Cultura | Can Altay artist in residence

Frammenti e orizzonti divisi

Nuovo capitolo della ricerca dell'artista turco sul territorio di Bolzano. Un progetto di Lungomare e ar/ge kunst.
Avvertenza: Questo contributo rispecchia l’opinione personale dell’autore e non necessariamente quella della redazione di SALTO.

Tutto ha avuto inizio con un frammento. Un frammento di sentenza, che presupponeva dei pregressi e insinuava delle opzioni di sviluppo. E attorno a questo frammento, l’artista turco Can Altay, primo artist in residence del nuovo programma/progetto di Lungomare in collaborazione con ar/ge kunst, inaugurato nel 2015, ha raccolto altri frammenti: visivi, materiali, testuali. E’ venuto così a crearsi una sorta di brodo di coltura, che Altay ha arricchito di sempre nuove prospettive e suggestioni, facendolo crescere, insieme a quell’iniziale frammento di frase, e trasformandolo in un discorso.
“Such claims on territory…” raccontava in assenza di lavori precedenti dell’artista, che hanno visto protagonista l’appropriazione di spazi urbani da parte di una popolazione che li aveva dimenticati, che aveva smesso di sentirli propri. Ma raccontava anche di una storia universale, la storia di spazi, parte di un contesto umano, sociale, architettonico e in senso lato politico, sotto-utilizzati, dimenticati, non posti in uso, privati di essenza e utilità. A chi appartengono tali spazi? Qual è il grado di legittimazione nel prenderne idealmente “possesso”, nell’attivarli, nel renderli vivi e vissuti?

Dopo un primo sopralluogo, Can Altay ha scoperto il Virgolo, e ne ha fatto il fulcro e l’emblema delle sue riflessioni sul territorio. Partito da un evento reale, che ha caratterizzato la storia del tunnel sotto il promontorio che si insinua nello spazio urbano di Bolzano, Can Altay ha dato vita ad una serie di attivazioni dell’attenzione pubblica su questo spazio, insieme centrale e periferico sia nella dimensione geografica che in quella socio-politica della città di Bolzano.
Da un anno l’artista turco sta lavorando allo sviluppo di un discorso attorno al Virgolo, che si definisca per la peculiarità locale di Bolzano, ma anche per i suoi tratti universali sul vissuto dei luoghi.
Dopo i primi frammenti, che hanno funzionato come una sorta di mappa cognitiva, ma anche di wunderkammer, raccolti al fine di definire l’esistente (storico, ma anche geografico, architettonico, botanico e politico) e le linee di sviluppo del suo discorso, Can Altay ha cominciato a lavorare sulla percezione.
Tra aprile e giugno 2015 sono stati organizzati tre gruppi di lettura, incontri con cittadini volti a indagare i temi della “rivendicazione territoriale”, dell’“immaginazione degli spazi” e delle “politiche urbane neoliberali”, di commons e gentrificazione, di esperienze di rivendicazione di spazi.

In giugno 2015 la riflessione si sposta sul piano visivo. In città compaiono dei manifesti, come fossero cartelloni pubblicitari, posizionati, come questi ultimi, negli spazi dedicati all’affissage urbano. L’intuizione di Altay è di utilizzare spazi che fanno parte della superficie urbana come stimoli alla riflessione. I manifesti, quasi parte di una ideale campagna turistica, invitano a guardare i luoghi con nuovo sguardo e a porsi interrogativi sulle aspettative (spesso disattese) relative allo sviluppo urbano. Il Virgolo è sempre il fulcro da cui si rifrange la riflessione: Altay fa nuovamente appello alla storia dei bolzanini che nell’immediato dopoguerra, rimasti privi di un rifugio, lo trovarono nella galleria sotto il promontorio, allora in costruzione. Altri frammenti di discorso rimandano ai luoghi iconici del monte, come il vecchio circolo del tennis e fanno esplicito riferimento alle polemiche relative alle nuove possibili destinazioni del Virgolo, tra piani di sviluppo urbano, Benko e comitati di quartiere. Una sorta di mostra anomala, con immagini e testi che si insinuano nel paesaggio urbano, quasi senza disturbare, eppure con l’esplicità volontà di disturbare, che si conclude con un incontro pubblico sulle possibili definizioni di un immaginario futuro del Virgolo e che integra l’iniziale frammento di frase, meglio delineandone gli intenti: “Such Claims on Territory transform spacial immagination into".

Ma per immaginare lo spazio è necessario prima indagarlo, vagliandone le diverse prospettive, identificandone e sottolineandone le contraddizioni. Ed è in tal senso che Can Altay aggiunge un ennesimo frammento al suo iniziale discorso. Da dicembre fa la sua comparsa nelle strade di Bolzano un binocolo “aberrante”, che abbandona la sua naturale vocazione a focalizzare lo sguardo su di un punto: grazie ad un sistema di lenti e specchi, il binocolo ci consente la visione contemporanea di un orizzonte diviso. “Split Horizon” è il titolo dell’installazione temporanea che Can Altay ha disposto questo binocolo in punti specifici della città di Bolzano e continuerà a disporlo fino all’inizio di maggio, quando alla ar/ge kunst inaugurerà la mostra conclusiva sul suo percorso di ricerca e analisi sul territorio di Bolzano in generale, e del Virgolo in particolare.
Split Horizon è uno strumento in sé semplice, ma destinato ad aprire riflessioni complesse. Il tempo e lo spazio si definiscono come elementi essenziali della percezione dei luoghi. Ogni tappa del binocolo apre nuovi punti e spunti di osservazione, che consentono di guardare alla città con nuovi approcci critici, che la contraddizione in essere, sottesa alla natura stessa dell’installazione, rendono inevitabili ed imprescindibili.
Con Split Horizon un nuovo frammento si è aggiunto alla frase che è andata a comporre il tema di questa lunga analisi e che ora rivela un aspetto di destabilizzazione: “Such Territorial Claims Transform Spatial Imagination into Obscure”.

La prossima tappa di Split Horizon sarà il 13 gennaio all’Eurac. Questo gioco di prospettive, invita i bolzanini a partecipare alla definizione del discorso di Altay sul territorio, in attesa di vedere come andrà a concludersi la sentenza che è andata componendosi con l’aggiunta di sempre nuove istanze e questioni in forma di frammento, e che, in perfetta specularità con il reale, andrà infine a completarsi in una realtà fatta di differenti e molteplici unità di senso.

 

Calendario delle installazioni di “Split Horizon”:
27.01.2016, ore 14.30-16.30 Piazza Tribunale
10.02.2016, ore 14.30-16.30 Torre del Museo Civico
24.02.2016, ore 14.30-16.30 Funivia del Renon
09.03.2016, ore 14.30-16.30 Appartamento Privato (via Cappuccini 14, 3° Piano)
16.03.2016, ore 14.30-16.30 unibz Terrazza Panoramica F6
23.03.2016, ore 14.30-16.30 Ponte Talvera
30.03.2016, ore 14.30-16.30 Parco delle Semirurali
06.04.2016, ore 14.30-16.30 Stazione di Bolzano
13.04.2016, ore 14.30-16.30 Giardino dei Cappuccini
20.04.2016, ore 14.30-16.30 Percorso pedonale tra via Aslago e via S. Vigilio
04.05.2016, ore 14.30-16.30 Ponte Loreto
11.05.2016, ore 14.30-16.30 Appartamento Privato (via Andreas Hofer 19, Terrazza 4° Piano)