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“Vi spiego perché”

“Il software di Trento? Non è la soluzione giusta. E l’incarico a Saim vale 7 milioni, non 75”. Il direttore dell’ASL Schael risponde alle critiche e alle polemiche.

“In passato non hanno fatto tutto quello che dovevano, ma di questo risponde qualcun altro. Noi la storia l’abbiamo ‘pulita’. Se qualcuno vuole fare una denuncia si rivolga ai fori competenti. Io faccio il direttore generale e non il procuratore della Repubblica. Mi occupo del futuro e rispondo dal 15 di giugno 2015.”

Con tutta evidenza stiamo entrando nel vivo: oggi il direttore generale dell’Azienda Sanitaria Thomas Schael ha lasciato spesso da parte i sorrisi e i convenevoli durante la spiegazione alla stampa dei dettagli del megainvestimento previsto per il rifacimento dell’intero sistema informatico della sanità altoatesina. Spiegazioni rese necessarie dopo una serie di critiche emerse dopo la prima presentazione della complessa operazione. 

Nella conferenza stampa Schael questa volta si è presentato affiancato da Massimo Mangia di Federsanità Anci, uno dei due superconsulenti coinvolti in questi mesi nello screening volto ad elaborare il progetto di ristrutturazione informatica. E il direttore generale è andato al punto su ogni aspetto controverso dell’operazione: l’imponenza dell’investimento previsto, il ruolo di Saim, la scelta di non prendere in considerazione il sistema informatico in uso nel vicino Trentino


Perché 75 milioni?

Il direttore generale dell’ASL ha ribadito che la spesa prevista in realtà va suddivisa in due voci distinte: la spesa ordinaria che resta di 14 milioni l’anno e l’investimento vero e proprio per la ristrutturazione che costa 30 milioni in 3 anni. Schael ha anche detto che “non si tratta di un investimento sproporzionato”, ricordando che in Austria si sta discutendo perché per un lavoro analogo è stata prevista una spesa di 130 milioni in due anni (senza calcolare i costi di programmazione per Ospedali ed altri servizi). Il direttore generale ha anche ricordato che quella sanitaria è di fatto una delle aziende più grandi della provincia. 
E che i 30 milioni vengono stanziati perché “è richiesto un salto di qualità”. “Se avessimo solo voluto migliorare avremmo potuto aumentare la spesa ordinaria annuale di qualche milione” ha aggiunto Schael.


Le voci di spesa

Dopo di che il direttore generale e il consulente Massimo Mangia sono passati ad illustrare come verranno spesi i 30 milioni di investimento una tantum, riferendo di aver scelto tra 4 possibili opzioni: una soluzione interna (estensione in tutta la provincia del sistema IKIS di Brunico e Bressanone), una gara europea, il riuso di un sistema informativo di altra amministrazione pubblica (Trento) ed infine una soluzione combinata (ricoinvolgimento di Saim per le cartelle cliniche integrate e gare per il resto). 
La scelta è ricaduta sulla quarta opzione e quindi Schael e Mangia sono passati a spiegare perché. 
Basandosi su un grafico apposito è stato spiegato che in realtà dei 30 milioni che verranno spesi, solo il 25% andrà per la cartella clinica integrata (7/8 milioni), perché invece la parte più rilevante dell’investimento sarà riservata al rifacimento del software per il Centro Unico di Prenotazione e il sistema amministrativo. E quindi i servizi per i cittadini, il sistema direzionale, i servizi di telemedicina e di gestione delle criticità nonché la riqualificazione della ripartizione informatica sanitaria. Una altro 10% andrà invece destinato al rifacimento delle infrastrutture e delle reti. 


In sostanza - ha detto Schael - l’ASL ha deciso di puntare sulle società in-house (ripartizione informatica, Saim e Siag). 
E per arrivare a questa decisione sono stati valutati 7 parametri base che sono stati incrociati tra loro: la tempistica, i costi, l’aderenza con le esigenze dell’azienda, sinergia con la Provincia, capacità di governo e controllo del progetto, grado di innovazione e grado di fattibilità. 
Dopo di che Schael e Mangia sono passati a spiegare per quale motivo è stata scartata l’idea di adottare il sistema informatico trentino.


Perché non adottare il sistema informatico di Trento?

