Società | Alcol e giovani

“Ma il problema vero sono gli adulti”

Un'intervista a due 16enni per capire il loro punto di vista sul tema. “Certi ragazzini cominciano a 13/14 anni”.
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Foto: © Oswald Stimpfl

Per settimane si è parlato di loro sui media: politici, esperti di prevenzione, statistici. I ragazzi e il loro rapporto con l'alcol resta però un tema molto complesso, impossibile da incasellare considerata la miriade di differenti situazioni che si vivono sul territorio. Un dato generico balza però all'occhio: in Alto Adige una cultura del bere alcolici evidentemente c'è e i ragazzi acquisiscono questo modello dagli adulti, non occorrono le fredde statistiche per rendersene conto. Abbiamo provato ad affrontare il problema dal loro punto di vista, con due ragazzi sudtirolesi ma che parlano un ottimo italiano, che studiano a Bolzano ma vivono nei loro paesi. Elias e Heidi sono due liceali sedicenni, facce pulite e nessun imbarazzo nelle voci, intervistati a margine dell'incontro avuto con un esperto di prevenzione nel centro giovani Papperlapapp, a due passi dal duomo di Bolzano. Il progetto al quale partecipano con la loro classe si chiama “Al Cool”.

Da qualche settimana si parla di voi ragazzi. Che opinione ve ne siete fatta?
Elias: Le statistiche affrontano il tema come se ci fosse un'unica categoria sotto l'etichetta “giovane”, in realtà credo che molto dipenda da dove si vive: città o paese, italiano o tedesco, le cose cambiano perfino da scuola a scuola.
Heidi: Sì, nelle valli i ragazzi vengono in contatto con l'alcol maggiormente. Ma il problema maggiore sono gli adulti, non i ragazzi.

Capita di vedere dei giovanissimi con un bicchiere in mano?
H.: A 13/14 anni certi ragazzini hanno già fatto di queste esperienze...
E.: Sì, bere qualcosa è normale, ma questo non significa che ogni sabato sera qualcuno debba finire per forza per essere ubriaco. Ma certo è un fatto culturale il consumare alcolici.

Ma capita spesso? Conoscete casi problematici?
E. : Qualche caso c'è. In un gruppo di 15-20 ragazzi magari ce n'è uno che tutti i sabati è ubriaco.
H.: Un ragazzo che conosco ha lasciato la scuola, ha quindi già iniziato a lavorare e beve praticamente ogni giorno: il vino a pranzo, la birra la sera...

Com'è la situazione nei vostri paesi?
E.: Io vengo da Caldaro dove ci sono un paio di discoteche che sono molto frequentate dai giovani. Bottiglie in giro, risse, qualcuno di ubriaco possono capitare, come succede ovunque. Nelle valli invece di ritrovi ce ne sono meno e si sta molto di più nelle stubi, nelle cantine.
H.: Qui a Bolzano a una festa si tende a ballare e basta, in paese – io vengo da Sarentino – bere è più cool. E lo si vede nelle feste paesane.

I nuovi drinks dolci e fruttati spingono davvero ad ubriacarsi più facilmente?
H.: Io penso di sì. Vino e birra hanno un gusto che a molti non piace, con i drinks sembra di bere succo d'arancia...
E.: E' vero, ho un amico che ha finito per ubriacarsi con questi drinks, gli altri alcolici non gli piacciono neanche.

Il progetto a cui avete partecipato vi è sembrato utile?
H.: Molto. Non ci hanno aggrediti in nessun modo, ma hanno spiegato con chiarezza i rischi che si possono correre, come comportarsi se ci si sente male o qualche altro è in difficoltà, cose così. Dei consigli utili insomma.

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Rupert Gietl -r Dom, 05/12/2013 - 20:48

Da passt wieder mal alles zusammen:
Entlang der ethnischen Grenzen werden Aussagen über Alkoholkonsum gemacht.
Während man in Bozen nur zu Orangensaft tanzen geht, wird in den Seitentälern gesoffen. Da sitzen - soviel wissen wir ja schon länger - die deutschsprachigen, mindergebildeten, rechten "Sezessionisten".
Dazu passend zwei ordentliche Jugendliche, die zum Glück ein ausgezeichnetes Italienisch sprechen, also gewissermaßen "geläutert" sind.
Dazu passend ein Bild von trinkenden Trachtenträgern.
Einfach gestrickt, aber äußerst wirkungsvoll für's Unterbewußtsein!

Dom, 05/12/2013 - 20:48 Collegamento permanente