Società | Da Londra

La cicogna sudtirolese

Il Guardian dedica un ampio reportage al crollo demografico in Italia – con l'eccezione del Sudtirolo, tra cicogne in legno, Tagesmütter e politiche per la famiglia.
The Guardian
Foto: salto.bz screenshot

Con un articolo dal titolo “Il tasso di natalità dell'Italia è in calo. Le cicogne possono aiutare?” il giornale inglese the Guardian torna in Sudtirolo, questa volta per indagare le ragioni del successo demografico nella provincia più a nord d'Italia. “L'anno scorso, la popolazione della quarta economia più grande d'Europa è diminuita dell'equivalente di una città delle dimensioni di Firenze. Eppure nella settentrionale Val d'Ultimo hanno trovato il modo di andare controcorrente” titola il quotidiano londinese, il cui reportage si muove tra l'Alto Adige e il sud-ovest della Sardegna – dove invece le nascite sono in netto calo.

La giornalista Angela Giuffrida intervista il sindaco di Ultimo/Ulten, Stefan Schwarz, secondo cui “soprattutto negli ultimi anni c'è stato un notevole aumento di cicogne di legno intagliato fuori dalle case, che portano un neonato in una fascia: una tradizione comune fuori dalle case della vallata. Con circa 40 neonati all'annoavremo bisogno di più asili e forse di scuole più grandi. Sarà perché gli inverni sono lunghi?”, scherza il primo cittadino del comune sudtirolese.

Nel 2019, Bolzano è stata l'unica provincia d'Italia a registrare più nascite che decessi, e anche se ha subito un surplus di morti a causa del Covid-19, ha comunque registrato il più alto numero di nascite del paese, con 9,6 bambini nati ogni 1.000 donne” scrive il giornale britannico. Nell'articolo si illustrano inoltre i punti di forza di questa “isola felice”, ricercate nelle politiche provinciali per la famiglia, nel sistema delle Tagesmütter e nell'alta percentuale di donne lavoratrici, soprattutto nel settore pubblico. Tra le intervistate, l'assessora provinciale alla famiglia Waltraud Deeg, le educatrici per l'infanzia Sonja Spitaler, Aneta Ngucaj e Sara Papasergio nonché l'attivista bolzanina Nadia Mazzardis.

L'articolo completo sul sito del Guardian è disponibile qui.