Nei giorni scorsi anche da parte politica erano giunte forti critiche in merito al fatto che l’Azienda Sanitaria non avesse preso in considerazione la possibilità di adottare il sistema informatico per le cartelle cliniche in uso nel vicino Trentino, funzionante secondo le esigenze correnti ed inoltre “molto più economico”. 
Il direttore generale Schael supportato dal consulente Mangia in sostanza ha bocciato l’idea su tutta la linea.
Il software è stato concepito negli anni ’90 e noi abbiamo bisogno di un sistema per il futuro” ha detto il direttore generale. E l’esperto che ha collaborato al progetto generale ha rincarato la dose in questo senso elencando una serie di motivi che sconsigliano l’adozione del software in uso a Trento. 
In operazioni di questo tipo il costo delle licenze è circa il 10% mentre la parte più rilevante sono la personalizzazione e la configurazione del sistema” ha ricordato Mangia, rilevando che “il riuso del sistema trentino avrebbe comunque comportato le spese per tutte le altre voci, reali e necessarie”. Inoltre il sistema informatico in uso a Trento per le cartelle cliniche avrebbe altri due ‘difetti’ cruciali: innanzitutto non è bilingue ed inoltre è costruito con un linguaggio di programmazione “per il quale non esistono specifiche competenze alla ripartizione informatica sanitaria altoatesina”. Quindi un’eventuale adozione potrebbe avvenire solo attraverso una gara per affidare ad una ditta esterna la complessa implementazione. 


Per rincarare la dose Schael ne ha anche approfittato per ricordare che la spesa corrente per l’informatica sanitaria nel Trentino è attualmente più alta della nostra (16 milioni l’anno invece che 14), anche se è vero che a Trento possono disporre già ora (beati loro) di un sistema che funziona. 
Dopo di che Schael ha deciso di togliersi un ulteriore sassolino dalle scarpe, dopo lo sfogo iniziale. 

“Non ci aspettavamo che si sarebbe discusso così tanto delle metodologie che abbiamo utilizzato per fare la nostra scelta sulla strada da intraprendere per la ristrutturazione informatica. Ma naturalmente qui c’era troppa storia dietro certi nomi.”


Ma perché si è deciso di insistere con Saim?

Negli ultimi giorni la scelta di ASL di insistere nel considerare Saim quale partner cruciale nella realizzazione del nuovo software per le cartelle cliniche è stata criticata sulla base delle esperienze del passato, non sempre positive. 
Argomentando per spiegare la sua scelta Schael ha continuato con piglio deciso. 

“Dovevo buttare via ripartizione informatica, Saim e Siag? In realtà è stato l’insieme a non produrre risultati. Ho deciso di usare quello che c’è per quello che mi serve. E la nostra è stata una scelta razionale e trasparente. Le critiche devono essere oggettive: dire ‘mi fa schifo’ non serve a nulla”. 

Insomma: Saim avrà il compito, su precise indicazioni da parte della nuova governance di Azienda Sanitaria, di realizzare il nuovo software per le cartelle cliniche. “Saim è nata per questo 10 anni fa - ha ricordato il presidente dell’azienda Enrico Wegher presente alla conferenza stampa. Subito incalzato dal direttore amministrativo del comprensorio sanitario di Bolzano Marco Cappello: “Ed è per questo che non si può dire che ‘viene evitata’ una gara che in realtà c’è già stata”. 

Successivamente Massimo Mangia ha spiegato che negli ultimi cinque mesi è stata fatta un’analisi approfondita per identificare i problemi che si sono presentati ed i loro perché, soprattutto per evitare che certi errori si ripetessero. 
Il consulente di Federsanità è quindi passato ad elencare le criticità che sono state individuate. Innanzitutto Mangia ha ricordato che "all’interno dell’Azienda ci sono state forti resistenze nel processo di cambiamento e che questo ha compromesso, rallentato ed ostacolato quanto doveva essere realizzato". In secondo luogo "si sarebbe manifestata una grande incapacità nel gestire il sistema". 
E’ mancata la competenza e quindi è mancata la ‘direzione lavori’, abbandonando il rapporto tra fornitore e utenti senza nessuna forma di mediazione e di controllo” ha detto senza mezzi termini Mangia, ricordando che è stata questa mancata regia a portare ad una forte dilatazione dei tempi per l’integrazione del sistema informatico. 
La (troppo) forte autonomia dei comprensori ha quindi fatto sì che le risorse disponibili venissero divise per tre e quindi i risultati ottenuti fossero circa 1 terzo di quelli che troviamo in altre aziende” ha lapidariamente concluso il consulente esterno chiamato da Schael per fare la diagnosi sulla malattia cronica del sistema informatico sanitario altoatesino. 

