Ambiente | Bolzano

"Sanzioni più alte per gli abbattimenti"

Dopo i casi degli alberi sacrificati in via Roma/viale Trieste e Rencio il Comune pensa di inasprire le richieste di indennizzo oggi tra i 6.000 e gli 8.800 euro. Il Team K: "Servono norme più severe". L'assessora Rabini annuncia un gruppo di lavoro.
albero abbattuto viale trieste
Foto: Team K
  • Tra gli anni Sessanta e la fine degli anni Settanta era quasi una moda quella di piantare nei giardini condominiali alberi ad alto fusto come i cedri, ma anche pini di varietà non autoctone. Bello, ma con il passare dei decenni gli apparati radicali di queste splendide piante, cresciute magari a pochi metri da rampe dei garage asfaltate o in altre posizioni critiche, hanno cominciato a creare vari problemi, a partire da un forte rischio di instabilità. Se si aggiunge che nel capoluogo si è selvaggiamente costruito in ogni più piccolo fazzoletto, va da sé che parecchi di questi maestosi alberi nel tempo siano stati “sacrificati” per lasciare spazio ad abitazioni o per evitare danneggiamenti a persone e cose.  Secondo il catasto degli alberi sono 13.000 le alberature presenti su suolo pubblico nel Comune di Bolzano e 2.300 quelle protette.

    Il Municipio da qualche anno si è attrezzato con un regolamento piuttosto rigido, prevedendo cospicui indennizzi in caso di abbattimenti non autorizzati o resisi necessari a causa di lavori edili “Incauti”. Ma non è bastato. Nei mesi scorsi le ditte specializzate sono dovute intervenire alcune volte tra i condomini di via Roma e viale Trieste e a Rencio. L’argomento è stato affrontato l’altra sera in consiglio comunale grazie ad una richiesta di discussione urgente avanzata dal Team K.

    Nel caso di viale Trieste le radici degli alberi sono state danneggiate con la costruzione del nuovo condominio che non ha rispettato le prescrizioni date, provocando poi l’abbattimento per instabilità: “alberi rovinati dai lavori di scavo e dalla realizzazione dei micropali non indicati nel progetto”. Un caso simile è successo settimane dopo a Rencio, dove addirittura il Comitato Tecnico del Verde aveva dato parere negativo all'abbattimento ma l'assessorato all'urbanistica ha proceduto comunque per l’instabilità del muro di contenimento.

  • Il cedro di viale Trieste: prima dell'abbattimento avvenuto qualche mese fa. Foto: Google Street View
  • “La multa preposta e la piantumazione di alberi nuovi, che ci metteranno decine di anni per raggiungere la grandezza di quelli precedenti, sono difficilmente equiparabili al danno procurato in termini di riduzione delle isole di calore, di verde visibile dalla propria abitazione, e impatto negativo anche sulla fauna”, osservano i consiglieri Mattias Cologna e Thomas Brancaglion.

    Nel corso della discussione è emerso che il Comune intende attuare disposizioni  più restrittive per contrastare più efficacemente l'abbattimento di alberi ad alto fusto e che istituirà un gruppo di lavoro per studiare come aumentare il valore delle sanzioni e diminuire le circonferenze per definire gli alberi tutelati. Gli indennizzi oggi variano tra 6.000 euro e 8.800 e la circonferenza oltre la quale scatta la protezione è di 40 cm.

    “Gli uffici – ha detto l'assessora Chiara Rabini in aula -  fanno sempre tutto il possibile per evitare abbattimenti, si deve tenere conto anche del tema della sicurezza e dei frequenti eventi climatici, e continuare il monitoraggio e controllo di tutte le alberature per evitare rischi. Il Regolamento del verde approvato nel 2020 costituisce un importante passo avanti nella tutela del verde pubblico e privato. Lo stesso regolamento ha previsto un comitato tecnico del verde (CTV) che a livello interdisciplinare protegge il verde pubblico e privato, soprattutto le alberature di maggiori dimensioni. Tutti gli abbattimenti devono essere autorizzati e se le piante non sono ammalate e pericolose possono essere abbattute per motivi edilizi solo a fronte della mancanza di un'alternativa progettuale che possa salvaguardarle. E in quel caso dovranno comunque essere compensate da altri alberi. In entrambi i casi citati (Via Roma/Viale Triese e Via Rencio), il CTV aveva inizialmente espresso un parere negativo sulla richiesta di abbattimento. Nel caso dei cedri del cantiere in Via Roma, i lavori di costruzione non erano stati eseguiti correttamente rispetto al progetto proposto. Un'ispezione condotta da un esperto di alberi ha poi rivelato che la stabilità degli alberi non era più garantita a causa dei lavori eseguiti in modo improprio. Le argomentazioni presentate sono state convincenti per la Commissione, che ha quindi autorizzato l'abbattimento, a condizione che venisse ripiantato lo stesso numero di alberi”. Per questa violazione il Comune ha chiesto un indennizzo di 6.000 euro. 

    “Nel caso di Via Rencio – ha spiegato Rabini in Consiglio -  l'abbattimento è stato autorizzato dopo che nessun ingegnere strutturale aveva confermato la stabilità del muro con gli alberi sovrastanti. Tutte le soluzioni proposte si sono rivelate impraticabili; anche in questo caso, è stato imposto l'obbligo di ripiantare gli alberi Un gruppo di lavoro del comune studierà misure per evitare abbattimenti di alberi sani soprattutto per motivi edilizi, aumentando anche le sanzioni e i valori d’indennizzo rispetto a quanto previsto dal decreto Provinciale”

    “Assieme agli uffici – spiega Rabini a SALTO – stiamo procedendo per elaborare una proposta da portare in consiglio comunale, per ridurre la circonferenza minima, aumentando così il numero di albero protetti e per rimodulare le sanzioni e gli importi degli indennizzi”.