Meraviglia dietro al sipario
-
SALTO: Come nasce e di cosa si occupa la vostra cooperativa?
Flora Sarrubbo: Contro Tempo Teatro nasce da una follia in pieno periodo covid. Ho fondato la compagnia con Claudio Montresor, che fra le altre cose si occupa anche della parte amministrativa, e con i miei ex allievi Oscar Bettini, Lucas Da Tos e Diletta La Rosa. In seguito si sono aggiunti Giuseppe Marazzi e Christian Mair, entrambi attori e registi.
Insieme indaghiamo il teatro in tutte le sue forme: lavoriamo come attori, registi, e drammaturghi dedicando un ampio spazio alla musica e al canto, ma non solo. Siamo educatori nelle scuole, un’attività che ci piacerebbe espandere anche al sociale, e coltiviamo interessi che si allacciano al teatro in modo indiretto, dalla documentazione storica che sta alla base di alcuni spettacoli alle letture in biblioteca, il tutto passando per l’organizzazione di rassegne letterarie e presentazioni di libri.
Il nostro è un lavoro fantastico. Ci permette di arricchirci e di formarci in primo luogo come esseri umani, ma non sempre è facile da gestire, specie quando dobbiamo scontrarci con la burocrazia. Ciò che più ci serve adesso è uno spazio tutto per noi, ma purtroppo a Bolzano vigono prezzi proibitivi e al momento portiamo avanti molte iniziative appoggiandoci ad associazioni esterne.
Quanto è importante la collaborazione con le scuole?
Il teatro nelle scuole è un’incursione fondamentale. Amo la parte educativa del mio lavoro e porto avanti laboratori di questo tipo da quando ho diciannove anni. Bisognerebbe però trovare il modo di rendere il teatro una materia-non-materia, un arricchimento personale che non abbia come unico obiettivo il voto o la buona riuscita di una rappresentazione. Dico sempre agli insegnanti che non importa tanto lo spettacolo finale quanto piuttosto il percorso, la ricerca umana, letteraria ed emotiva assieme agli alunni. Più che di sentirsi protagonisti gli adolescenti hanno bisogno di trovare sé stessi all’interno di una comunità, e il teatro funziona così, è il gruppo a essere protagonista.
In un periodo storico in cui non ci si meraviglia più di niente, credo inoltre che il recupero dello stupore infantile sia un obiettivo imprescindibile. A molti bambini e ragazzi manca la capacità di stupirsi; sarebbe splendido sentirli dire di nuovo che bello, si apre il sipario!, e noi educatori esterni potremmo fornire un aiuto in questo senso.
-
"È bello il teatro, perché è un punto di osservazione importante: ti permette di osservare il piccolo, come può essere la scuola, e allo stesso tempo di leggere la società intera."
A breve presenterete "Più in Alto", il vostro nuovo spettacolo. Cosa può dirci a riguardo?
Il debutto ufficiale sarà il 15 novembre al Teatro Cuminetti di Trento, mentre il 26 novembre saremo al Teatro di Gries a Bolzano con una matinée alle 10:00 per le scuole e una replica serale aperta al pubblico alle 20:30.
Il 13 novembre alle 18:00, invece, alla Biblioteca Culture del Mondo di Bolzano si terrà un incontro con Isma Forghani, autrice del testo originale – l’idea di riadattarlo in italiano ci è stata suggerita da Shida Galletti, che farà da moderatrice durante l’incontro.
Più in Alto ruota attorno a tre donne: la femminista Marianne Hainisch, l’attrice Sarah Bernhardt e la poetessa iraniana Tàhirih, uccisa nel 1850 per i suoi ideali di emancipazione. Le prime due figure mettono in scena uno scontro di visione sul femminile, proponendo modelli opposti ma di grandissima elevatezza morale e culturale, mentre la terza appare evocata dai loro discorsi.
È un progetto a cui teniamo molto. Siamo convinti che, soprattutto nella settimana dell’eliminazione della violenza sulle donne, sia importante recuperare la bellezza del femminile e lanciare alle ragazze un messaggio preciso: tramite la conoscenza è possibile riconoscere e combattere la misoginia. Leggere tre o quattro libri in più può darti forza, può regalarti un immaginario da cui trarre la consapevolezza necessaria a contrastare le ostilità.
Il costo del biglietto è di 10€ e le prenotazioni possono essere effettuate all’indirizzo [email protected].
Attrice, regista, educatrice: come si destreggia fra queste identità?
Ho lasciato il teatro da turnée perché mi riproponeva una routine che in fin dei conti mi annoiava. Questo nuovo modo di fare, invece, la possibilità di incontrare persone sempre diverse e di prendere spunto dai ragazzi a scuola o dagli insegnanti, mi soddisfa e mi aiuta molto a crescere. Certo, a volte è scoraggiante notare che in pochi capiscono quanto lavoro c’è dietro: permane ancora l’idea che l’attore sia una persona che sale sul palco a recitare battute e nient’altro, ma i lavoratori dello spettacolo fanno molto di più, e alla base di ogni iniziativa c’è una mole di studio enorme.
Sia come sia, il teatro è un campo in evoluzione, e chissà cosa ci riserva il futuro. Noi di Contro Tempo siamo forti, pieni di idee, e non vediamo l’ora di scoprirlo.
Sito ufficiale di Contro Tempo:
www.controtempoteatro.com
Pagina Facebook