Società | Asili

Una guerra fra poveri?

Respinta la mozione di Urzì per revocare definitivamente ogni ipotesi di aumento delle tariffe degli asili nidi in Alto Adige. Deeg: “Previsti interventi in 42 Comuni”.

La pruriginosa questione delle tariffe degli asili nido torna a far discutere. Oggi (11 maggio), in consiglio provinciale, è stata trattata una mozione a firma di Alessandro Urzì (Alto Adige nel cuore) nella quale si chiedeva di revocare una volta per tutte ogni ipotesi di aumento delle suddette tariffe per i nidi della Provincia di Bolzano; di rivedere i criteri di calcolo annunciati tenendo conto anche delle strutture sociali diverse tra periferia e città; istituire un tavolo di lavoro con i rappresentanti delle parti sociali, dei sindacati, dei genitori e dei Comuni al fine di individuare e proporre delle soluzioni condivise e di riferire entro tre mesi in Consiglio provinciale gli esiti di queste valutazioni. Gli iscritti negli asili italiani - notizia di oggi - sono calati di un centinaio di alunni, determinando quindi la chiusura - nel prossimo anno - di 4 sezioni (2 a Bolzano, 1 a Bronzolo e 1 a Merano) mentre, di contro, aumentano i bambini in quelli tedeschi (257 in più rispetto al 2015).

Il dibattito si apre con l’intervento di Brigitte Foppa (Verdi) la quale sostiene che “l’argomento rischia di diventare una guerra fra poveri” e che sono genitori ed educatori a farne le spese. L’asilo nido - continua - è un servizio completamente diverso dalle Tagesmütter, non è solo accudimento ma assistenza continuativa di un altro tipo: “Pensare che venga pagato a ore spezza completamente il concetto di asilo nido”. Gli fa eco il collega di partito Riccardo Dello Sbarba secondo cui applicare ai nidi una logica di servizi ad ore vuol dire distruggerli, scardinarne la specificità. Maria Hochgruber Kuenzer (SVP) il contributo richiesto non è eccessivo: si tratta di 3,75 euro all’ora, a prescindere dal reddito. Le Tagesmütter - aggiunge l’esponente della Stella alpina - non fanno solo servizi sporadici ma devono garantire una continuità. È meglio investire nella qualità aumentando un po’ il prezzo che tenere bassi i prezzi e sottopagare chi garantisce i servizi. Il sistema delle Tagesmütter è di qualità maggiore, afferma Andreas Pöder (BürgerUnion), aggiungendo che nelle microstrutture e asili nido debbano arrivare solo bambini di genitori che lavorano o che cercano lavoro. Duro il consigliere dei 5 Stelle Paul Köllesnperger: “L’ultima gara prevede 6€ IVA inclusa, e questa è una vergogna: Bolzano fa una politica di dumping, i costi devono essere adeguati”. Occorre secondo l’alfiere grillino prevedere degli scaglioni e rivedere i finanziamenti della Provincia anche in base al tipo di servizio che offrono le strutture.

L’assessora Waltraud Deeg ha infine spiegato che il nuovo sistema tariffario, frazionato su base oraria, ha già ridotto i costi delle Tagesmütter e ora viene esteso anche ai nidi. Modalità di intervento - annuncia l’assessora - saranno inoltre previste per garantire servizi ai 42 Comuni che ne sono ancora privi. In quanto alla situazione di Bolzano: nel capoluogo ci sono 10 asili nido, 10 microstrutture, 157 ore di assistenza della Tagesmütter scelta dai genitori nonostante sia più costosa, il che dimostra che non si tratta di una dicotomia città-periferia, o tra gruppi linguistici. Deeg ricorda che la legge sulla famiglia contempla l’istituzione di un gruppo di lavoro con il Consorzio dei Comuni, il quale ha deciso di tener conto della specificità dei singoli servizi, in base alle quali strutturare il finanziamento e - precisa l’assessora - le tariffe per i genitori non hanno nulla a che fare con tale finanziamento. La mozione è stata respinta a maggioranza.