“Un inceneritore ci vorrà sempre, anche in futuro”
Nei giorni scorsi si è sviluppato un dibattito piuttosto animato in merito al ‘parere’ approvato dal Consiglio Comunale di Bolzano in merito al piano rifiuti recentemente approvato dalla Provincia. A far discutere sono stati soprattutto due aspetti: la proposta di Lorenzini di lavorare affinché il nuovo inceneritore possa essere spento entro il 2030 ed una revisione del sistema di raccolta dei rifiuti solidi urbani che vada progressivamente verso il cosiddetto ‘porta a porta’.
In merito ad entrambi gli aspetti, come abbiamo visto anche su salto, le ore successive al voto in consiglio con maggioranza ‘bulgara’ ha evidenziato opinioni diversificate e distinguo anche all’interno della stessa maggioranza a guida PD e SVP. Della serie: “sui principi generali ci possiamo stare ma nella pratica occorrerà fare i conti con le abitudini dei bolzanini e sui costi per la collettività”.
In città il dibattito prosegue, com’è ovvio che sia e in questi giorni in merito sono stati in molti a prendere la parola. Ma in merito al ‘parere’ espresso dal consiglio comunale qual è stata la reazione da parte della Provincia?
Per saperlo abbiamo contattato l’assessore competente Richard Theiner che però, assente dall’Alto Adige per le ferie estive, si è riservato di tornare sulla questione dopo Ferragosto. Theiner però ci ha consigliato di sentire il direttore dell’Ufficio Rifiuti della Provincia Giulio Angelucci, nello specifico sugli aspetti tecnici della questione.
Angelucci ci ha consentito di comprendere che il vero profilo di radicalità nella proposta di Lorenzini di rottamare l’inceneritore non stia tanto nell’idea di mettere in pensione l’impianto, quanto nei tempi proposti.
Ogni inceneritore infatti ha un ciclo di vita ‘di listino’ valutabile in circa 20/25 anni. Tenendo in considerazione il fatto che il nuovo impianto di Bolzano ha iniziato a funzionare a cavallo tra il 2014 e il 2015 questo vuol dire che la sua ‘scadenza’ è fissata su per giù tra il 2035 e il 2040.
In realtà è possibile tirare un po’ la corda, ci conferma in merito il direttore dell’ufficio rifiuti della Provincia: “gli impianti grazie a specifici accorgimenti possono di fatto sopravvivere per 30 anni, ma non di più”. E Angelucci segnala una continuità rispetto alla linea adottata con il precedente impianto: “ci sono casi in cui gli impianti possono essere restaurati, ma comunque dopo 25 anni la spesa per il restauro è tale che è come costruirne uno nuovo”.
In sintesi: l’attuale impianto di Bolzano dovrà comunque essere rottamato entro il 2040 e quindi proprio entro l’anno in cui finiranno i pagamenti delle rate del costo di costruzione. Ma la proposta di Lorenzini di rottamarlo entro il 2030 anticipa o tempi di un bel po’.
“Spegnerlo 10 anni prima è spegnerlo molto prima” conferma Angelucci. Aggiungendo anche di essere rimasto sorpreso da alcuni aspetti del parere approvato dal Consiglio Comunale di Bolzano.
In sostanza Lorenzini attraverso il suo documento ha indicato i suoi obiettivi in prospettiva: rafforzare la raccolta differenziata, non alimentare il teleriscaldamento con i rifiuti e comunque il prima possibile spegnere l’inceneritore. Puntando ad un futuro in cui il residuo a Bolzano possa arrivare a 0.
Angelucci è scettico: “si tratta prospettive che dal punto di vista ambientale sono molto discutibili, i rifiuti residui ci saranno sempre anche in futuro e andranno comunque inceneriti da qualche parte, piuttosto bisognerebbe ricordare che la vera questione è decidere se insiste sul riciclaggio oppure sullo smaltimento”.
Insomma: il direttore dell’Ufficio Rifiuti della Provincia invita a non semplificare e non pensare che esistano solo uno smaltimento ‘cattivo’ e un riciclaggio ‘buono’. E per spiegarsi propone un esempio concreto.
“Le acciaierie di Bolzano sono di fatto un impianto di recupero del ferro. Ma hanno avuto un impatto ambientale sulla qualità dell’aria molto superiore rispetto all’inceneritore. In ogni caso le acciaierie consentono di recuperare una materia prima destinata ad esaurirsi perché non rinnovabile.”
Il messaggio appare forte e chiaro: occorre essere pragmatici e trovare il giusto equilibrio tra smaltimento e riciclaggio, senza demonizzare. E per chiarire ulteriormente il direttore dell’Ufficio Rifiuti spiega: “in futuro potremo avvicinarci ad una situazione in cui la maggior parte dei rifiuti saranno riciclabili, ma questo non potrà che avvenire a scapito della qualità del differenziato”.
Una domanda sorge d’obbligo a questo punto: il comune di Bolzano sta già pensando in prospettiva di realizzare dopo il 2030 un inceneritore più piccolo?
Angelucci invita a guardare al futuro con fiducia ma anche con prudenza, lasciando intendere che lo scenario nel giro di 20/30 potrebbe cambiare radicalmente, sotto diversi punti di vista.
“Non è detto che nel 2030 la tecnologia aggiornata preveda ancora un inceneritore come sistema più adeguato per smaltire. Nel mercato già oggi la tecnologia sta sperimentando soluzioni che consentano un impatto ambientale ancora più basso rispetto agli inceneritori. Quando sarà il momento si potrà vedere quale sarà la tecnologia più affidabile in grado di smaltire quello che avremo. Ma la scelta di puntare già ora a snobbare il teleriscaldamento perché alimentato dalla combustione dei rifiuti è discutibile.”
In definitiva: la Provincia prende atto che il Comune di Bolzano nei giorni scorsi più che una posizione tecnica ha espresso un orientamento ideale e politico. Forse l’unica cosa che la neo assessora Lorenzini appena insediata nel suo nuovo incarico potesse fare, insieme al suo sindaco e alla giunta ancora in fase di ‘rodaggio’.
Sta di fatto che la Provincia stessa avrà bisogno a stretto giro anche di un parere tecnico degno di questo nome da parte del comune capoluogo per avere indicazioni concrete su quello che eventualmente ‘manca’ nell’attuale piano rifiuti.
Nell’anno e mezzo di sbandamento politico del comune di Bolzano sono mancati i tavoli tecnici tra capoluogo e Provincia?
Ebbene: non pare essere questo il problema visto che il varo del piano provinciale dei rifiuti è stato preceduto da incontri con i comprensori e, anche, con il comune di Bolzano.
Non resta dunque che aspettare che il Comune di Bolzano possa diventare finalmente operativo al 100% su un tema cruciale come quello dei rifiuti.