
Niente mimose ma fatti?
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La primavera è alle porte ed ecco che, puntualmente in occasione della Giornata Internazionale delle Donne, arriva un regalo: il DDL femminicidio. Quest’anno, dunque, si fa sul serio? Niente mimose ma fatti?
Me lo chiedo sinceramente. Da un lato il fatto di nominare il femminicidio è un grande passo e indica la strutturalità del fenomeno (vi ricordo la definizione del termine: “uccisione di una donna come forma più estrema della violenza di genere”). Forse finalmente è chiara la matrice nella cultura discriminatoria contro le donne e nell’asimmetria di potere. Dall’altro lato, questo DDL si aggiunge a un apparato normativo tra i più potenti e più efficaci in Europa. Nonostante ciò, l’Italia è stata condannata per ben sei volte dalla Corte Europea per i Diritti Umani per passività giudiziaria in relazione a questi reati.
Le migliori leggi non sono altro che uno strumento ed è la loro applicazione che fa la differenza
Perché scrivo questo? Per illustrare come le migliori leggi non sono altro che uno strumento ed è la loro applicazione che fa la differenza. E nel caso specifico della violenza contro donne, bambine e bambini l’applicazione presume la capacità (capacità, non sensibilità) di riconoscere il fenomeno e quindi tutelare le donne anziché sminuire, banalizzare, giudicare. Benvenga quindi l’obbligo formativo previsto nel DDL, auspicando che siano coinvolte le professioniste esperte in questo ambito.
Parlo di esperte come quelle che lavorano da decenni nei Centri D’Ascolto Antiviolenza e quotidianamente raccolgono direttamente dal territorio le reali esigenze delle donne e, quotidianamente, prevengono femminicidi effettuando valutazioni del rischio, affiancando donne in situazioni di violenza e attivandosi per tutelarle. Un fatto curioso: per la stesura del DDL non è stata interpellata DIRE, la rete nazionale dei Centri D’Ascolto Antiviolenza che avrebbe potuto portare esperienze dirette pluridecennali e esigenze emerse dal lavoro di rete e scambio continuo. Ad esempio, avrebbero potuto far presente che non è la severità delle norme a funzionare da deterrente per i femminicidi e che l’approccio securitario non risolve affatto il problema.
Per la stesura del DDL non è stata interpellata DIRE, la rete nazionale dei Centri D’Ascolto Antiviolenza
Mi sto allungando e fuori c’è la primavera. Ma mentre sistemo le mie piante, mi balza in testa un paragone: il DDL femminicidio è un regalo proprio come se io in questo momento desiderassi un progettista per il mio giardino, un professionista risoluto che fosse in grado di estirparne le erbacce (ne avrebbe davvero bisogno) e invece qualcuno mi regalasse una cesoia. L’ennesima cesoia con delle lame un po’ scarsine.