A Bolzano 100 posti letto in meno
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Con l’arrivo dell’autunno ritorna la questione dell’emergenza freddo. Capoluogo e Provincia hanno raggiunto un accordo su come gestire l’ospitalità per chi vive per strada. L’assessora al sociale Rosmarie Pamer l’assessore al patrimonio Christian Bianchi e l’amministrazione del capoluogo rappresentata dal Sindaco Renzo Caramaschi, il vicesindaco Stephan Konder e l’assessore al sociale Juri Andriollo, si sono infatti incontrati per affrontare il tema. La decisione, già presa in sede di Consorzio dei comuni, contiene una novità importante: la riduzione del numero di persone ospitate direttamente dal Comune di Bolzano, che passerà da 300 a 200. Le restanti 100 persone saranno distribuite in altri comuni della Provincia, spiega il Sindaco, 50 a Merano, 30 a Bressanone, 15 a Brunico e 5 a Laives.
Sul fronte opere pubbliche l’obiettivo dell’assessore Bianchi è la riqualificazione di un immobile di proprietà provinciale in via Pacinotti, destinato a diventare un nuovo rifugio per l'emergenza freddo. La Provincia si farà completamente carico dei lavori di adeguamento, con una spesa prevista di circa 400.000 euro. “Il progetto è pronto e le autorizzazioni comunali sono state richieste ad agosto - ha dichiarato l'assessore Bianchi -. Se riceveremo le autorizzazioni nei tempi previsti, potremo aprire la struttura entro metà novembre, garantendo un'accoglienza dignitosa a tutte le persone in difficoltà”.
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“Non sarà più un’emergenza ma una normale gestione - ha dichiarato il Sindaco, soddisfatto della nuova modalità - nelle realtà piccole è più semplice inserire queste persone rispetto a Bolzano che ha fenomeni di degrado e sbandamento”. L’amministrazione pubblica si sarebbe accorta, racconta il Sindaco, di come l’ospitalità abbia reso attrattivo il capoluogo per molte persone, che, attraverso una rete di comunicazione avrebbero diffuso la voce della possibilità di essere ospitati Bolzano. “C’era una sorta di turismo dell’ospitalità, per questo abbiamo messo un tetto massimo, non è che perché siamo bravi possiamo diventare l’albergo del nord Italia. Se sanno che non c’è un letto le persone non vengono”.
“Non possiamo diventare l’albergo del nord Italia”
Come funzionerà ora l’accoglienza? “Le persone si dovranno recare all’infopoint di Bolzano, dare le proprie generalità e dimostrare di essere sul territorio da tempo, deve esserci una permanenza stabile”. Sulla gestione, ammette il Sindaco, c’è da migliorare. Chi risiederà nelle altre strutture sul territorio dovrà comunque passare sempre dall’infopoint di Bolzano per chiedere accoglienza in struttura, attraverso una serie di spostamenti e passaggi burocratici non semplici tra le varie comunità, soprattutto per chi è già in difficoltà. I cento posti letto in meno sul territorio, secondo il Sindaco, scoraggerebbero quindi le persone a cercare ospitalità nel capoluogo. “Bolzano non è la capitale dell’immigrazione – ha dichiarato Caramaschi – Abbiamo 70 posti su 200 già occupati da persone che hanno un lavoro, dovremo differenziare chi si sta inserendo nella società da chi è solo in emergenza freddo. Terremo aperto il centro diurno proprio per questo”.
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