“Il problema c’è”
Nei giorni scorsi la giunta provinciale, su proposta dell’assessora Waltraud Deeg, ha dato il via definitivo al nuovo sistema di finanziamento per i servizi di assistenza alla prima infanzia. Che comporta, per lo meno sulla carta, tariffe armonizzate e offerta più ampia.
Il progetto era stato oggetto di discussione nei mesi scorsi e in questo senso si erano registrate rimostranze soprattutto nei centri maggiori, dove era stato lamentato il fatto che con il nuovo sistema sarebbero cresciuti i costi di gestione per le amministrazioni locali e le tariffe per le famiglie.
Ad essere nell’occhio del ciclone è soprattuto la cosiddetta ‘tariffa unica’ e in merito allor abbiamo chiesto lumi a Sandro Repetto, nuovo responsabile (dopo un anno e mezzo di ’sede vacante’) dell’assessorato alle Politiche Sociali del Comune di Bolzano.
salto.bz : Il comune di Bolzano come ha accolto il nuovo di tariffazione dei servizi per la prima infanzia?
Sandro Repetto - Per quanto riguarda gli asili nido il sistema per fortuna è stato temporaneamente accantonato. Perché c’è un problema di costi più elevati ma soprattutto c’è il fatto che noi con il servizio partiamo a settembre e invece il nuovo sistema di fatturazione del servizio prestato su base oraria prende il via a gennaio.
Ma da settembre 2017 però Comune e famiglie dovranno comunque confrontarsi con un spesa molto più alta rispetto al passato…
Il problema resta, in questo senso abbiamo ottenuto un risultato davvero minimale. Ai primi di settembre avremo un incontro con la Deeg con la quale andremo a parlare di questo nuovo sistema. Noi comprendiamo il fatto che si stia tentando di andare verso una offerta più flessibile per venire in contro alle famiglie e che quindi anche gli asili nido dovranno adattarsi in questo senso. Però va anche considerato che il fatto la flessibilità comporterà degli esborsi maggiori sui comuni, costi che per lo meno in parte ricadranno sulle famiglie. Esiste poi nello specifico il problema dell'innalzamento delle tariffe. Per le microstrutture noi attualmente prevediamo un tariffa oraria di 8,70 euro all’ora e con la nuova legge la cifra prevista è di 10 euro. Ci sarà un esborso maggiore da parte del Comune di Bolzano anche per quanto riguarda le Tagesmutter. A proposito di quest’ultimo servizio noi avevamo chiesto all Provincia anche un maggior controllo per quanto riguarda la qualità nell’ambito del servizio…
La legge parte dal giusto presupposto di offrire ai genitori il maggior ventaglio possibile di soluzioni in relazione alle loro specifiche esigenze…
Sì, solo che poi la cosa ricade come sempre sui comuni. Noi avevamo fatto diverse richieste per cercare di rimodulare la proposta della Provincia facendo presenti le nostre esigenze, ma di fatto l’unica proposta che è stata accettata è quella di prorogare per un anno i termini del nuovo sistema di tariffazione negli asili nido. Voglio ricordare che a Bolzano abbiamo dieci asili nido con uno specifico progetto educativo molto ben definito e il relativo personale.
Siete fiduciosi che nei prossimi mesi sia possibile avviare un dialogo con la Provincia che consenta di rimodulare la normativa sulla base delle esigenze e delle consuetudini dei centri principali, Bolzano in primis?
Se devo dare una risposta politicamente corretta dico di sì. Però sinceramente ci credo poco, perché questa cosa doveva essere fatta prima. La speranza è sempre quella di poter rivedere e ritarare. Ma va anche detto che esiste un problema di fondo, dal mio punto di vista.
Quale?
La logica dei centri urbani è quella di cercare di dare servizi e non soldi. Il famoso Taschengeld per i bambini da 0 a 3 anni ha un costo complessivo per la provincia di 33 milioni, ma dal nostro punto di vista questi fondi potrebbero essere invece iimpiegati in maggior misura nell’ottica dei servizi da offrire. Una riduzione del Taschengeld combinata con la consegna di parte dei fondi risparmiati ai servizi a mio avviso sarebbe da preferire. Ma capisco anche il fatto che in certe zone periferiche preferiscano ricevere soldi.
“Naturalmente poi ad alcune famiglie che magari hanno due figli piccoli 400 euro fanno comodo e li vanno a spendere per altre cose e non in servizi per l’infanzia. Secondo me allora occorrerebbe cambiare la filosofia spostandoci dall’erogazione pura di denaro all'offerta di servizi. E’ una considerazione radicale la mia, non solo di metodo ma di principio. Ma la legge naturalmente non prende in esame questo problema di base.”
Il tutto è legato anche al diverso ruolo che le strutture per la prima infanzia ricoprono culturalmente nei mondi di lingua tedesca e italiana?
Mah, esiste senz’altro un problema di risorse, ma dire “diamo 200 euro al mese e poi vediamo cosa succede” secondo me diventa un problema. Va fatta una riflessione alla base, che tenga conto con maggiore attenzione delle caratteristiche delle realtà urbane.