Suonala ancora, Amadeus

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Il guaio con i classici che tornano al cinema è che, rivedendoli, alta è la probabilità che a fine proiezione ci si alzi dalle poltrone con un pensiero dominante: “D’ora in poi solo questa roba qui, grazie”. È un rischio che tuttavia vale sempre la pena correre. Restando in tema anche a Bolzano ritorna in sala Amadeus, il film cult di Miloš Forman del 1984, vincitore di otto premi Oscar.
La pellicola ritrae senza pretese di precisione storica gli ultimi 10 anni di vita, dal 1781 al 1791, di Wolfgang Amadeus Mozart (Tom Hulce) trascorsi principalmente a Vienna, in un tripudio visivo di parrucche vaporose, palazzi reali, feste e costumi sfarzosi. Amadeus non è però la storia di Mozart ma quella di un uomo che lo descrive. Mozart è infatti raccontato attraverso gli occhi di Antonio Salieri (F. Murray Abraham), compositore di corte dell’imperatore Giuseppe II (Jeffrey Jones), ossessionato dal talento del giovane prodigio austriaco e perseguitato dal suo successo.
Da una parte “Wolfi” – come lo chiama nel film l’adorata moglie Costanze (Elizabeth Berridge) –, eccentrico e vitale, immaturo e poco umile, dai modi rozzi, rapido a farsi dei nemici con il suo comportamento petulante, che sforna opere sontuose come Le nozze di Figaro, Don Giovanni, Il flauto magico e il Requiem (rimasto incompiuto). Dall’altro lato l’arcigno e mefistofelico Salieri che, offeso dalla personalità di Mozart, ne trama la rovina, logorato dall’invidia e amareggiato per l’ingiusta distribuzione del talento da parte di Dio. Allo stesso tempo, anche se cerca di distruggere l’uomo, Salieri rimane estasiato dalla musica del rivale ed è abbastanza intelligente da riconoscere che non sarà mai alla sua altezza. Il compositore italiano è il personaggio più complesso del film, una figura tragica oppressa dalla gelosia e dalla convinzione che l’Onnipotente lo abbia abbandonato.
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(c) Alex Fletcher
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Il terzo protagonista del film è la musica. Tom Hulce passò sei ore al giorno per sei mesi a imparare a suonare il pianoforte e tutte le sinfonie di Mozart presenti in Amadeus. Allo stesso modo, per il suo ruolo, F. Murray Abraham apprese come leggere e dirigere la musica. Diversi critici musicali hanno notato come ogni singolo movimento che si vede nel film corrisponda alle note che si sentono nella colonna sonora, perfino nella scena in cui Hulce suona il pianoforte al contrario.
Evocativo di un’epoca e di un luogo Amadeus è uno studio sulla collisione tra mediocrità e genio e sulla competizione artistica, un dramma potente di respiro shakesperiano e, come si afferma a ragione da più parti, anche uno dei migliori biopic musicali mai realizzati. Ok, andate a fare i biglietti.
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