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Aldo Porcaro

Ja bitte, wohin denn mit dem Nazi im Sarg? Ti ricordi di Aldo? Aldo Porcaro. Veniva sempre nel ristorante di mio padre. Disegnava, disegnava e si guadagnava il pranzo. [Mercati Generali] Ich bin natürlich nicht der Porcaro, der wie heute Bansky, die Stadthäuser * bekritzelte [Juhu]. Dietrich Reinstadler hat mich beschrieben. Ich war ein kranker Mann. 1994 Matzneller Editions. BZ.

ZEITENSPRUNG SALTATEMPI TIMESJUMP 101213

Come se il nazista morto fosse un peso per la collettività. Ma dove è finito Priebke, il vecchio che non voleva rinunciare agli antichi fetori dell'umanità che portava con se dentro le proprie viscere? Come se un mese passato nell'oblio dei mezzi di comunicazione bastasse per seppellire le ascie dell'odio. So als ob das lästige Gekritzle von Unsinnigkeiten unter den Bozner Lauben - damals noch Stolz der Kaufleute, heute nur mehr beschämende Ausverkaufsnester der Geschäftsketten - nur Aldo gemacht hätte. Come e quando Bansky, l'imbrattatore creativo delle città - non abbandoniamoci a confronti ingiusti nel saltellare dei tempi e delle memorie - è alla ribalta nei ranghi degli ammiratori della clandestinità e dell'arte senza nome. Come Porcaro, appunto, per il quale tutti i libri scritti su di lui sono dispersi nella svanita memoria delle illegalità visive del secolo scorso. Mah!