Benvenuto su Marte
Egregio Ministro Danilo Toninelli,
Permetta anche a questa rubrichina di darle il ben arrivato in Alto Adige Sudtirolo, dopo autorevoli segnali da parte delle istituzioni che le hanno già scritto.
Ci permettiamo di indicarle alcune perle del capoluogo con la speranza che lei trovi qualche minuto di tempo per visitarle. Alludiamo alla periferia e alla zona industriale di Bolzano che lei attraverserà se arriverà in questa terra a bordo di un volo di Stato. Vi troverà giardini fioriti, un traffico scorrevolissimo e nessun cantiere attivo perché abbiamo già fatto tutto presto e bene.
E se arriverà in treno, potrà osservare che i giardini della stazione (come anche i servizi igienici di alcune istituzioni pubbliche della vicinanza) pullulano come è giusto di persone di ogni colore ma neanche uno con sguardo ostile e magari con un coltello a serramanico e dieci dosi di eroina sotto il maglione, peraltro per nulla sdrucito.
Il traffico nel centro di Bolzano viene regolato da una serie di semafori intelligenti che, nonostante si illuminino di tredici colori diversi (siamo pur sempre in una zona ricca del Paese e possiamo permettercelo, che diamine) non creano alcun problema di scorrimento. In occasione della sua visita, anzi, sperimenteremo la sua vecchia idea dei colori dei semafori correlati a quelli dei mezzi di trasporto. E dunque le auto e i camion verdi supereranno gli incroci con il semaforo verde, i veicoli arancione con il semaforo arancione, i veicoli lilla con il semaforo lilla, i veicoli grigi con il semaforo grigio e i veicoli gialli con il semaforo giallo. Vedrà, sarà un successo.
Passeggiando per le strade del centro di Bolzano potrà ascoltare idiomi diversi e potrà constatare che il trilinguismo (italiano, tedesco e inglese) appartiene ad ogni cittadino indistintamente. Mentre in ogni edicola potrà acquistare una decina di quotidiani locali redatti e stampati in italiano, tedesco, ladino e ognuno di editore differente per garantire la polifonia culturale e il dibattito delle idee. Apprezzerà anche, ci auguriamo, che non abbiamo pronunciato le parole “giornali” e “giornalisti”.
Poco più in là, potrà raggiungere piazza della Pace (tanti anni fa chiamata piazza della Vittoria come un monumento omonimo anch’esso ora con nome più consono) e la sua scorta, temiamo abituata a parcheggiare in terza fila oppure non proprio davanti ai bar ma dentro, potrà agevolmente trovare posto e lasciarne anche a chi arriverà dopo.
In albergo, nella stanza accanto a quella da letto, troverà infine i plastici della tour Eiffel che le ricorderà l’ultima vacanza in Irlanda, della serpentina di Hyde Park che non ha certo dimenticato dopo quel fine settimana a Vienna e del Colosseo affinchè conservi sempre nel cuore i suoi elettori di Soresina.
E ora, ci scusi. Il tunnel del quale lei ha a lungo parlato in questi giorni non è, per la verità, ancora finito. E, non lo crederà, ma ogni tanto ci rubano secchiello e paletta. Per questo siamo in ritardo.
Con osservanza.