Cronaca | Merano

“L’area caserme torni alla città”

La specificità di Merano nell’intervista all’architetto Benevolo: “Troppo isolata, riapriamola al tessuto urbano circostante”. Prevista la riconversione di 33 ettari.
Kasernengeländes in der Gampenstraße
Foto: Mapio.net

Alessandro Benevolo, 59 anni, architetto e urbanista, è uno dei protagonisti del convegno meranese “La città nuova” in corso nella Sala Civica di via Huber a Merano fino a domani. Lo abbiamo intervistato, a poche ore del suo molto atteso intervento di questa sera 11 ottobre 2022.

 

salto.bz Architetto Benevolo, da quanti anni lei si occupa professionalmente del Comune di Merano e del suo futuro urbanistico?

Alessandro Benevolo: Dall’ultimo anno di lavoro della Giunta Januth, dunque facile fare i conti pensando alla fine del 2016 o ai primi mesi successivi. Beninteso, il mio studio ha vinto un concorso, fu istituita una gara in tutta trasparenza.

Prima di affrontare il tema di cosa prevede il Master Plan di Merano per l’area delle Caserme, lei vuole chiarire alcuni punti di fondo. Quali sono? 

Il primo è: che cos’è il Piano Strategico di Sviluppo Comunale (Master Plan)? Si tratta del Documento direttore della pianificazione urbanistica, per informare i piani regolatori a venire e anche per le modifica (varianti) del piano attualmente in vigore. Approvato anche dalla Provincia autonoma (era facoltativo) diventa impegnativo anche per la Provincia stessa nella stesura dei propri atti di pianificazione e programmazione.

Il significato della riconversione dell’area delle caserme assume un rilievo a scala provinciale, con effetti a cascata su tutto il sistema insediativo altoatesino

Il secondo punto?

Rilievo dell’area militare di Via Palade. Nel PSSC il significato della riconversione dell’area delle caserme assume un rilievo a scala provinciale, con effetti a cascata su tutto il sistema insediativo altoatesino: sulla città di Merano, ovviamente, ma anche sui sistemi insediativi delle due valli Passiria e Venosta e anche sulla città di Bolzano.

Che cosa intende, poi, per effetti a livello locale?

Intendiamo per locale la città di Merano 40.000 ab. circa + 30.000 circondario (Lana, Marlengo, Cermes, Lagundo, Tirolo, Scena, Avelengo e Postal) + 1.000.000 presenze turistiche + 2.000.000 circondario. Polo urbano della grandezza e del rilievo di Bolzano.

Ancora: lo scenario della riconversione?

E’ l’aspetto della riconversione sul quale più si concentra il PSSC, ovvero sulle coordinate generali che il progetto dovrà assumere, che dovrà affrontare condizioni particolari.

Ovvero?

La collocazione intermedia dell’area rispetto ai diversi quartieri della città, che solleva speciali questioni di completamento insediativo e ricucitura del tessuto urbano, poi la sua presenza nello scenario urbano come area monofunzionale, in forma di recinto invalicabile: condizione inaccettabile in una prospettiva di recupero. Poi ancora la sua adiacenza al “cuneo verde” formato dall’Ippodromo e dalle sue aree adiacenti, che “spacca” la città dalle sue propaggini più esterne fino al nucleo storico centrale: necessità di raccordarsi con tale cuneo. Infine, la vicinanza dell’area rispetto al nodo ferroviario di Maia Bassa, che è destinato ad un rafforzamento, soprattutto in vista delle comunicazioni ferroviarie con Bolzano.

Merano è divisa in “diversi settori urbani”?

Certo. E in base alle caratteristiche del suo tessuto: Maia Alta, col suo tessuto rado e non compatto di abitazioni e alberghi circondati dal verde, poi Maia Bassa con il suo tessuto privo di connotazioni tipologiche omogenee, poi ancoa l’area produttiva di significato urbano di Via Scuderie, l’area urbana disordinata oltre ferrovia intorno a Via Zuegg, la città d’isolato tra Corso Libertà e Via Goethe in direzione della stazione ferroviaria principale, l’area a nord-ovest verso Quarazze innervata dalla Via Karl Wolf. Per ogni settore esiste un tessuto con un DNA chiaramente delineato e si immagina una disciplina urbanistica volta a mantenerne le caratteristiche fisiologiche, a riconoscere al suo interno un sistema di micro-centralità capaci di generare gravitazione, a promuovere un sistema di comunicazioni a maglie quadrangolari attraverso mezzi sostenibili.

Torniamo al futuro dell’area delle caserme. Si tratta di una area compresa tra i 33 e i 31 ettari secondo diverse valutazioni. Si tratta di una area molto ampia e, fino ad ora, “sganciata” dal resto della città di Merano. Condivide?

Sì. E dobbiamo qui allora iniziare a parlare della struttura della riconversione. Venendo alle indicazioni specifiche che il Masterplan consegna per il distretto militare va notato in primo luogo che si tratta di previsioni a carattere indicativo, non prescrittive, che riassumono in via esemplificativa qual è il tipo di risultato atteso. Il problema principale sarà quello di trovare un compromesso accettabile tra la rilevanza a carattere provinciale dell’intervento e le esigenze di livello locale. Un tunnel stretto.

L’obiettivo irrinunciabile è quello di rompere il quadrilatero

Come se ne può uscire?

L’obiettivo irrinunciabile è quello di rompere il quadrilatero: ovvero di scompartire l’area secondo un nuovo reticolo di strade e percorsi di impronta urbana, connesso all’esterno e quello più ovvio, di rinunciare alla monofunzionalità, stante la condizione tipica di ogni città (ma tutta meranese per la sua radicalità) di non avere parti di città caratterizzate da una funzione dominante (case, alberghi, uffici, botteghe, laboratori, servizi si combinano diversamente senza mai che uno prevalga nettamente sugli altri).

Prime conclusioni?

l layout del PSSC suggerisce la formazione di una serie di lotti di taglio ragionevole intorno ad uno spazio libero centrale. I lotti avranno una pluralità di funzioni, per funzioni residenziali, direzionali, per servizi e anche per spazi produttivi di piccolo taglio compatibili con un ambiente urbano rigenerato. I lotti saranno scompartiti da uno scheletro di assi di mobilità sostenibile (sentieri pedonali, ciclabili e dei mezzi pubblici), il principale dei quali sarà quello che traversa l’area in senso longitudinale verso il centro della città. Lo spazio libero centrale potrà sporadicamente contenere quelle attrezzature di taglio maggiore che non potranno essere collocate nei lotti, aperto in direzione della stazione di Maia Bassa verso la quale occorrerà garantire un’adeguata connessione almeno ciclopedonale.