Per curare meglio la Sanità pubblica
Il reportage di Christoph Franceschini su errori e rimedi della sanità locale e una intervista di Stefano Voltolini a un medico del pronto soccorso di Bolzano costituiscono le letture più interessanti e rigorose in questi giorni a ridosso di Ferragosto. Trovate entrambi i servizi su questo portale.
Ci sarebbe anche da dir qualcosa sulla crisi di governo ma qui ci limitiamo, per ora, ad augurare buonissimo lavoro al presidente della Repubblica Sergio Mattarella e all’avvocato Giuseppe Conte che da due giorni ha di nuovo realizzato di essere il premier italiano in carica. Di giocatori che pretendono di fare anche gli arbitri, con le lacrime agli occhi, e che considerano il parlamento un club dove litigare sulle marche di whisky e di sigari, magari in spiaggia, per ora non diremo dunque nulla.
C’è molto da dire, invece, sul nostro sistema sanitario. Che si è strutturato con una territorialità molto diffusa da alcuni anni, tanto da aver provocato per questo mali di pancia nell’elettorato Svp, disorientamento in quello Pd e polemiche sui medici dei diversi gruppi linguistici.
Secondo un caso che conosciamo bene, una visita urgente (urgente) ortopedica alle mani è stata fissata per il prossimo 21 ottobre. E in generale i commenti alla persona malata sono stati che poteva andare peggio.
No, peggio non deve proprio più andare. Secondo gli schemi illustrati in questi giorni dall’assessore alla Sanità Thomas Widmann una diversa redistribuzione delle liste d’attesa sarà operativa entro qualche mese. E, sotto traccia, sembra di capire che alcuni piccoli ospedali non sopravviveranno soltanto perché ciascuno di loro ospita un paio di reparti con medici molto esperti (e il resto, solo routine, sia pure dignitosa). I piccoli ospedali non dovranno più costringere un malato cardiaco (esempio volutamente teorico) a farsi visitare entro pochi giorni a 100 chilometri dalla propria residenza e solo dopo un mese nel nosocomio sotto casa.
Sulla Sanità, capitolo per il quale le Regioni italiane spendono patrimoni e, in passato, si sono consumate anche crisi di governo, nessuno ha la verità in tasca. E gioverà ricordare che il nostro Servizio sanitario nazionale tutela tutti i malati e con tariffe accessibili.
Widmann e il management del suo assessorato provino davvero a giocare questa carta di efficienza e di accentuata professionalità
Certo, ci sono anche i furbetti (non solo italiani, per dirla tutta) e qui servono di sicuro più rigore e maggiore fermezza. Anche da parte dei medici di base.
La storia ben raccontata del giovane medico del pronto soccorso di Bolzano è una storia che non può rimanere isolata né tanto meno esemplare: o tutti i medici tendono a questi comportamenti, oppure il loro Ordine professionale (e, appunto, l’assessore provinciale alla Sanità) li ascolti ma se serve li rimetta anche in riga.
Quanto ai nuovi impegni di Thomas Widmann, è chiaro che visite specialistiche meno tardive sono di per sé una terapia efficace. Widmann e il management del suo assessorato provino davvero a giocare questa carta di efficienza e di accentuata professionalità.
Noi saremo qui a incoraggiarli ma anche a puntare i piedi se dovesse servire tutelare i diritti del malato. Anche su Salto.bz.