“La politica sceglie il doping”
salto.bz: Consigliera Foppa, si aspettava la bocciatura della legge "anti-lobby" da parte della maggioranza SVP-Lega?
Brigitte Foppa: Non avevo grandi speranze. È però riuscito il gioco di squadra dell’opposizione, la maggioranza l’ha sicuramente notato. Trattare le leggi è complicato, tutti dovevano fare la loro parte e già questa era una “grande opera”, un elemento inedito, perché non si trattano mai le leggi dell’opposizione. Una grande momento, insomma. E il momento giusto: avviare l’anno della campagna elettorale per le provinciali parlando delle “regole del gioco”. Anche il dibattito in aula è stato interessante.
Per esempio?
I rappresentanti dei Verbände ci hanno raccontato molte cose, forse anche troppe. Quando Lanz sostiene che riceve mail se non “fa il bravo”…
Il rapporto “torbido" tra politica e organizzazioni di categoria è percepita come una cosa normale?
Il collega Dello Sbarba si chiedeva a fine dibattito: forse non hanno capito bene di cosa stiamo parlando. È talmente naturale, che mettono sullo stesso piano il Fischereiverband. Interessante invece che il convitato di pietra, ovvero gli eletti in quota Bauernbund, non siano intervenuti in aula. Avranno ricevuto anche loro una mail dal Bauernbund…
Facendo un passo indietro: cosa chiedeva esattamente la vostra proposta di legge?
Riprendeva (agganciandola alla legge elettorale provinciale) una legge regionale già esistente dal 1998, secondo cui nei sessanta giorni prima delle elezioni, alle associazioni di categoria, alle associazioni e ai sindacati è proibita qualsiasi pubblicità elettorale ai candidati e ai partiti. Abbiamo ripreso questa norma e previsto delle sanzioni: cancellare metà dei contributi l’anno successivo alla violazione e pubblicare tali violazioni, per trasparenza, sul sito del Consiglio provinciale.
Campagna elettorale per le provinciali: tutto come prima?
Era anche un’occasione, uno statement: che al di là delle sanzioni, la politica dice no a queste prassi così malsane. Era un segnale, “noi camminiamo sulle nostre gambe, non con questo doping”. E invece il messaggio è: “noi questo doping lo vogliamo”. Vedremo nella diciassettesima legislatura arrivare i pacchi di emendamenti dalle associazioni di categoria.
Perché il lobbismo, oltre che nel momento elettorale, si esplica nel corso di tutta la legislatura...
Certamente. Nella vicenda dell’indicazione della provenienza dei prodotti, c’è chi ha un conflitto di lealtà: da un lato sai che il 92% dei consumatori la desidera, ma dall’altra parte sei eletto dall’HGV. Poi quando le lobby combattono tra di loro, la politica perde ogni ruolo. Per questo siamo per il mandato libero.
Esiste una “questione morale” in Sudtirolo, un intreccio che lega tale questione a quella del finanziamento dei privati ai partiti?
Non saprei. Il doping, più che nella questione economica, sta molto più in una questione di potere. Se hai il sostegno del Bauernbund, ti promuovono e ti spingono, e ciò va molto al di là dei soldi. Il finanziamento dei partiti, in questo dibattito, viene usato come un diversivo. La vera questione è il potere in Alto Adige, in quanto lo status, in una comunità piccola come il Sudtirolo, si gioca tutto sul potere. Da 25 anni l’opposizione cerca di fare ordine, di districare questa treccia infeltrita di interessi esterni e politica, eppure non si riesce. Non c’è la volontà politica.