Una Sanità da ristrutturare
Durante questa pandemia si sono evidenziate grandi difficoltà nella Sanità, anche nella nostra regione.
I cittadini, illusi di avere diritto ad un accesso sicuro alle cure, si sono trovati insicuri e sfiduciati di fronte a un sistema sanitario sprovvisto di assistenza territoriale e con ospedali al collasso. Il COVID-19 ha purtroppo dimostrato come un sistema sanitario fondato su obiettivi di produttività e contenimento di risorse umane e infrastrutture sia incapace di rispondere rapidamente alle vere esigenze della comunità. Tutto ciò ci deve far riflettere.
È tempo che la Sanità torni ad essere un bene primario, e che venga trattata più come un patrimonio da proteggere che come un settore di business. Personalmente sono convinta che se investiamo di più non solo negli ospedali ma anche nell’assistenza territoriale con risorse umane formate e qualificate e con infrastrutture adeguate creiamo un sistema sanitario forte, stabile e credibile, capace di tutelare la salute dei cittadini, di ridare fiducia e sostenere l’economia del paese.
È tempo che la Sanità torni ad essere un bene primario, e che venga trattata più come un patrimonio da proteggere che come un settore di business
Occorre pensare da subito alla riforma dei servizi sanitari territoriali come risorsa primaria per la salute dei cittadini e come interlocutore tra il paziente e il servizio sanitario ospedaliero. Per poter rilanciare l'assistenza territoriale e ospedaliera è necessario un progetto di riorganizzazione, programmazione e coordinazione basato su gruppi di lavoro di professionisti in diversi ambiti di competenza.
Per dirigere i nostri ospedali e servizi territoriali verso obiettivi centrati sul prendersi cura dei cittadini e delle loro malattie, la Politica deve riprendere a dialogare con medici ed infermieri. I sanitari hanno le conoscenze e competenze necessarie a contribuire alla riorganizzazione del sistema sanitario, spostando obiettivi fondati su strutture gerarchiche e funzioni organizzative a obiettivi centrati sul paziente-persona.
Come italiana e bolzanina, come medico, lavorando ormai da anni all’estero con esperienze in diverse cliniche universitarie europee, e una breve e costruttiva esperienza come primario in Azienda Sanitaria dell’Alto Adige, ritengo di aver fatto cosa gradita con questo breve commento.
Ich stimme mit diesem Beitrag
Ich stimme mit diesem Beitrag ganz überein. Allerdings ist das nur die eine Hälfte des Problems. Die zweite Hälfte heißt: das Gesundheitssystem muss die Menschen darin unterstützen, gesund zu bleiben und darf sich nicht nur mit ihren Krankheiten beschäftigen. Hier hat allerdings die Schulmedizin nur ein sehr begrenztes Wissen und ist noch ziemlich weit entfernt von dem, was man unter "Ganzheitsmedizin" versteht, welche die Menschen auch in ihrer Eigenverantwortung unterstützt. Das hieße z. B. auch, den Fokus wegzurücken vom passiven Warten auf die jeweils nächste heilbringende Impfung und die Menschen mit Wissen und Können zu versorgen, wie sie selber aktiv ihr Immunsystem stärken können.
Aber mir ist bewusst, dass solche Überlegungen unter den Bedingungen des medizinisch-industriellen Komplexes, der das gesamte System beherrscht, wenig Raum bekommen werden.