Società | Profughi

Eureka?

La proposta: a Laives una struttura privata ma anche un terreno pubblico a disposizione per ospitare i richiedenti asilo. Lanziner: “Faremo i sopralluoghi”.

“A Laives i profughi saranno ospitati solo se verranno impiegati in lavori socialmente utili”, questa la conditio sine qua non posta dal sindaco Christian Bianchi in merito all’accoglienza dei migranti inseriti nelle quote assegnate dallo Stato. Uno pseudo-veto (visto che spetta alla Provincia l’ultima parola) che fa discutere e che è stato già criticato dal Landeshauptmann Arno Kompatscher in persona che ha chiesto una maggiore disponibilità da parte dei comuni altoatesini, anche di quelli più ritrosi, al fine di garantire un’equa distribuzione sul territorio. Bianchi ribadisce che “qualsiasi forma di accoglienza deve passare attraverso una precisa decisione di come impostarla, di come occuparli (i profughi, ndr), di come impegnarli lavorativamente. Questo è un tema dove la Provincia, i sindaci, le autorità statali devono lavorare insieme perché è un problema comune dove solo lavorando insieme si possono trovare soluzioni soddisfacenti”.

Sulla questione torna poi anche l’ex assessore Luigi Gallo - dopo le dichiarazioni (bollate evidentemente come sterili provocazioni da parte del primo cittadino di Laives) dei giorni scorsi - che invita l'amministrazione comunale laivesotta ad accettare “la sfida della solidarietà verso le persone e verso gli altri comuni” e a cercare “di fare meglio degli altri”.

Nel frattempo, fa sapere il presidente della Comunità comprensoriale Oltradige Bassa Atesina Edmund Lanziner, a Laives un privato si sarebbe fatto avanti per mettere a disposizione una struttura per ospitare i profughi. “Faremo un sopralluogo  - dichiara Lanziner a salto.bz -, ma si tratta ancora solo di una proposta che dobbiamo valutare assieme all’amministrazione comunale e alla Provincia (che sono già stati informati al riguardo, ndr), perciò non posso diffondere ulteriori dettagli, così come sull’eventualità di un terreno pubblico che potrebbe essere usato per lo stesso scopo”. In tutto potrebbero trovare posto una quarantina di asilanti. Lanziner ricorda che sulla rivista “Die Weinstrasse” della Bassa Atesina è stato pubblicato l’annuncio per tentare di sollecitare potenziali offerte per reperire edifici che possano servire come centri di accoglienza.

“In quanto Comunità comprensoriale dovremmo poter trattare tutte le amministrazioni allo stesso modo, poi è chiaro che a decidere sarà la Provincia”, dice Lanziner. Con buona pace di Bianchi, insomma. “Ci è stato chiesto di dare il nostro contributo e di mettere a disposizione 200 posti ed è quello che abbiamo intenzione di fare - spiega il presidente -, la media provinciale è di 3 richiedenti asilo ogni 1000 abitanti, perciò un comune con 10mila abitanti dovrebbe poterne accogliere 30, in base a questa media cerchiamo di sistemare tutti, altrimenti se non troviamo noi le strutture sarà la Provincia con un’ordinanza che prenderà una decisione dall’alto e questa è l’ultima cosa che vogliamo”.

Recentemente sono stati trovati alcuni posti ad Egna “ma ora siamo in attesa di una risposta da parte dei comuni più grandi, come Caldaro ad esempio, sperando che qualcosa possa saltare fuori prima di andare a coinvolgere i paesini più piccoli”, così Lanziner. L’intenzione è quella di distribuire i richiedenti asilo nelle aree più vicine alla ferrovia piuttosto che in montagna dove si troverebbero isolati, cosicché possano muoversi comodamente. L’episodio occorso ieri (9 agosto) ad Appiano può diventare un facile deterrente per i malpancisti che male accolgono l’idea di dover ospitare i migranti? “Sicuramente nessuno litiga per avere ‘dentro casa’ queste persone e fatti come quelli di ieri non sono il massimo della pubblicità in tal senso, ma penso anche che quello di Appiano sia un caso isolato, del resto non abbiamo mai sentito di episodi del genere accaduti negli altri comuni che hanno dato alloggio ai richiedenti asilo”, conclude Lanziner.