Pubblico e Privato condannati a collaborare.

La nostra Provincia ha davanti a sé sfide nuove. Non le vincerá né il Pubblico da solo, né il Privato da solo.
Avvertenza: Questo contributo rispecchia l’opinione personale dell’autore e non necessariamente quella della redazione di SALTO.

I tentativi ci sono stati, ma sono tutti falliti. Le società organizzate con la sola economia pubblica pianificata non hanno lasciato un gran bel ricordo di sé (sia quelle “socialiste”, che quelle “corporative”). Ma anche la pretesa della totale libertà economica dei singoli ha dovuto confrontarsi con la necessità di avere regole e istituzioni per tutelare l’interesse pubblico. In ogni Paese si é trovato un proprio equilibrio tra Pubblico e Privato e tra i valori che essi rappresentano. É rimasta peró particolarmente viva in Italia ed in Sudtirolo una discussione tutta ideologica sulla presunta “superiorità” morale o funzionale del Pubblico sul Privato o viceversa. Sarebbe invece opportuno ed urgente orientare la discussione e le scelte politiche conseguenti a valutazioni concrete ed al bilancio delle esperienze fatte. Sempre di piú ci sarà bisogno di una collaborazione strategica tra Pubblico e Privato nell’Urbanistica, nelle Opere Pubbliche, nel Sociale, nella Sanità, nell’ Educazione. Solo cosí il nostro territorio farà “sistema” , costruirà futuro, ripartirà equamente le opportunità tra i suoi cittadini. Pubblico e Privato non sopravvivono uno senza l’altro. Sono condannati a collaborare. Per la fortuna di tutti.