Politica | Convenzione sull'autonomia

Più Europa nello Statuto

Scuola e proporzionale sono al centro delle proposte di riforma formulate dall'associazione Open Democrat, che saranno consegnate ai 33.

In un processo parallelo ma certamente non alternativo, sottolinea la portavoce Ilaria Piccinotti, a quello della Convenzione per l'autonomia, l'associazione Open Democrat ha elaborato la sua idea dello Statuto di autonomia del futuro. Presentato ieri (9 aprile) a Merano, il documento frutto di questo lavoro elenca una serie di modifiche da apportare alla “costituzione” del Trentino Alto Adige che, se da un lato rappresenta un'opera di “alto profilo giuridico”, dall'altro rimane pur sempre un prodotto degli anni Settanta che non tiene conto della dimensione europea in cui è inserita la nostra provincia.

L'idea che sottende alle proposte di riforma elaborate dalla piattaforma è riassumibile nello slogan “più Europa nello Statuto”, spiega Alexander Tezzele, cofondatore assieme a Ilaria Picinotti di Open Democrat, associazione nata nel gennaio scorso da una costola del PD locale. Innanzitutto, nello Statuto vanno inseriti i principi europei di sussidiarietà, sostenibilità e uguaglianza di genere. Dopodiché, vi sono alcuni ambiti disciplinati dallo Statuto che vanno riconsiderati alla luce del cammino che ha fatto l'Europa negli ultimi 30 anni, primo fra tutti la scuola, perché, dice Tezzele, gira e rigira, “quando inizi a ragionare sull'autonomia finisci per parlare di scuola”. E infatti, la “questione più sentita in assoluto” nel corso dei vari confronti è stata proprio quella dell'istruzione e dell'articolo 19 che sancisce il diritto della minoranza di lingua tedesca all'insegnamento nella madrelingua. Nello Statuto, secondo Open Democrat, fermo restando il diritto all'insegnamento nella madrelingua, va introdotto l'obiettivo di formare cittadini bilingui o plurilingui”, proiettando così l'Alto Adige in una dimensione europea. L'articolo 19, in sostanza, dovrà essere “riformulato in modo che non impedisca più l'evoluzione del mondo della scuola altoatesina” e che permetta la scuola paritetica e, più in generale, il miglioramento dell'apprendimento delle lingue secondo i nuovi metodi didattici che via via si andranno affermando.

Secondo argomento al centro del documento, la proporzionale etnica, che per la maggioranza dei partecipanti alle consultazioni Open Democrat, riferisce Tezzele, “serve ancora”. Occorre tuttavia inserire questo correttivo di natura transitoria in una prospettiva di sospensione in alcuni settori del pubblico impiego, dove deve assumere maggiore peso il criterio del merito e delle competenze, e negli enti politici, dove in futuro potrebbe essere sostituito dal principio di “favor minoritatis”, ovvero di sovrarappresentazione dei gruppi minoritari sotto forma di un “premio” in analogia a quello previsto per il gruppo ladino.

“Lo Statuto ha bisogno di un intervento di manutenzione straordinaria che in alcuni passaggi deve essere abbastanza straordinaria”, afferma il sottosegretario Gianclaudio Bressa, invitato alla presentazione presso l'Accademia di studi italo-tedeschi di Merano. L'obiettivo di mera tutela della minoranza, secondo il deputato Pd, dovrà essere scavalcato, mettendo a fuoco la costruzione di una nuova identità. La Convenzione dei 33, che in questi giorni si accinge a elaborare le sue proposte per la revisione dello Statuto, secondo Bressa “non può essere una sorta di sede notarile dove ciascuno registra il proprio essere per dire al mondo che esiste” ma deve puntare a “una nuova relazione culturale che deve caratterizzare il rapporto tra lo Stato e le autonomie speciali” e al “riconoscimento del sistema pattizio al cui interno esistono due entità di parti importanza costituzionale”. “Il rapporto con lo Stato – spiega - non deve essere di competizione ma deve tendere alla costruzione di un edificio comune.” “I 33 sono in una casa di vetro e tutto quello che fanno deve essere portato a conoscenza della pubblica opinione”.

A proposito di Convenzione sull'autonomia, la portavoce di Open Democrat Ilaria Piccinotti sottolinea che i lavori della piattaforma Open Democrat non vanno considerati un percorso alternativo e in opposizione agli open space. Gli incontri dedicati allo Statuto, spiega, nascevano dalla “volontà di organizzare una partecipazione che confluisse negli open space”. “E in parte è confluita”, afferma. “Noi abbiamo avuto un buon riscontro alle nostre iniziative e alcune persone che seguivano i nostri incontri partecipavano anche agli open space.” Di fronte alla scarsa presenza del mondo italiano agli spazi di discussione, tuttavia, Piccinotti conclude che “probabilmente non si è capito quanto poteva essere importante partecipare”. Il documento elaborato da Open Democrat è stato consegnato ad alcuni membri del Forum dei Cento e sarà portato a conoscenza della Convenzione dei 33 che dovrà formulare le proprie proposte per la revisione dello Statuto.