Manifesti antiabortisti, ci risiamo
Nuovi maxi manifesti “pro vita” campeggiano per le vie di Bolzano. Apparsi dalla Zona industriale a via Garibaldi, ritraggono il volto di Pier Paolo Pasolini, accompagnato dalla scritta a caratteri cubitali “sono contro l’aborto” e una citazione tratta da un’intervista al Corriere della Sera datata 1975. A portare la firma dell’azione è nuovamente l’associazione nazionale “Pro Vita & Famiglia” che si fece già notare a febbraio dello scorso anno (e di quest’anno) in occasione della “Giornata per la vita” istituita dalla CEI, aggiungendo il proprio logo alle affissioni anti-abortiste presso le fermate degli autobus promosse dal Bewegung für das Leben (e fermamente condannate dal Comitato Provinciale per le Pari opportunità). Il “Movimento per la Vita” locale, che riceve finanziamenti dalla Provincia, è noto anche per i sit-in di preghiera davanti all’ospedale San Maurizio di Bolzano, contestati dai movimenti femministi cittadini.
Pro Vita & Famiglia è una delle svariate organizzazioni della galassia cattolica ultra-conservatrice, anti-aborto, strenuamente contraria al DDL Zan e alla fantomatica “ideologia gender”. Il responsabile del circolo di Bolzano è il medico no-vax Francesco Avanzini, ma l’associazione è stata a lungo rappresentata nel capoluogo altoatesino da Serena Cavada, oggi referente del comitato “Family Day - Difendiamo i nostri figli” e che, da presidente dell’associazione genitori delle scuole Rainerum, fece parlare di sé per aver invitato a intervenire nell’istituto privato il senatore leghista Simone Pillon, noto per le sue posizioni reazionarie e per essere tra i fondatori del Family day nazionale.
L’associazione Pro Vita & Famiglia (quando ancora si chiamava “Generazione famiglia - La Manif pour tous Italia”) nel 2016 ricevette il sostegno in campagna elettorale da vari politici bolzanini, tra i quali l'assessore Angelo Gennaccaro, Gabriele Giovannetti e Marco Galateo, che sottoscrissero l’impegno a non sostenere progetti nelle scuole “sulla teoria del genere” né l’adesione della Città di Bolzano alla rete RE.A.DY. Nel 2020 l'allora candidato sindaco del centrodestra Roberto Zanin rilasciò un'intervista al sito dell'organizzazione.
“La mia opinione estremamente
“La mia opinione estremamente ragionevole invece è questa: anziché lottare contro la società che condanna l'aborto repressivamente, sul piano dell'aborto, bisogna lottare contro tale società sul piano della causa dell'aborto, cioè sul piano del coito. Si tratta - è chiaro - di due lotte "ritardate": ma almeno quella "sul piano del coito" ha il merito, oltre che di una maggiore logicità e di un maggiore rigore, anche quello di un'infinitamente maggiore potenzialità di implicazioni.”
Pier Paolo Pasolini, Corriere della Sera 1975
Citare, senza un contesto e senza attenzione, uno tra i poeti più complessi del dopoguerra, mostra una grande mancanza di attenzione nei confronti del tema trattato. L’avversione all’aborto da parte Pasolini va infatti riconosciuta nella sua critica alla falsa tolleranza della società dei consumi, una dove l’aborto è
“C'è da lottare, prima di tutto contro la "falsa tolleranza" del nuovo potere totalitario dei consumi, distinguendosene con tutta l'indignazione del caso; e poi c'è da imporre alla retroguardia, ancora clerico-fascista, di tale potere, tutta una serie di liberalizzazioni "reali" riguardanti appunto il coito (e dunque i suoi effetti): anticoncezionali, pillole, tecniche amatorie diverse, una moderna moralità dell'onore sessuale ecc' ecc'. Basterebbe che tutto ciò fosse democraticamente diffuso dalla stampa e soprattutto dalla televisione, e il problema dell'aborto verrebbe in sostanza vanificato, pur restando, come deve essere, una colpa, e quindi un problema della coscienza.”