In conclusione Mangia ha messo il dito nella piaga tornando sulla molto più rosea situazione del vicino trentino. 

“Una delle chiavi del successo di Trento sta nel fatto che si tratta di un’azienda unica da molto tempo prima e in cui il processo di riunificazione è stato forte e spinto (una storia di 20 anni).” 

Dulcis in fundo nella sala riunioni della sede di Azienda Sanitaria in via Cassa di Risparmio a Bolzano è risuonata una domanda legata all’azienda Medarchiver. Nello specifico: avrebbe ancora un suo ruolo, oggi, in questa fase di ristrutturazione radicale del sistema informatico sanitario?
A rispondere è stato il presidente di Saim. 

“Da agosto 2011 Insiel Mercato ha acquisito le quote di Medarchiver, loro non hanno più nemmeno lo zerovirgola”

Come se non fosse sufficiente, gli ha fatto subito eco Thomas Schael dichiarando testualmente: “Confermo, a puro scopo di trasparenza sono in possesso dell’atto notarile di cessione”.

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Christoph Moar Ven, 12/11/2015 - 12:13

Premesso che con questa domanda non voglio assolutamente ridurre le varie motivazioni indicate nell'articolo e/o - ci mancherebbe. Sui vari argomenti pro e contra bisogna avere dettagliate conoscenze per valutarli, quindi personalmente leggo solamente da interessato del settore.

Mi interesserebbe peró un dettaglio: .

Qualcuno sa per case di che linguaggio di programmazione/o architettura software si stia parlando? Grazie.

Ven, 12/11/2015 - 12:13 Collegamento permanente
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Christoph Moar Ven, 12/11/2015 - 12:15

In risposta a di Christoph Moar

Accidenti. L'editor mi ha tagliato la frase che avevo messo in citazione, la ripeto:

"innanzitutto non è bilingue ed inoltre è costruito con un linguaggio di programmazione “per il quale non esistono specifiche competenze alla ripartizione informatica sanitaria altoatesina”"

Qualcuno sa per caso di che linguaggio di programmazione/o architettura software si stia parlando? Grazie.

Ven, 12/11/2015 - 12:15 Collegamento permanente
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paul koellensperger Ven, 12/11/2015 - 13:56

In risposta a di Christoph Moar

Java... pensa te che linguaggio esotico ;)
Anche l'argomento della mancanza del tedesco (e ladino, aggiungo io) è veramente debole, affermare che anzichè aggiungere un'ulteriore lingua ad un software è preferibile rifare tutto da capo (quindi anche la seconda lingua, che ti resta da fare comunque) è più o meno come dire che quando devo mettere le gomme invernali è più conveniente cambiare tutta la macchina.

Ven, 12/11/2015 - 13:56 Collegamento permanente
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gorgias Ven, 12/11/2015 - 21:35

In risposta a di paul koellensperger

>Sui vari argomenti pro e contra bisogna avere dettagliate conoscenze per valutarli, quindi personalmente leggo solamente da interessato del settore.<

Warum tun sich da zwei Politiker die Beruflich aus dem Informatiksektor kommen nicht zusammen, um an die Nötigen Informationen zu kommen um dann mit einer fundierten Fachbeurteilung auf das ganze Projekt zu antworten?

Hat Herr Köllensperger nicht die Möglichkeit an Informationen über Landtagsanfragen und Einsichtsmöglickeiten als Landtagsabgeordneter zu kommen?

Jedenfalls ist es bitter nötig hier am Ball zu bleiben.

Eine weitere Frage ist, wen am Ende die Software gehört? Wird sie unter einer Lizenz gesetzt, die es Erlaubt dass die Sanität gegebenenfalls dank Verfügbarkeit des Kodes und nötiger Dokumentation einen anderen Dienstleister anstellen kann, und eventuell auch Dritte beauftragen die Qualitätskontrollen zu machen? Ist die Software auch portierbar, so dass man eventuell auf ein anderes Betriebssystem umsteigen kann ohne die Software ganz neu schreiben zu müssen?
Solche fragen können eine Menge Kosten vermeiden und die Zukunftstauglichkeit der Software begünstigen.

