuta nella Germania orientale, lacerata dalla divisione prima, e dall'affrettata riunione dei due Stati, poi. Che ha visto presto l'Occidente fagocitare l'altra parte, sputandone indistintamente gli ideali, i sogni e quello che forse valeva la pena salvare.
Sul palco i sette interpreti in alterne combinazioni ripropongono singole scene dai testi incisivi di Brasch, aiutati dalla scenografia dominata da una grande forma cilindrica grigia che si offre come superficie di proiezione per brevi inserti filmati a documentare eventi e persone rilevanti nella vita dello scrittore censurato nella DDR e non disposto a diventare una marionetta del sistema occidentale. All'interno il cilindro si rivela come spazio ideale e versatile per la recitazione, un tunnel scavato nel passato in cui rivivono reenacted le parole, i dialoghi, le relazioni e i sentimenti disperatamente veri annotati da Brasch. L'assassino di ragazze Brünke, il passeggero, la tornitrice, il souffleur, il veterano, la vicina di casa e tutti gli altri suoi personaggi vi trovano posto e riesumano i suoi testi e la sua memoria. Rendono nell'insieme un valido ritratto dell'autore che il prossimo 19 febbraio avrebbe compiuto ottant'anni.
Dietro le quinte tre musicisti imbastiscono la colonna sonora live che accompagna la serata e la rende ancor più convincente, recuperando pezzi degli anni Settanta di Rio Reiser e di band della DDR, cantati dal vivo dagli stessi attori e attrici.
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...Bleiben will ich, wo ich nie gewesen bin
"L'arte non è mai stata un mezzo per cambiare il mondo, ma sempre un tentativo di sopravvivere al mondo" -affermava Thomas Brasch. Fedeli alla sua affermazione, le sue poesie e testi di prosa restano a testimonianza di un momento storico che l'arte non ha potuto cambiare. Nella storia e nell'arte infine non v'è distinzione, siamo tutti sorelle e fratelli minori. Eppure all'arte resta il compito irrinunciabile di mettere a nudo tutta l'impotenza e fragilità dell'essere umano, le contraddizioni che lo pervadono e il dolore insuperabile della singola coscienza. Il poeta Thomas Brasch di Vor den Vätern sterben die Söhne (Prima dei padri muoiono i figli), da cui è tratto uno dei brani recitati nella serata, è sia il dio Apollo che il satiro Marsya del duello mitologico. Vincitore e sconfitto insieme, colui che scortica e colui che resta a terra privo della pelle, inerme e spogliato di ogni difesa. A noi restano le sue parole, che rilucono più delle tante pailettes e dei colori vivaci nei costumi indossati dagli attori sul palco. Conservarle è una consolazione.
"Was ich habe, will ich nicht verlieren, aber wo ich bin will ich nicht bleiben, aber die ich liebe, will ich nicht verlassen, aber die ich kenne will ich nicht mehr sehen, aber wo ich lebe, da will ich nicht sterben, aber wo ich sterbe, da will ich nicht hin: Bleiben will ich, wo ich nie gewesen bin".
(Quello che ho non voglio perderlo, ma dove sono non voglio restare, ma quelli che amo non voglio abbandonarli, ma quelli che conosco non li voglio più vedere, ma dove vivo non voglio morire, ma dove muoio non voglio andare: Voglio restare dove non sono mai stato).
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Halts Maul, Kassandra! Da testi di Thomas Brasch
Con Mareike Beykirch, Anja Schneider, Felix Goeser, Jürgen Kuttner, Benjamin Lillie, Peter René Lüdicke, Jörg Pose
LIVE-MUSIK Matthias Trippner, Tilmann Dehnhard, Jan Stolterfoht
Regia Tom Kühnel, Jürgen Kuttner; scenografia Jo Schramm; costumi Daniela Selig; musica Mattias Trippner; video Meika Dresenkamp; luci Cornelia Groth; drammaturgia Bernd Isele
Deutsches Theater Berlin
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