La musica (non) è finita?
Da alcuni giorni, gli appassionati di musica sono orfani della musica dal vivo. Le sale da concerto, gli auditorium e persino piccoli spazi pubblici sono chiusi e nessuno si mette in fila per acquistare biglietti o abbonamenti.
Eppure, la musica è vitale quanto una medicina e preziosa allo stesso modo di una serie di regole contro una pandemia. A condizione, però, di non lasciarsi andare, scuotendo la testa e tirando su con il naso (nascosto da una mascherina, ça va sans dire).
Allora, i musicisti dell’orchestra Haydn in questi giorni stanno provando per il concerto, a porte chiuse, che Philipp von Steinaecker dirigerà il 17 novembre a Bolzano. Rai Südtirol lo manderà in onda in diretta. E anche i successivi concerti della saison sinfonica andranno sulla emittente Rai locale in lingua tedesca almeno fino ai giorni prima di Natale.
Una bella notizia che si intreccia con un’altra, molto minore e che riguarda i nostri comportamenti collettivi. Non vengono più segnalati concertini dai balconi o dalle terrazze. Inizia a far freddo ma, soprattutto, in pochi ne hanno ancora voglia: meglio così, spesso si trattava di prove musicali un po’ forzate e autoreferenziali. Non ne abbiamo bisogno.
La musica è vitale quanto una medicina e preziosa allo stesso modo di una serie di regole contro una pandemia
Poi, ci sono i concerti della serie Südtirol in Festival su you tube e registrati da Simon Lanz. I prossimi appuntamenti di Società dei concerti di Bolzano, dei festival Musik und Kirche, Musica Viva Pusteria e di altri calendari musicali importanti rimbalzeranno presto sul web. Per alcuni concerti, i contatti sono già migliaia ed è bello pensare che anche in Australia e in Vietnam ascoltino le interpretazioni dei nostri musicisti, dei nostri cantanti e dei nostri cori.
Molto meglio del “contentino” streaming che lascia il tempo che trova e che sta scontentando chi ama la musica e anche il teatro, altro luogo culturale pieno di idee ma anche di stanchezza e di qualche scoramento.
Ma in questi giorni, le nostre sale da concerto risuonano di note e melodie che temevamo perdute. Nessuno assiste a questi piccoli, grandi miracoli e, dunque, possiamo dire che tutti stiamo partecipando, con l’immaginazione e con il sogno.
Le partiture degli ultimi tre secoli sono qui, pronte a scuoterci e a motivarci di nuovo. Persino gli esecutori pop provano a fare del proprio meglio. I tecnici del suono battono il tempo come una volta e noi ci riprendiamo la musica in attesa di tornare a farlo insieme, nelle agorà e nei piccoli spazi che una volta chiamavamo “sperimentali”.
E se la musica non è finita, anche noi possiamo riveder le nostre stelle (musicali). In attesa di ritornare ad ascoltare dal vivo e a porte aperte (rispettando tutte le norme anti Covid, per carità) i suoni del mondo.