Ven, 12/11/2015 - 21:35 Collegamento permanente
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Christoph Moar Sab, 12/12/2015 - 10:43

In risposta a di gorgias

Nun ja, Gorgias. Köllensberger scheint mir diesen Auftrag ja wahrzunehmen, oder? Nicht umsonst liest sich für mich dieser Artikel (und die dahinterliegende Pressekonferenz) eher als Replik auf eine Intervention Köllensbergers (https://www.salto.bz/it/article/08122015/teure-fotokopie). Ob dann ein Gemeinderat der politischen Minderheit einer kleineren Stadtgemeinde Südtirols der richtige Mann für eine technische und politische Bewertung einer millionenschweren IT Investition in das Südtiroler Gesundheitssystem ist lassen wir doch lieber unbeantwortet. :)

Richtig ist aber, dass man auch als normaler Salto.bz Leser sich so seine Fragen stellen kann, und so ist meine zu einem winzigen Detail (der eingesetzten Programmiersprache oder technologischen Plattform) zu verstehen.

Mein Vorsichtssatz nochmal erklärt: Macht bitte nicht den Fehler, aus einem von mir herausgewählten Punkt daraus einen Strick für oder wider ein zur Diskussion stehendes System zu basteln. Ich kenne zuviele IT Projekte im Detail um zu ignorieren, dass eine Entscheidung zu einem System niemals auf eine einzelne (zumal so triviale) Fragestellung zu reduzieren ist. Ich warne davor, ohne detaillierter Kenntnis über Details wie das Lasten- oder Pflichtenheft des Systems, den Terminvorgaben, den Betriebs- oder Supportanforderungen an das System, den Quellcode- und Lizenzbedingungen der eingesetzten Frameworks eine Entscheidung für oder wider ein System zu beurteilen.

Das ist übrigens auch kein Wissen, was man mit “kurzem Durchlesen” einer paar Unterlagen gewinnen könnte: Kleinere ERP Projekte in Privatunternehmen nicht selten mehrere Mannmonate vorbereitende Arbeit ein, um in einem Prozess einer Software Selection die “richtigere” Software zu wählen. Sowas begleite ich nicht selten. Insofern wird es von mir ohne in einen solchen Prozess zu stecken sicher keine Anmaßung darüber geben, ob die geplante Entscheidung sachgemäß oder nicht ist. Und - in welcher Form man zu fundierteren Entscheidungshilfen kommen könnte - zum Beispiel in Form eines parteiischen oder unparteiischen Gutachters, eines Projektteams oder einer Peer Review Gruppe - steht hier wohl auch nicht realistisch zur Diskussion.

Interessant ist aber wirklich das kleine Detail, das ich aus Mangias hier wohl wörtlich wiedergegebenes Gutachten entstammt: “innanzitutto non è bilingue ed inoltre è costruito con un linguaggio di programmazione “per il quale non esistono specifiche competenze alla ripartizione informatica sanitaria altoatesina””

Ein aus meiner Sicht eher unbedeutendes Argument. Ob die Software bereits mehrsprachig ist oder nicht spielt bei diesen Dimensionen überhaupt keine Rolle. Die Frage ist, ob sie Lokalisierbar ist oder nicht. Sieht das Framework die Lokalisierung nativ vor, so ist die zweite oder dritte Sprache nur noch eine Fleißaufgabe und kaum der Rede wert.

Beim zweiten Teil der Aussage, der Programmiersprache, musste ich echt stocken. Ingenieure - und solche erwarte ich hinter einem solchen Projekt - müssen nicht “Programmiersprachen” beherrschen. Das ist syntaktischer Kleinkram, una vale l’altra sozusagen. Will man ein mehrjähriges Projekt angehen so ist es für einen IT Ingenieur kein Thema, in wenigen Tagen das dafür notwendige syntaktische Werkzeug anzueignen. Nicht umsonst sind die meisten Stellenausschreibungen der Provinz “Programmiersprachenunabhängig” formuliert, Sprachen wie “ Java/C++/.NET/C#/ …” werden dabei einfach in einem Atemzug genannt und man kann (zurecht) erwarten, dass der oder die Projektmitarbeiterin die Werkzeuge beherrscht oder in kürze beherrschen kann.

