“Sulla quarta corda, alla Paganini...”
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SALTO: Signor Mantovani, partiamo dal testo che lei ha scelto. Quali sono per lei le qualità della scrittura di Rodari, cosa la rende ancora attuale, importante, per le nuove generazioni?
Marco Mantovani: Rodari ha vissuto il periodo di massima popolarità negli anni 60/70, nei quali ho vissuto la mia infanzia e la mia adolescenza - lo leggevo settimanalmente sulle pagine del Corriere dei Piccoli: quindi ho scelto i testi innanzitutto andando a pescare nella memoria, poi ho esaminato anche le raccolte meno conosciute dove ho trovato racconti interessantissimi che ho impiegato senza esitazione. Credo che le sue storie parlino ai ragazzi di oggi esattamente come ai ragazzi di allora, come eravamo noi: Rodari colpisce ancora oggi per la fantasia inesauribile che gli consente di dare forma e carattere anche a persone o cose che all’apparenza possono sembrare insignificanti, ma ciò che continua a stupirmi è la sua capacità di vedere il mondo con gli stessi occhi meravigliati con cui un bambino vedrebbe, ad esempio, un arcobaleno o un temporale.
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Marco Mantovani é nato a Ferrara nel 1960. Allievo per la composizione di Francesco Valdambrini, Renato Dionisi e Daniele Zanettovich, svolge dai primi anni ottanta un’appassionata attività di compositore: il suo catalogo comprende circa quaranta lavori destinati ai più svariati organici, dall’opera lirica (due titoli) alla musica sinfonica, dalla musica da camera sia strumentale che vocale alle cinque fiabe musicali composte per il teatro di figura, forma di spettacolo da sempre prediletta, di cui ha curato l’allestimento realizzando personalmente burattini, pupazzi e scenografie.
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La consapevolezza di scrivere per un pubblico di giovani scolari ha influito nelle sue scelte di compositore?
Quando sono all’opera su un pezzo come questo, o come le altre fiabe musicali che ho scritto, non mi pongo mai dei “paletti”, nella profonda convinzione che storie come quelle di Rodari possano divertire e offrire punti di riflessione tanto ai bambini quanto agli adulti: questo tengo a precisare. Di conseguenza cerco solamente di trovare il tipo di scrittura musicale più adatta alla situazione visiva che devo descrivere.
Per come la vedo io, i bambini rappresentano il pubblico ideale e come tale mi rivolgo sempre a loro con la massima stima e con la massima fiducia perché sono assolutamente privi di preconcetti: se un ambiente o una situazione drammatica vengono descritti da una musica efficace, diciamo pure dalla musica “giusta” fosse anche dodecafonica, l’accettano tranquillamente senza farsi nessun tipo di problema.
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Lei è diplomato in viola, composizione, musica corale e direzione di coro. Ha composto per svariati ensemble, per le sale da concerto e per il teatro. E’ stato interprete affermato. É stato docente al conservatorio di Verona. Per questo appuntamento dirigerà l’Ensemble Windcraft a interpretare la sua musica. Da giovane aveva come modello Bach Thomaskantor che a Lipsia componeva per le festività, suonava l’organo e teneva lezione ai giovani allievi?
Effettivamente, nel mio piccolo, ne ho combinate di tutti i colori: per vent’anni ho suonato la viola nei contesti più svariati, principalmente in orchestra e in gruppi da camera, ma una volta mi sono ritrovato in sala d’incisione a Forlì a registrare gli archi per un disco di Liscio romagnolo, tanto per fare un esempio. Poi per venticinque anni ho insegnato al Conservatorio di Verona e attualmente sono uno “splendido” pensionato, per dirla “alla Nanni Moretti”. In mezzo a tutto questo ho dedicato ogni frammento di tempo libero prima allo studio poi all’attività della composizione.
Comporre, e insegnare, le dà gioia?
Devo dire la verità, per quanto riguarda l’insegnamento ho scoperto una “vocazione” che non pensavo di avere, ci sono arrivato a quasi quarant’anni di età e dopo vent’anni passati “in trincea” esclusivamente suonando, e quindi non occupandomi se non saltuariamente di didattica. Posso però dire che ho vissuto venticinque anni meravigliosi e divertentissimi nei quali ho avuto un rapporto fantastico con tutti i miei studenti, di ogni età e di ogni nazionalità: le testimonianze di affetto che continuo a ricevere ogni volta che incontro qualcuno di loro me ne danno conferma.
"Lo scrivere musica comporta dubbi, ripensamenti e continui rifacimenti."
La composizione è stata ed è sempre un’attività imprescindibile: parlare di gioia è un po’ semplicistico perché lo scrivere musica comporta dubbi, ripensamenti e continui rifacimenti, “il compositore deve sudare” diceva il mio maestro; ma quando per mesi (se non per anni) si sono riempite pagine e pagine di pallini neri sentendo una musica solo con l’immaginazione, la prima volta che quella musica prende vita sotto le dita degli esecutori scatta un’emozione che è difficile descrivere: credo che sia questo che spinge un compositore ad andare sempre avanti.
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Nel corso o a margine di un suo concerto le è capitato un episodio buffo (o tragicamente comico) di cui ancora sorride?
Stranamente, ripensando agli anni trascorsi, mi vengono in mente gli episodi spiacevoli prima di quelli divertenti: ad esempio me ne ricordo uno che adesso, ripensandoci, mi suggerisce un sorriso ma a suo tempo, quando avvenne, mi aveva mandato nel panico. In concerto, quasi al termine de “La mer” di Debussy (tra l’altro, uno dei miei pezzi preferiti) mi è saltata la terza corda, facendo un botto tremendo; ormai eravamo alla conclusione e quindi non potevo alzarmi e uscire per sostituire la corda, così ho continuato fino al termine suonando tutto sulla quarta corda, “alla Paganini”…
Pensa con Dostoevskij che “la bellezza salverà il mondo”?
Non si può che essere d’accordo: la bellezza salverà il mondo, lo ha sempre salvato e sempre lo salverà, a condizione che a prevalere siano sempre lo studio, l’approfondimento e la cura del dettaglio, mentre mi sembra che al giorno d’oggi prevalgano un po’ troppo la logica del profitto immediato e la convinzione che la qualità artistica si misuri sulla quantità di like ricevuti.
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Concerto per le scuole in lingua italiana
14 novembre 2025 ore 11
Festival di musica contemporanea
Concerto per le scuole in lingua italiana
Il Filobus 75
testo di Gianni Rodari
musica di Marco Mantovani
Paolo Foschini, voce recitante
Ensemble Windcraft
Conservatorio di Bolzano
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