Noch erstaunlicher, wenn die Rückmeldung von Köllensberger stimmt, dass die Programmiersprache des Systems JAVA sei. Kompetenzen dazu dürfte es in der Provinz und bei der SIAG wirklich zur Genüge geben, und syntaktisch ist die Sprache so austauschbar, dass ein .NET und ein JAVA Entwickler praktisch idempotent sind - selbst wenn der Einzelne es persönlich noch nicht bemerkt haben sollte.

Aufgrund dessen denke ich jetzt mal, dass entweder dieses eine Argument völlig vernachlässigbar ist (aber ein bisschen stört mich dann das Wort “difetti cruciali”, das ja eben genau nicht auf eine Vernachlässigbarkeit deutet), oder aber der Berater falsch zitiert wurde. Die richtige Aussage müsste dann eher heißen: dass die Software prinzipiell nicht lokalisierbar ist (weil das Framework das überhaupt nicht vorsieht) und in der “ripartizione informatica sanitaria altoatesina” nicht die Programmiersprachenkenntnisse fehlen (denn die sind, ehrlich gesagt, so ziemlich das letzte Problem das man hat), sondern eher das von den Trientnern gewählte Architekturframework so unbekannt, kryptisch und unbedeutend ist, dass die dafür notwendigen Skills in der ripartizione nicht strategisch zu erlernen sind. Das wäre durchaus ein schlagendes Argument.

Vielleicht war es ja so gemeint - könnte Köllensberger dann ja nachfragen?

Vergesst aber nicht, dass ich mir damit ein kleines Detail rausgepickt habe. Die Wiedergabe der Pressekonferenz scheint viel mehr dahinter aufzuzeigen. Insbesondere werden Fehler der Vergangenheit genannt: Fehlende Projektleitung, zum Beispiel, und auch die doch sehr klar formulierte Aussage von ““Dovevo buttare via ripartizione informatica, Saim e Siag? In realtà è stato l’insieme a non produrre risultati”, oder auch die Dreifach-Multiplikation der Aufwände durch die drei Sanitätseinheiten. Ziemlich vertrackte Sache, das Ganze...

Sab, 12/12/2015 - 10:43 Collegamento permanente
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gorgias Sab, 12/12/2015 - 11:39

In risposta a di Christoph Moar

Wenn es ein Gemeinderat aus einer kleinen Gemeinden Südtirols schaffen kann dann sind es Sie. :-)

Eine Gesamtbewertung des Projektes ist sicher aufwendig und kaum einer Einzelperson in seiner Freizeit zumutbar. Was aber man tun könnte wäre so eine Peer Review anzufordern und gleichzeitig sich das Pflichtenheft besorgen und eventuell über einen Wiki versuchen Teilaspekte weiter aufzuarbeiten im

Sab, 12/12/2015 - 11:39 Collegamento permanente
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gorgias Sab, 12/12/2015 - 11:52

In risposta a di Christoph Moar

Wenn es ein Gemeinderat aus einer kleinen Gemeinden Südtirols schaffen kann dann sind es Sie. :-)

Eine Gesamtbewertung des Projektes ist sicher aufwendig und kaum einer Einzelperson in seiner Freizeit zumutbar. Was aber man tun könnte wäre so eine Peer Review anzufordern und gleichzeitig sich das Pflichtenheft besorgen (Köllensperger) und eventuell über ein Wiki versuchen Teilaspekte weiter aufzuarbeiten im Auge blickend eine Gesamtbewertung zu machen.
Dies könnte einen öffentlichen Druck schaffen. Gleichzeitig kann man immer wieder herausgearbeitete Aspekte regelmäßig öffentlich machen.

Sab, 12/12/2015 - 11:52 Collegamento permanente
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Benno Kusstatscher Sab, 12/12/2015 - 11:08

Mich erstaunt, enttäuscht und erzürnt, dass bei solchen Summen nicht wenigstens das Euregio-Argument gespielt wird. Wenn ich als potentieller Patient des Bozner Krankenhauses überstellt werden muss, dass geht's wohl tendenziell nach Innsbruck oder Trient. Wenn Südtirol schon diese Gelder ausgibt, dann sollte es heute die Weichen für ein globaleres Konzept stellen und gefälligst die Requirements aus nord und süd samt deren Experten an den Tisch bringen.

Sab, 12/12/2015 - 11:08 Collegamento permanente